© Magdalena Skarżyńsk – PCMA UW / Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico / Archeo – modificato da Chiara Lombardi per MediterraneoAntico

Nel sito nubiano di Old Dongola, a 500km a sud di Khartoum, le indagini archeologiche condotte dal Centro polacco di Studi mediterranei dell’Università di Varsavia, lavorando all’interno del monastero medievale, hanno fatto scoprire una serie di affreschi cristiani. L’équipe impegnata nel progetto Starting Grant “UMMA – Urban Metamorphosis of the community of a Medieval African capital city” ha trovato un complesso di stanze realizzate in mattoni essiccati al sole e affrescate, risalenti ad un periodo compreso tra il XVI e il XIX sec.

© PCMA UW

Al di sotto di uno di questi ambienti, attraverso un condotto, si accedeva ad un’ulteriore stanza. Anche questa era decorata con affreschi, accompagnati da iscrizioni. Benché questi affreschi non trovino paralleli nell’arte nubiana medievale, essi somigliano molto alle raffigurazioni monetali dell’imperatore bizantino Michele Paleologo coniate tra il 1259 e il 1282.

Il restauro di una delle volte dell’edificio, ph. Dawid Szymański – © PCMA UW

Le scene mostrano la Madonna, Cristo, l’arcangelo dell’Annunciazione, e un sovrano nubiano sostenuto da Gabriele. Tra le iscrizioni, oltre a quelle liturgiche in greco, ce n’è una in nubiano. Sebbene questa sia di difficile lettura e interpretazione, secondo studi preliminari menzionerebbe il re David, uno degli ultimi sovrani della Makuria cristiana, e una supplica a Dio per la città di Dongola, capitale della Makuria dal IX al XIV sec.

Uno degli affreschi rinvenuti nel monastero, ph. Magdalena Skarżyńska – © PCMA UW

Di particolare attenzione resta la definizione di questo ambiente che andrebbe interpretato come una cripta, malgrado si collochi a 7m al di sopra dello strato medievale, che si trova vicino a quella che doveva essere la cattedrale di Dongola nonché la chiesa più importante dell’intero regno.

Presentazione della Madre di Dio, ph. Magdalena Skarżyńska – PCMA UW

Il ritrovamento di questi affreschi getta nuova luce su Dongola, ampliando il patrimonio storico, archeologico e storico-artistico della Nubia cristiana medievale.

La scoperta nel sito di Dongola è una delle cinque finaliste per il premio International Archaeological Discovery Award “Khaled al-Asaad” 2024, che verrà conferito venerdì 1 novembre nell’ambito delle giornate della Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico, che si svolgeranno dal 31 ottobre al 3 novembre 2024 presso la struttura NEXT, Nuova Esposizione Ex Tabacchificio.

Si può votare la scoperta per lo “Special Award” dal 1 luglio al 1 ottobre al seguente link: Sudan: nel sito di Dongola, dipinti murali cristiani senza precedenti per la pittura nubiana

© Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico / Archeo

Il nostro articolo: Scoperto un complesso enigmatico nel monastero medievale di Old Dongola in Sudan 

Un articolo collegato alle attività del Centro Polacco di Archeologia Mediterranea dell’Università di Varsavia (PCMA UW) a Dongola: Nuove scoperte in Sudan: dalle sabbie di Old Dongola riaffiora una cattedrale

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Chiara Lombardi

Laureata in Archeologia Orientale presso l’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale” con una tesi magistrale in Archeologia Egiziana dal titolo “Iside nei testi funerari e nelle tombe del Nuovo Regno: iconografia e ruolo della dea tra la XVIII e la XIX dinastia” (2013), ha conseguito un master di primo livello in “Egittologia. Metodologie di ricerca e nuove tecnologie” presso la medesima Università (2010-2011). Durante il master ha sostenuto uno stage presso il Museo Egizio de Il Cairo per studiare i vasi canopi nel Nuovo Regno (2010). Ha partecipato a diversi scavi archeologici, tra i quali Pompei (scavi UniOr – Casa del Granduca Michele, progetto Pompeii Regio VI, 2010-2011) e Cuma (scavi UniOr – progetto Kyme III, 2007-2017). Inoltre, ha preso parte al progetto Research Ethiopic language project: “Per un nuovo lessico dei testi etiopici”, finanziato dall’Istituto Italiano per l’Africa e l’Oriente e dal progetto PRIN 2005 “Catene di trasmissione linguistica e culturale nell’Oriente Cristiano e filologia critico testuale. Le problematiche dei testi etiopici: testi aksumiti, testi sull’età aksumita, testi agiografici di traduzione” (2006-2007). Ha collaborato ad un progetto educativo rivolto ai bambini della scuola primaria per far conoscere, attraverso sperimentazioni laboratoriali, gli usi e i costumi dell’antico Egitto e dell’antica Roma (2014-2015). È stata assistente di ricerca presso la Princeton University (New Jersey) per “The Princeton Ethiopian, Eritrean, and Egyptian Miracles of Mary digital humanities project (PEMM)” (2020-2021). Ricercatrice indipendente, attualmente è anche assistente di ricerca per il Professor Emeritus Malcolm D. Donalson (PhD ad honorem, Mellen University). Organizza e partecipa regolarmente a diverse attività di divulgazione, oltre a continuare a fare formazione. Collabora con la Dott.ssa Nunzia Laura Saldalamacchia al progetto Nymphè. Archeologia e gioielli, e con la rivista MediterraneoAntico, occupandosi in modo particolare di mitologia. Appassionatasi alla figura della dea Iside dopo uno studio su Benevento (Iside Grande di Magia e le Janare del Sannio. Ipotesi di una discendenza, Libreria Archeologica Archeologia Attiva, 2010), ha condotto diversi studi sulla dea, tra cui Il Grande inno ad Osiride nella stele di Amenmose (Louvre C 286) (Master di I livello in “Egittologia. Metodologie di ricerca e nuove tecnologie”, 2010); I culti egizi nel Golfo di Napoli (Gruppo Archeologico Napoletano, 2016); Dal Nilo al Tevere. Tre millenni di storia isiaca (Gruppo Archeologico Napoletano, 2018 – Biblioteca Comunale “Biagio Mercadante”, Sapri 2019); Morire nell’antico Egitto. “Che tu possa vivere per sempre come Ra vive per sempre” (MediterraneoAntico 2020); Il concepimento postumo di Horus. Un’ analisi (MediterraneoAntico 2021); Osiride e Antinoo. Una morte per annegamento (MediterraneoAntico 2021); Culti egiziani nel contesto della Campania antica (Djed Medu 2021); Nephthys, una dea sottostimata (MediterraneoAntico 2021). Sua è una pubblicazione una monografia sulla dea Iside (A history of the Goddess Isis, The Edwin Mellen Press, ISBN 1-4955-0890-0978-1-4955-0890-5) che delinea la sua figura dalle più antiche attestazioni nell’Antico Regno fino alla sua più recente menzione nel VII d.C. Lo studio approfondisce i diversi legami di Iside in quanto dea dell’Occidente e madre di Horus con alcune delle divinità femminili nonché nei cicli osiriaco e solare; la sua iconografia e le motivazioni che hanno portato ad una sempre crescente rappresentazione della dea sulle raffigurazioni parietali delle tombe. Un’intera sezione è dedicata all’onomastica di Iside provando a delineare insieme al significato del suo nome anche il compito originario nel mondo funerario e le conseguenti modifiche. L’appendice si sofferma su testi e oggetti funerari della XVIII dinastia dove è presente la dea.

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