© MOLA / Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico / Archeo – modificato da Chiara Lombardi per MediterraneoAntico

Lo scavo condotto a sud di Londra dal Museum of London Archaeology (MOLA) per conto di Landsec e Transport for London (TfL), nella zona di Borough Market, ha portato alla luce un mausoleo di epoca romana. L’area di scavo, localizzata nella Liberty of Southwark, zona in cui sono presenti sia uffici che case private, già nel 2022 aveva restituito il più grande mosaico rinvenuto a Londra da mezzo secolo a questa parte datato tra la fine del II e gli inizi del III sec. d.C. (Nuove scoperte per Londinium: un mosaico di epoca romana).

Il mausoleo conserva sia la struttura muraria, purtroppo non nell’interezza del suo elevato, sia diverse belle pavimentazioni musive con tessere di colore rosso al cui centro si trovano decorazioni a sfondo bianco con disegni a tessere nere e rosse.

© MOLA

Per l’ottimo stato di conservazione interno, il monumento funebre è considerato il migliore mai scoperto finora in Gran Bretagna. Al suo interno non è stato rinvenuto alcun sarcofago, ma circa cento monete, resti di tetto e frammenti di metallo. Tutta l’area del mausoleo è, tuttavia, circondata da almeno 80 sepolture romane che hanno restituito ceramica, bracciali in rame, perline in vetro, un pettine in osso e monete.

© MOLA

I ritrovamenti nell’area della Liberty of Southwark continuano a restituire notevoli informazioni su Londinium, capitale della Britannia fondata nel 43 d.C., importante sito commerciale romano fino al suo abbandono nel V sec. d.C.

 

La scoperta nel quartiere di Southwark è una delle cinque finaliste per il premio International Archaeological Discovery Award “Khaled al-Asaad” 2024, che verrà conferito venerdì 1 novembre nell’ambito delle giornate della Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico, che si svolgeranno dal 31 ottobre al 3 novembre 2024 presso la struttura NEXT, Nuova Esposizione Ex Tabacchificio.

© Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico / Archeo / Shaanxi Academy of Archaeology / Lagash Archaeological Project / Soprintendenza Speciale Roma / Artribune / MOLA / Magdalena Skarżyńsk – modificato da Chiara Lombardi per MediterraneoAntico

Si può votare la scoperta per lo “Special Award” dal 1 luglio al 1 ottobre al seguente link: Regno Unito: a Londra nel quartiere di Southwark i resti di un mausoleo romano

© Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico / Archeo

Fonte: MOLA

Advertisement
Articolo precedenteGli scribi dell’antico Egitto subivano danni scheletrici a causa della loro professione
Prossimo articoloDa Populonia, la storia di Ledeltius lo schiavo contabile che conquistò la libertà
Chiara Lombardi

Laureata in Archeologia Orientale presso l’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale” con una tesi magistrale in Archeologia Egiziana dal titolo “Iside nei testi funerari e nelle tombe del Nuovo Regno: iconografia e ruolo della dea tra la XVIII e la XIX dinastia” (2013), ha conseguito un master di primo livello in “Egittologia. Metodologie di ricerca e nuove tecnologie” presso la medesima Università (2010-2011). Durante il master ha sostenuto uno stage presso il Museo Egizio de Il Cairo per studiare i vasi canopi nel Nuovo Regno (2010). Ha partecipato a diversi scavi archeologici, tra i quali Pompei (scavi UniOr – Casa del Granduca Michele, progetto Pompeii Regio VI, 2010-2011) e Cuma (scavi UniOr – progetto Kyme III, 2007-2017). Inoltre, ha preso parte al progetto Research Ethiopic language project: “Per un nuovo lessico dei testi etiopici”, finanziato dall’Istituto Italiano per l’Africa e l’Oriente e dal progetto PRIN 2005 “Catene di trasmissione linguistica e culturale nell’Oriente Cristiano e filologia critico testuale. Le problematiche dei testi etiopici: testi aksumiti, testi sull’età aksumita, testi agiografici di traduzione” (2006-2007). Ha collaborato ad un progetto educativo rivolto ai bambini della scuola primaria per far conoscere, attraverso sperimentazioni laboratoriali, gli usi e i costumi dell’antico Egitto e dell’antica Roma (2014-2015). È stata assistente di ricerca presso la Princeton University (New Jersey) per “The Princeton Ethiopian, Eritrean, and Egyptian Miracles of Mary digital humanities project (PEMM)” (2020-2021). Ricercatrice indipendente, attualmente è anche assistente di ricerca per il Professor Emeritus Malcolm D. Donalson (PhD ad honorem, Mellen University). Organizza e partecipa regolarmente a diverse attività di divulgazione, oltre a continuare a fare formazione. Collabora con la Dott.ssa Nunzia Laura Saldalamacchia al progetto Nymphè. Archeologia e gioielli, e con la rivista MediterraneoAntico, occupandosi in modo particolare di mitologia. Appassionatasi alla figura della dea Iside dopo uno studio su Benevento (Iside Grande di Magia e le Janare del Sannio. Ipotesi di una discendenza, Libreria Archeologica Archeologia Attiva, 2010), ha condotto diversi studi sulla dea, tra cui Il Grande inno ad Osiride nella stele di Amenmose (Louvre C 286) (Master di I livello in “Egittologia. Metodologie di ricerca e nuove tecnologie”, 2010); I culti egizi nel Golfo di Napoli (Gruppo Archeologico Napoletano, 2016); Dal Nilo al Tevere. Tre millenni di storia isiaca (Gruppo Archeologico Napoletano, 2018 – Biblioteca Comunale “Biagio Mercadante”, Sapri 2019); Morire nell’antico Egitto. “Che tu possa vivere per sempre come Ra vive per sempre” (MediterraneoAntico 2020); Il concepimento postumo di Horus. Un’ analisi (MediterraneoAntico 2021); Osiride e Antinoo. Una morte per annegamento (MediterraneoAntico 2021); Culti egiziani nel contesto della Campania antica (Djed Medu 2021); Nephthys, una dea sottostimata (MediterraneoAntico 2021). Sua è una pubblicazione una monografia sulla dea Iside (A history of the Goddess Isis, The Edwin Mellen Press, ISBN 1-4955-0890-0978-1-4955-0890-5) che delinea la sua figura dalle più antiche attestazioni nell’Antico Regno fino alla sua più recente menzione nel VII d.C. Lo studio approfondisce i diversi legami di Iside in quanto dea dell’Occidente e madre di Horus con alcune delle divinità femminili nonché nei cicli osiriaco e solare; la sua iconografia e le motivazioni che hanno portato ad una sempre crescente rappresentazione della dea sulle raffigurazioni parietali delle tombe. Un’intera sezione è dedicata all’onomastica di Iside provando a delineare insieme al significato del suo nome anche il compito originario nel mondo funerario e le conseguenti modifiche. L’appendice si sofferma su testi e oggetti funerari della XVIII dinastia dove è presente la dea.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here