Foto del carro cerimoniale di Civita Giuliana, crediti Parco Archeologico di Pompei, rielaborato da Chiara Lombardi per MediterraneoAntico

Sarà esposto per la prima volta il carro cerimoniale rinvenuto a Civita Giuliana, villa suburbana a nord dell’antica Pompei. Il pubblico potrà finalmente ammirare da vicino il reperto che è un unicum in Italia non solo per il suo stato di conservazione ma anche perché è il primo, e finora l’unico, pilentum ritrovato sul suolo nazionale. Il pilentum è un carro da parata utilizzato dall’élite romana sia durante le cerimonie sia per trasportare la sposa nella sua nuova abitazione.

Il reperto sarà parte degli oggetti in mostra ne L’istante e l’eternità. Tra noi e gli Antichi (qui il nostro articolo), esposizione che si terrà dal 4 maggio al 30 luglio 2023 presso la sezione del Museo Nazionale Romano collocata nelle Terme di Diocleziano.

Portato alla luce agli inizi del 2021 in ottimo stato di conservazione nel porticato antistante alla stalla, il grande carro cerimoniale preserva gli elementi in ferro, le decorazioni in bronzo e argento con scene erotiche, resti lignei mineralizzati, impronte di elementi organici, quali decorazioni vegetali e corde. La sua ricostruzione è stata possibile grazie alla tecnica del calco utilizzata sulle impronte lasciate dai resti organici nella cenere dell’eruzione del 79 d.C.

La villa suburbana di Civita Giuliana, già parzialmente scavata agli inizi del ‘900, è divenuta nuovamente oggetto di indagini a partire dal 2017 per contrastare gli scavi clandestini, in una collaborazione tra la Procura della Repubblica di Torre Annunziata, i Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale e il Parco Archeologico di Pompei; nel 2019 questa cooperazione tra le istituzioni ha dato vita ad un protocollo d’intesa per la legalità, in modo da riconsegnare ai cittadini il proprio patrimonio culturale. La villa non ha tardato a restituire uno spaccato significativo sia della vita dei suoi abitanti che di quella dei cittadini romani del I sec. d.C. E molto dev’essere ancora oggetto di indagine.

Gennaro Sangiuliano, Ministro della Cultura, così si esprime non solo sull’importanza del ritrovamento del carro cerimoniale in sé, del suo restauro ed esposizione, ma anche della collaborazione tra le istituzioni locali: “Questa è un’autentica perla che dimostra ancor più, ove ve ne fosse bisogno, l’unicità del nostro patrimonio. Il restauro e l’esposizione non rappresentano solo la restituzione di un reperto eccezionale ai cittadini e agli studiosi, ma anche il coronamento di uno sforzo che, in questo caso, ha visto operare insieme Parco archeologico di Pompei, Procura della Repubblica di Torre Annunziata e Carabinieri del TPC. Tutto ciò ci spinge a lavorare con sempre maggior impegno, consapevoli del valore del nostro patrimonio, eredità di un grande passato ma anche opportunità di crescita civile e socioeconomica per il futuro”.

Ancora, Massimo Osanna, Direttore generale dei Musei: “La scoperta all’epoca dello scavo fu eccezionale per le informazioni che rivelava per la tipologia di veicoli di trasporto, di tipo cerimoniale, che non trovava confronti in Italia con simili reperti. Un carro simile era stato ritrovato anni fa in Grecia, nei luoghi dell’antica Tracia, in una tomba appartenuta a una famiglia di alto rango, ma lasciato in situ. Questa è invece la prima volta al mondo che un pilentum viene ricostruito e studiato. Inoltre, le indagini a Civita Giuliana hanno sancito l’attuazione di una metodologia di scavo di tutto il contesto, ormai ordinaria a Pompei, che ha visto coinvolto un team interdisciplinare di archeologi, architetti, ingegneri, restauratori, vulcanologi, antropologi e archeobotanici. L’attuale restituzione del carro al pubblico racchiude una storia ben più ampia di cura del patrimonio culturale italiano”.

