© Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico / Archeo. Modificato da Chiara Lombardi per MediterraneoAntico

Nona edizione per l’International Archaeological Discovery Award “Khaled al-Asaad” 2023, unico riconoscimento mondiale dedicato agli archeologi.

Il premio è stato istituito nel 2015 per volere della Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico (BMTA) e Archeo. Esso intende valorizzare le scoperte archeologiche assegnando un riconoscimento annuale in collaborazione con le testate archeologiche internazionali media partner della BMTA: Antike Welt (Germania), AiD Archäologie in Deutschland (Germania), Archéologia (Francia), arCHaeo (Svizzera), Current Archaeology (Regno Unito), Dossiers d’Archéologie (Francia).

Le civiltà e le culture del passato e le loro relazioni con l’ambiente circostante assumono oggi sempre più un’importanza legata alla riscoperta delle identità, in una società globale che disperde sempre più i suoi valori”. Queste le parole del Direttore della Borsa Ugo Picarelli e del Direttore di Archeo Andrea Steiner, che evidenziano quanto l’International Archaeological Discovery Award “Khaled al-Asaad” si ponga come momento di dialogo interculturale. 

Il premio porta il nome dell’archeologo Khaled al-Asaad che ha dedicato la sua intera carriera al sito di Palmira (Siria), e che ha dato la sua vita per proteggere il sito dichiarato patrimonio UNESCO nel 1980. Così lo ricorda il collega Paolo Matthiae: “Khaled al-Asaad è stato per quarant’anni il Direttore degli scavi archeologici di Palmira. Era l’archeologo della città, ha collaborato con missioni di ogni Paese: dalla Francia alla Germania, dalla Svizzera all’Olanda, dagli Stati Uniti alla Polonia e da ultimo anche con l’Italia, con la missione statale di Milano. Era uno studioso completo, ma soprattutto era una persona tipica delle famiglie delle città del deserto. Questo tipo di uomini, come i beduini di un tempo, sono caratterizzati da una amabilità, da una cortesia e da un’ospitalità straordinaria che per loro è del tutto naturale. Non eccessiva, ma misurata e discreta, Khaled al-Asaad era una persona di grandissima amabilità, misura e gentilezza d’animo”.

Alla scoperta archeologica prima classificata, designata dai Direttori delle testate giornalistiche internazionali che partecipano all’evento, verrà consegnato il premio International Archaeological Discovery Award “Khaled al-Asaad” 2023 venerdì 3 novembre alla presenza degli archeologi, nonché figli di Khaled al-Asaad, Fayrouz e Waleed Asaad.

Anche il pubblico potrà votare la propria scoperta preferita tramite la pagina Facebook ufficiale della Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico Archaeological Tourisim Exchange dal 5 giugno al 5 ottobre mettendo un like sotto la foto della scoperta scelta a questo album “International Archaeological Discovery Award “Khaled al-Asaad”

Ecco le finaliste dell’International Archaeological Discovery Award “Khaled al-Asaad” 2023:

1. Egitto: nell’antica necropoli di Saqqara a Giza, a circa 30 km a sud del Cairo, la piramide della regina Neith con 300 bare e 100 mummie

Gli scavi nella necropoli di Saqqara, a circa 30km dal moderno Cairo, hanno portato alla luce la piramide appartenente alla regina Neith (non la sposa del faraone Pepi II), di cui sembra non esserci notizia nelle fonti. Insieme a questa importante scoperta, si aggiunge il ritrovamento di 22 pozzi interconnessi, di dimensioni tra i 9 e i 18 metri, di un sarcofago in pietra calcarea, di ben trecento bare e almeno cento mummie identificate e in buon stato di conservazione, di cui una con una maschera funeraria in oro massiccio. Si tratta di sepolture risalenti al Nuovo Regno (1550-1069 a.C.).

