Parte del mosaico rappresentate la scena dell’Iliade, crediti: Historic England

Il mosaico rappresentante una scena dell’Iliade rinvenuto nella Contea di Rutland (Midlands Orientali, Gran Bretagna) è tra le finaliste dell’International Archaeological Discovery Award “Khaled al-Asaad” 2022 (Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico di Paestum: 8ª edizione per l’International Archaeological Discovery Award “Khaled al-Asaad” 2022). Il mosaico, ufficialmente sotto la protezione del Governo inglese su consiglio dell’Historic Buildings and Monuments Commission for England (Historic England), è l’unico con raffigurazioni dell’Iliade mai rinvenuto sinora in Inghilterra. Il committente dell’opera doveva essere un facoltoso personaggio colto e conoscitore dei classici.

Veduta dall’alto del sito archeologico. Crediti: Historic England

Il mosaico di 11mx7m costituirebbe il pavimento della sala da pranzo o di un ambiente di otium di una villa romana tardo imperiale (III/IV sec. d.C.). Le cattive condizioni di conservazione, presentando segni di fuoco e rotture, suggeriscono il riutilizzo dell’area. I resti della villa sono circondati da altri ambienti, come evidenziato dalle prospezioni geofisiche, indagini non invasive del sottosuolo che, attraverso l’utilizzo di apparecchi con determinate proprietà fisiche, sono in grado di rilevare strutture e oggetti sepolti. Le indagini geofisiche, insieme agli studi archeologici, hanno fatto ipotizzare che questi edifici potessero essere fienili a corridoio, strutture circolari per conservare il grano e una vasca da bagno.

Veduta aerea dell’intero mosaico con la scena tratta dal Libro XXII dell’Iliade. Si possono notare le bruciature e le rotture delle tessere. Crediti: Historic England

Ritornando all’iconografia del mosaico, studiato dall’esperto di mosaici romani David Neal, essa rappresenta lo scontro tra il troiano Ettore e il Pelìde Achille, a seguito dell’uccisione di Patroclo da parte del primo, come narrato nel Libro XXII, 248-272 dell’Iliade di Omero: “Quando poi furono a fronte, venutisi incontro, all’altro diceva per primo il grande Ettore dall’elmo ondeggiante: ‘Più non ti fuggirò figlio di Peleo, come sono scappato tre volte intorno alla grande città di Priamo, senza mai trovare coraggio d’affrontare il tuo assalto; ma ora il cuore mi ha spinto a starti di fronte: ch’io ti uccida o sia ucciso da te. Ma su, qui stesso invochiamo gli dei; saranno loro testimoni e garanti migliori dei nostri accordi: non ti sfregherò malamente el caso che Zeus dia a me la vittoria e io ti tolga la vita; ma dopo averti, Achille, predato le tue belle armi, restituirò il morto agli Achei; tu fa’ altrettanto’. A lui guardandolo storto, disse Achille, veloce nei piedi: ‘Ettore, tu, maledetto, non parlarmi di accordi! Come non esistono patti affidabili tra i leoni e gli uomini, né possono lupi ed agnelli aver cuore concorde, ma sempre gli uni degli altri vogliono il male, cos’ non possiamo tu ed io essere amici, né ci saranno patti fra noi, prima che uno dei due caduto sazi di sangue Ares, il guerriero armato di scudo. Raccogli tutta la tua bravura: ora devi davvero essere uomo di lancia e guerriero animoso. Per te non c’è scampo ormai, ben presto Pallade Atena t’abbatterà con la mia lancia; adesso pagherai tutti insieme i lutti dei miei compagni, che hai ucciso infuriando con l’asta’.”. Omero, Iliade, traduzione di Giovanni Cerri, I Grandi Classici Latini e Greci, BUR 2000, pp. 1153-1155.

David Neal, esperto di mosaici romani, osserva il mosaico con la scena dell’Iliade. Crediti: Historic England

Per votare il mosaico dell’Iliade: pagina Facebook ufficiale della Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico Archaeological Tourism Exchange.

