Un recente studio è stato condotto dall’Università di Manchester – custode di manufatti provenienti dagli scavi ufficiali presso le Grotte di Qumran – in collaborazione con il King’s College di Londra, la Facoltà di Teologia di Lugano e l’Università di Malta.
Questi piccoli pezzetti di storia, aventi ancora tracce di filo per cucitura e di legatura, ritenuti finora senza iscrizioni e considerati relativamente privi di valore, furono un dono, negli anni ’50, del governo giordano a Ronald Reed, esperto di pellami dell’ Università di Leeds, il quale ne analizzò la composizione chimico-fisica del tessuto inserendoli poi all’interno della sua collezione privata. Tale raccolta – Reed Collection – fu poi donata, negli anni ’90 all’Università di Manchester.
Attraverso tecniche di Imaging Multispettrale è stato possibile identificare lettere e segmenti di linee rette altrimenti invisibili ad occhio nudo. Il testo è stato scritto in ebraico-aramaico utilizzando un inchiostro a base di carbonio, e si riferisce al libro di Ezechiele. Ulteriori indagini sono previste nell’ambito di un più ampio progetto di identificazione puntuale del testo. Nel frattempo i frammenti sono conservati nella biblioteca ‘John Rylands’ di Manchester, uno dei più grandi archivi al mondo di testi giudaico-cristiani.