Avviso importante!

Per migliorare la vostra esperienza di lettura, abbiamo rimosso i banner pubblicitari di Google. Aiutateci a mantenere il sito così e a coprire le spese passando per la nostra pagina Amazon prima di fare acquisti di qualsiasi genere.
A voi non costa nulla, ma per noi è una cosa molto preziosa. Grazie!

Vai alla pagina Amazon

Sisinnio, Clemente I e la prima parolaccia in “italiano”

Sembra incredibile ma è vero. La prima parolaccia in “italiano” è nascosta in una chiesa, a Roma. Si trova in un affresco della Basilica di San Clemente in Laterano e arriva dal tardo XI secolo.

Palmira: un appello per il Tempio di Bel

È con grande forza e coinvolgimento emotivo che MediterraneoAntico unisce oggi la sua voce a quella di numerosi accademici e testate internazionali nel rilanciare un appello che, nelle ultime settimane, è stato lanciato dalle pagine del Bulletin of ASOR (American Society of Overseas Research) da parte di Maamoun Abdulkarim e Jacques Seigne. I due studiosi, che hanno condotto in seguito alla liberazione della città uno studio diretto delle rovine superstiti alla furia iconoclasta del califfato, hanno sottolineato l’assoluta necessità di procedere a dei lavori di restauro e conservazione di quello che forse è il simbolo principale di Palmira: il Tempio di Bel.

Da dieci anni di ricerche nasce al Museo Egizio “Materia. Forma...

Apre oggi al pubblico “Materia. Forma del tempo”, nuovo allestimento permanente del Museo Egizio, che indaga la materia nell’antico Egitto, tra legni, pigmenti, vasi in ceramica e oggetti in pietra, dall’Epoca Predinastica (ca. 4000-3100 a.C.) a quella Bizantina (565-642 d.C.) Settecento metri quadrati, distribuiti su due piani, custodiscono circa 6 mila reperti provenienti dai depositi del Museo. Grazie alla curatela scientifica di 9 egittologi del Museo – Johannes Auenmüller, Divina Centore, Federica Facchetti, Enrico Ferraris, Alessandro Girardi, Eleonora Mander, Tommaso Montonati, Cinzia Soddu, Federica Ugliano – e ai progetti di allestimento e grafico di Enrico Barbero e Piera Luisolo, “Materia. Forma del tempo” si propone di raccontare l’antica civiltà nilotica da una prospettiva inedita.

Flavia Frisone: “Lo sguardo delle donne sul sapere ha attraversato i...

Le riflessioni di Flavia Frisone, Professoressa di Storia greca dell’Università del Salento, tra le protagoniste del  “XII Festival del giornalismo culturale” di Urbino in programma...

Medio Egitto: scoperta la sepoltura della figlia del governatore della provincia...

La missione archeologica egiziano-tedesca, condotta congiuntamente dalle università di Sohag e Berlino, ha scoperto la camera funeraria di una donna di nome Edi, unica figlia di Jefai-Hapi, governatore della provincia di Assiut durante il regno di re Senusret I.

Antiche armi dedicate a un dio guerriero ci raccontano di un...

Con un “tweet” ufficiale da parte del Ministro della Cultura della Turchia, è stato annunciato nei giorni scorsi il rinvenimento di alcune armi in...

Marocco: portato alla luce il più antico insediamento agricolo dell’Africa nord-occidentale...

Lo scavo in corso di una delle trincee di Oued Beht. Foto di Giulio Lucarini. © Archivio OBAP Un importante progetto di ricerca scientifica internazionale,...

Make-up preistorico: sorprendentemente moderno!

La storia dell’arte del trucco è antichissima: molto noti sono, ad esempio, i “cosmetici anti-batterici” degli antichi Egizi, o i tossici “rossetti” a base...

Il canto dell’arpista

Nelle rappresentazioni dell'antico Egitto compaiono spesso orchestrine miste che comprendono arpiste e arpisti o un solo arpista che canta o declama un inno o una canzone1. Questo tipo di rappresentazioni percorre tutta la storia d'Egitto, dal tempo delle piramidi, l'Antico Regno, fino al periodo romano. Gilberto Modonesi, in questo nuovo lavoro, ci racconta dell'importanza dell'arpista e di un certo scetticismo prsente nei testi che accompagnano le raffigurazioni.

Saccheggio e contrabbando su larga scala ai danni del Museo Nazionale...

In questi giorni fonti attendibili hanno confermato che è in atto un'operazione di saccheggio e contrabbando su larga scala ai danni del Museo Nazionale del Sudan. Proviamo a capire cosa sta accadendo in questo paese martoriato dalla guerra civile da oltre un anno e quanto è importante il patrimonio da salvaguardare.