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Chiara Lombardi

Laureata in Archeologia Orientale presso l’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale” con una tesi magistrale in Archeologia Egiziana dal titolo “Iside nei testi funerari e nelle tombe del Nuovo Regno: iconografia e ruolo della dea tra la XVIII e la XIX dinastia” (2013), ha conseguito un master di primo livello in “Egittologia. Metodologie di ricerca e nuove tecnologie” presso la medesima Università (2010-2011). Durante il master ha sostenuto uno stage presso il Museo Egizio de Il Cairo per studiare i vasi canopi nel Nuovo Regno (2010). Ha partecipato a diversi scavi archeologici, tra i quali Pompei (scavi UniOr – Casa del Granduca Michele, progetto Pompeii Regio VI, 2010-2011) e Cuma (scavi UniOr – progetto Kyme III, 2007-2017). Inoltre, ha preso parte al progetto Research Ethiopic language project: “Per un nuovo lessico dei testi etiopici”, finanziato dall’Istituto Italiano per l’Africa e l’Oriente e dal progetto PRIN 2005 “Catene di trasmissione linguistica e culturale nell’Oriente Cristiano e filologia critico testuale. Le problematiche dei testi etiopici: testi aksumiti, testi sull’età aksumita, testi agiografici di traduzione” (2006-2007). Ha collaborato ad un progetto educativo rivolto ai bambini della scuola primaria per far conoscere, attraverso sperimentazioni laboratoriali, gli usi e i costumi dell’antico Egitto e dell’antica Roma (2014-2015). È stata assistente di ricerca presso la Princeton University (New Jersey) per “The Princeton Ethiopian, Eritrean, and Egyptian Miracles of Mary digital humanities project (PEMM)” (2020-2021). Ricercatrice indipendente, attualmente è anche assistente di ricerca per il Professor Emeritus Malcolm D. Donalson (PhD ad honorem, Mellen University). Organizza e partecipa regolarmente a diverse attività di divulgazione, oltre a continuare a fare formazione. Collabora con la Dott.ssa Nunzia Laura Saldalamacchia al progetto Nymphè. Archeologia e gioielli, e con la rivista MediterraneoAntico, occupandosi in modo particolare di mitologia. Appassionatasi alla figura della dea Iside dopo uno studio su Benevento (Iside Grande di Magia e le Janare del Sannio. Ipotesi di una discendenza, Libreria Archeologica Archeologia Attiva, 2010), ha condotto diversi studi sulla dea, tra cui Il Grande inno ad Osiride nella stele di Amenmose (Louvre C 286) (Master di I livello in “Egittologia. Metodologie di ricerca e nuove tecnologie”, 2010); I culti egizi nel Golfo di Napoli (Gruppo Archeologico Napoletano, 2016); Dal Nilo al Tevere. Tre millenni di storia isiaca (Gruppo Archeologico Napoletano, 2018 – Biblioteca Comunale “Biagio Mercadante”, Sapri 2019); Morire nell’antico Egitto. “Che tu possa vivere per sempre come Ra vive per sempre” (MediterraneoAntico 2020); Il concepimento postumo di Horus. Un’ analisi (MediterraneoAntico 2021); Osiride e Antinoo. Una morte per annegamento (MediterraneoAntico 2021); Culti egiziani nel contesto della Campania antica (Djed Medu 2021); Nephthys, una dea sottostimata (MediterraneoAntico 2021). Sua è una pubblicazione una monografia sulla dea Iside (A history of the Goddess Isis, The Edwin Mellen Press, ISBN 1-4955-0890-0978-1-4955-0890-5) che delinea la sua figura dalle più antiche attestazioni nell’Antico Regno fino alla sua più recente menzione nel VII d.C. Lo studio approfondisce i diversi legami di Iside in quanto dea dell’Occidente e madre di Horus con alcune delle divinità femminili nonché nei cicli osiriaco e solare; la sua iconografia e le motivazioni che hanno portato ad una sempre crescente rappresentazione della dea sulle raffigurazioni parietali delle tombe. Un’intera sezione è dedicata all’onomastica di Iside provando a delineare insieme al significato del suo nome anche il compito originario nel mondo funerario e le conseguenti modifiche. L’appendice si sofferma su testi e oggetti funerari della XVIII dinastia dove è presente la dea.

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