Notizia flash di uno straordinario ritrovamento nel ferrarese: un’antichissima piroga di quasi 9 metri di lunghezza, intatta, è stata individuata in un canale in secca presso Copparo (FE).

La storia di questa meravigliosa scoperta inizia diversi mesi fa, quando il signor Italo Padovani, un imprenditore del ferrarese, ha rinvenuto e riconosciuto un frammento di legno lavorato durante il suo lavoro in un canale. Il frammento, prontamente consegnato alla Soprintendenza Archeologica, è stato esaminato dalla specialista Chiara Guarnieri che, riconoscendolo come possibile frammento di un’antica piroga, ne ha chiesto l’analisi al radiocarbonio.

Qui, la prima scoperta sorprendente: i risultati delle analisi di laboratorio hanno datato l’imbarcazione a una forbice temporale compresa tra 2800 e 2500 a.C., vale a dire la fase finale della secolare Età del Rame. Il dato è tanto più sorprendente per il fatto che l’area del ferrarese ha già restituito in passato diverse piroghe, ma mai così antiche: basti citare il fatto che, ad oggi, quelle musealizzate non risalgono oltre il III secolo a.C.!

Fotografia della piroga di Copparo, parzialmente immersa nel fango. Credits to ANSA

Benché i risultati delle analisi fossero arrivati diversi mesi fa, i tempi tecnici e soprattutto la cattiva stagione ha costretto i ricercatori a rimandare la ricerca dell’imbarcazione fino a questo momento. Ma finalmente, sfruttando la secca del canale in cui era stato rinvenuto il frammento (provocata con l’indispensabile assistenza del Consorzio di Bonifica Pianura di Ferrara), i volontari del Gruppo Archeologico Ferrarese hanno potuto mettersi al lavoro.

Lo scavo, condotto con l’ausilio di un mezzo meccanico sotto l’attenta direzione degli archeologi, ha infine rivelato la presenza della piroga. Lunga 8,70 metri, per 65cm di larghezza, su tratta di una “piroga monossile“, vale a dire ricavata da un unico tronco d’albero, intagliato e lavorato oltre 4.500 anni fa dalla popolazione locale. Lo stato di conservazione del legno purtroppo, come spesso accade, non è dei migliori e la struttura risulta molto fragile.

Il team di archeologi e tecnici al lavoro nel canale. Credits to Ferrara24ore

Essa è stata dunque fotografata, misurata e rilevata con tutti i mezzi tecnologici a disposizione e poi ricoperta con il fango del canale che per millenni l’ha tutelata, per impedire all’aria libera di agire in maniera distruttiva sulle fibre lignee. Nelle prossime settimane verrà messo a punto un piano per il recupero  e la musealizzazione della piroga che, una volta portato a buon fine, sarà un’opera degna della più eccellente perizia scientifico-archeologica del nostro Paese.

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Giulio Vignati

Nato nel 1997, grande appassionato di storia antica e storia in generale, frequenta il Liceo Classico a Milano diplomandosi nel giugno del 2016. Si iscrive poi al corso di laurea in Lettere con indirizzo Antichista presso l’Università degli Studi di Milano, laureandosi nell’ottobre del 2019 con una tesi in Epigrafia Latina dal titolo “Gli equites nella documentazione epigrafica di Brixia”. Passa poi al corso di laurea magistrale in Archeologia presso la medesima università, specializzandosi in storia e archeologia del Vicino Oriente Antico e conseguendo la laurea con una tesi di ambito vicino-orientale dal titolo “Produzione e circolazione di manufatti d’argento tra Anatolia e Mesopotamia Settentrionale durante il Bronzo Medio”. Dal 2020 è membro della missione italiana in Turchia PAIK, che scava presso l’antico sito anatolico di Kaniš/Kültepe, e della missione italiana nel Kurdistan Iracheno MAIPE, che scava presso gli antichi siti di Tell Aliawa e Tell Helawa, partecipando alle operazioni di scavo, documentazione e post-scavo di entrambi i progetti.
 

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