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2. Guatemala: le tracce del più antico calendario Maya

Nel sito precolombiano di San Bartolo (Guatemala settentrionale) sono state rinvenute iscrizioni che precedono di 150 anni le più antiche attestazioni note del calendario maya. Il frammento murario #6368, situato nei pressi della struttura dedicata alla divinità Xbalamque (o Ixbalamque), è stato datato tramite radiocarbonio al IV-III sec. a.C. Esso raffigura il dio maya del mais del periodo tardo preclassico. Ritornando alla scoperta, quello di San Bartolo è un calendario di tipo rituale, è diviso in 260 giorni ed è composto di numeri che vanno da 1 a 13 associati a 20 simboli diversi. Questi si possono combinare in modi differenti, dando vita al calendario di 260 giorni.

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3. Iraq: dal fiume Tigri nel bacino idrico di Mosul riappare una città dell’età del bronzo

Dalle acque del Tigri nel bacino idrico di Mosul, prosciugato per fare fronte alla siccità che aveva colpito l’Iraq, è emersa una città dell’Impero di Mitanni risalente a 3400 anni fa. Il team di archeologici curdi e tedeschi, a cui si deve la scoperta del sito, ha ipotizzato l’attribuzione della città all’antica Zakhiku (1550-1350 a.C. circa) per la presenza di un palazzo, di una massiccia fortificazione, un magazzino a più piani e un complesso di officine, nonché cinque vasi in ceramica che conservavano un archivio di oltre cento tavolette d’argilla in cuneiforme. Il nostro articolo per approfondire la scoperta Dal Tigri emerge una città di 3400 anni fa.

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4. Italia: in Toscana nella provincia di Siena, a San Casciano dei Bagni dal fango riaffiorano 24 statue di bronzo di epoca etrusca e romana nascoste per millenni

Il santuario di San Casciano dei Bagni ha restituito dal fango e dall’acqua bollente delle sue vasche votive 24 statue bronzee, di cui cinque alte quasi un metro, ex voto, monete ed iscrizioni. Queste, che sono databili tra il II sec. a.C. e il I sec. d.C., sono state realizzate probabilmente da artigiani locali, e vennero sigillate all’interno delle vasche quando il santuario venne chiuso dai cristiani nel V sec. d.C. Le statue sono in ottimo stato di conservazione, con le iscrizioni in etrusco e latino perfettamente leggibili. Le donazioni al santuario provengono non solo dalle grandi famiglie dell’Etruria interna, ma anche dalle élites del mondo etrusco e romano.

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5. Turchia: a Midyat, nella provincia di Mardin, una grande città sotterranea risalente a 2.000 anni fa

A Midyat, nella Turchia meridionale, è stato scoperto un complesso abitativo databile tra il II e il III secolo d.C. pertinente alla città di Matiate, sito che ha una storia insediativa di almeno 1900 anni. Forse utilizzato come luogo di rifugio dai cristiani, il complesso è composto da un tunnel che si snoda per più di cento metri e al cui interno sono state rinvenute 49 stanze, di cui alcune utilizzate come sinagoghe e chiese, oltre a diversi pozzi, depositi e decorazioni murarie. Si stima che sia stato scoperto solo il 3% della città sotterranea. Matiate è conosciuta come la “Città delle Grotte”.

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Anche quest’anno MediterraneoAntico è social media partner online ufficiale di BMTA XXV edizione, che si terrà a Paestum (SA) dal 2 al 5 novembre 2023, e saremo lì per raccontarvi le iniziative che vogliono valorizzare il patrimonio culturale e archeologico di Parchi e Musei.

Enti promotori della Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico sono la Regione Campania, la Città di Capaccio Paestum e il Parco Archeologico di Paestum e Velia; sotto il patrocinio del Ministero della Cultura, del Ministero del Turismo, del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, dell’Anci. La BMTA è stata insignita come eccellenza nel dialogo interculturale dalle organizzazioni governative internazionali della cultura e del turismo dell’Onu, Unesco e Unwto.