Egitto: scoperte fortezza militare e una spada con cartiglio di Ramesse...

Una missione archeologica egiziana del Consiglio Supremo delle Antichità ha scoperto una serie di unità architettoniche in mattoni di fango risalenti al Nuovo Regno, tra cui caserme militari per soldati e magazzini per lo stoccaggio di armi, cibo e provviste. Queste scoperte sono avvenute sul Delta nord-occidentale del Nilo, a circa 135 km dal Cairo.

La sposa del grano

"Arussat El 'Amh" (La Sposa del Grano) è un'antica tradizione celebrata nelle culture agricole del Nord Africa, specialmente in Egitto e nelle regioni limitrofe. Questa festa era legata ai cicli agricoli e al raccolto, con un forte simbolismo legato alla fertilità e alla prosperità della terra.

Il capro di Mendes

Il "Capro di Mendes" è una figura complessa che intreccia elementi di mitologia egizia, accuse medievali di eresia, e reinterpretazioni occultiste moderne. Il suo significato varia a seconda del contesto. Il nome deriva dalla città di Mendes nell'antico Egitto, dove il capro era venerato come un simbolo del dio Banebdjedet, un dio con la testa di ariete che rappresentava la fertilità e la potenza creatrice.

I cani dell’Antico Egitto

Nell'Antico Egitto, i cani erano considerati animali importanti e avevano ruoli significativi nella società. Erano spesso tenuti come animali domestici e compagni, ma erano anche utilizzati per la caccia e la protezione. I cani erano associati a varie divinità, come Anubi, il dio con la testa di sciacallo, che era legato al regno dei morti e alla mummificazione. Alcuni cani erano così amati dai loro proprietari che venivano sepolti con onori simili a quelli riservati agli umani, con tombe, iscrizioni e offerte funebri. I cani avevano anche un posto nell'arte e nei testi dell'epoca, rappresentati spesso come simboli di fedeltà e protezione.

Egitto: torna alla luce un osservatorio astronomico del VI sec. a.C.

In quel ramo del Delta del Nilo che volge leggermente a occidente, sorge la città di Tel el-Farayeen (Collina dei Faraoni), nel Governatorato di...

Dalla caccia all’ippopotamo a San Giorgio e il drago

La religione egizia si basa sul conflitto permanente tra ordine e caos. L’ippopotamo e altri animali, assimilati al mortifero dio Seth, una delle metafore del disordine, oltre a essere cacciati erano i protagonisti negativi delle liturgie che avevano lo scopo magico di assicurare la vittoria dell’ordine sui fattori del caos. Durante l’occupazione greca e romana le immagini egizie si sono aggiornate rappresentando un cavaliere che con la lancia colpisce un nemico. Le immagini dei dipinti medievali e rinascimentali di San Giorgio che colpisce il drago sono figurativamente così simili alle immagini tolemaiche e romane da fare ritenere che dall’Egitto esse si siano trasferite nell’immaginario europeo durante le Crociate, assumendo il valore cristiano dell’eterno conflitto tra il bene e il male.

La donna e lo sport. Dall’antichità alle Olimpiadi di Parigi 2024

Associando le parole Sport e Antichità si pensa immediatamente all’agone sportivo che caratterizzava l’antica Grecia, i Giochi Olimpici, immaginando un mondo tutto al maschile in cui gli atleti si sfidavano per ottenere fama e gli innegabili privilegi di cui i vincitori, considerati veri e propri eroi, godevano. Infatti, nell’antica Grecia, culla dei Giochi Olimpici, alle donne non era permesso partecipare alle Olimpiadi e una volta maritate non potevano neppure assistevi come spettatrici: pena la morte.

Al Museo Egizio torna in esposizione il corredo di Nefertari

Apre il 9 agosto la nuova sala del Museo Egizio, dedicata al corredo funerario di Nefertari (1295-1255 a. C.), che torna a Torino al...

La lingua meroitica

La scrittura meroitica fu un sistema ideato, partendo dai geroglifici, nel IV/III secolo a.C. per scrivere la lingua locale parlata in Alta Nubia. Questa nuova scrittura fu identificata dai primi viaggiatori europei che nel XIX secolo percorsero il regno Kushita, ma fu decifrata, purtroppo solo parzialmente, nel 1910. Ci racconta tutto Mario Lauro in questo interessante articolo. Buona lettura!

Scoperte tombe di Epoca Tarda e tolemaica nel Delta egiziano

© MoTA / modificato da Chiara Lombardi per MediterraneoAntico Il 23 luglio il Ministero per il Turismo e le Antichità egiziano ha annunciato la scoperta...