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Chiara Lombardi

Laureata in Archeologia Orientale presso l’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale” con una tesi magistrale in Archeologia Egiziana dal titolo “Iside nei testi funerari e nelle tombe del Nuovo Regno: iconografia e ruolo della dea tra la XVIII e la XIX dinastia” (2013), ha conseguito un master di primo livello in “Egittologia. Metodologie di ricerca e nuove tecnologie” presso la medesima Università (2010-2011). Durante il master ha sostenuto uno stage presso il Museo Egizio de Il Cairo per studiare i vasi canopi nel Nuovo Regno (2010). Ha partecipato a diversi scavi archeologici, tra i quali Pompei (scavi UniOr – Casa del Granduca Michele, progetto Pompeii Regio VI, 2010-2011) e Cuma (scavi UniOr – progetto Kyme III, 2007-2017). Inoltre, ha preso parte al progetto Research Ethiopic language project: “Per un nuovo lessico dei testi etiopici”, finanziato dall’Istituto Italiano per l’Africa e l’Oriente e dal progetto PRIN 2005 “Catene di trasmissione linguistica e culturale nell’Oriente Cristiano e filologia critico testuale. Le problematiche dei testi etiopici: testi aksumiti, testi sull’età aksumita, testi agiografici di traduzione” (2006-2007). Ha collaborato ad un progetto educativo rivolto ai bambini della scuola primaria per far conoscere, attraverso sperimentazioni laboratoriali, gli usi e i costumi dell’antico Egitto e dell’antica Roma (2014-2015). È stata assistente di ricerca presso la Princeton University (New Jersey) per “The Princeton Ethiopian, Eritrean, and Egyptian Miracles of Mary digital humanities project (PEMM)” (2020-2021). Ricercatrice indipendente, attualmente è anche assistente di ricerca per il Professor Emeritus Malcolm D. Donalson (PhD ad honorem, Mellen University). Organizza e partecipa regolarmente a diverse attività di divulgazione, oltre a continuare a fare formazione. Collabora con la Dott.ssa Nunzia Laura Saldalamacchia al progetto Nymphè. Archeologia e gioielli, e con la rivista MediterraneoAntico, occupandosi in modo particolare di mitologia. Appassionatasi alla figura della dea Iside dopo uno studio su Benevento (Iside Grande di Magia e le Janare del Sannio. Ipotesi di una discendenza, Libreria Archeologica Archeologia Attiva, 2010), ha condotto diversi studi sulla dea, tra cui Il Grande inno ad Osiride nella stele di Amenmose (Louvre C 286) (Master di I livello in “Egittologia. Metodologie di ricerca e nuove tecnologie”, 2010); I culti egizi nel Golfo di Napoli (Gruppo Archeologico Napoletano, 2016); Dal Nilo al Tevere. Tre millenni di storia isiaca (Gruppo Archeologico Napoletano, 2018 – Biblioteca Comunale “Biagio Mercadante”, Sapri 2019); Morire nell’antico Egitto. “Che tu possa vivere per sempre come Ra vive per sempre” (MediterraneoAntico 2020); Il concepimento postumo di Horus. Un’ analisi (MediterraneoAntico 2021); Osiride e Antinoo. Una morte per annegamento (MediterraneoAntico 2021); Culti egiziani nel contesto della Campania antica (Djed Medu 2021); Nephthys, una dea sottostimata (MediterraneoAntico 2021). Sua è una pubblicazione una monografia sulla dea Iside (A history of the Goddess Isis, The Edwin Mellen Press, ISBN 1-4955-0890-0978-1-4955-0890-5) che delinea la sua figura dalle più antiche attestazioni nell’Antico Regno fino alla sua più recente menzione nel VII d.C. Lo studio approfondisce i diversi legami di Iside in quanto dea dell’Occidente e madre di Horus con alcune delle divinità femminili nonché nei cicli osiriaco e solare; la sua iconografia e le motivazioni che hanno portato ad una sempre crescente rappresentazione della dea sulle raffigurazioni parietali delle tombe. Un’intera sezione è dedicata all’onomastica di Iside provando a delineare insieme al significato del suo nome anche il compito originario nel mondo funerario e le conseguenti modifiche. L’appendice si sofferma su testi e oggetti funerari della XVIII dinastia dove è presente la dea.

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