Queste le parole di Gabriel Zuchtriegel, attuale Direttore del Parco Archeologico di Pompei: “Il carro oltre al suo valore scientifico, costituisce il simbolo di un processo virtuoso di legalità, tutela e valorizzazione non solo dei singoli reperti, ma di tutto il territorio vesuviano. Quell’attività ha dato avvio a operazioni di esproprio di strutture illecite, per consentire di proseguire l’indagine e ha visto più enti collaborare per un intento univoco. Oltre alla Procura e ai Carabinieri, anche il Comune di Pompei, ha dato la sua disponibilità nella gestione della viabilità urbana inevitabilmente compromessa dal prosieguo dello scavo. L’esposizione dei preziosi reperti è un punto di partenza verso l’obiettivo più ambizioso di rendere presto fruibile l’intera villa al pubblico”.

Fonte: UFFICIO STAMPA Parco Archeologico di Pompei

Immagini gentilmente concesse da UFFICIO STAMPA Parco Archeologico di Pompei

 

Per approfondire le diverse scoperte fatte a Civita Giuliana:

La Pompei delle meraviglie. Nuovi scavi, ricerche e la realizzazione del calco di un cavallo a Civita Giuliana

La tomba di Civita Giuliana conteneva lo scheletro di un uomo vissuto dopo il 79 d.C.

Pompei: scoperto un terzo cavallo nella villa di Civita Giuliana

Nuova scoperta a Pompei: un carro da parata integro

Pompei – La stanza degli schiavi – L’ultima scoperta di Civita Giuliana, che ha fatto rientrare la scoperta nelle cinque finaliste dell’ottava edizione dell’International Archaeological Discovery Award “Khaled al-Asaad” della Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico di Paestum 2022

Pompei, si amplia lo scavo di Civita Giuliana: rinvenuti nuovi reperti

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Chiara Lombardi

Laureata in Archeologia Orientale presso l’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale” con una tesi magistrale in Archeologia Egiziana dal titolo “Iside nei testi funerari e nelle tombe del Nuovo Regno: iconografia e ruolo della dea tra la XVIII e la XIX dinastia” (2013), ha conseguito un master di primo livello in “Egittologia. Metodologie di ricerca e nuove tecnologie” presso la medesima Università (2010-2011). Durante il master ha sostenuto uno stage presso il Museo Egizio de Il Cairo per studiare i vasi canopi nel Nuovo Regno (2010). Ha partecipato a diversi scavi archeologici, tra i quali Pompei (scavi UniOr – Casa del Granduca Michele, progetto Pompeii Regio VI, 2010-2011) e Cuma (scavi UniOr – progetto Kyme III, 2007-2017). Inoltre, ha preso parte al progetto Research Ethiopic language project: “Per un nuovo lessico dei testi etiopici”, finanziato dall’Istituto Italiano per l’Africa e l’Oriente e dal progetto PRIN 2005 “Catene di trasmissione linguistica e culturale nell’Oriente Cristiano e filologia critico testuale. Le problematiche dei testi etiopici: testi aksumiti, testi sull’età aksumita, testi agiografici di traduzione” (2006-2007). Ha collaborato ad un progetto educativo rivolto ai bambini della scuola primaria per far conoscere, attraverso sperimentazioni laboratoriali, gli usi e i costumi dell’antico Egitto e dell’antica Roma (2014-2015). È stata assistente di ricerca presso la Princeton University (New Jersey) per “The Princeton Ethiopian, Eritrean, and Egyptian Miracles of Mary digital humanities project (PEMM)” (2020-2021). Ricercatrice indipendente, attualmente è anche assistente di ricerca per il Professor Emeritus Malcolm D. Donalson (PhD ad honorem, Mellen University). Organizza e partecipa regolarmente a diverse attività di divulgazione, oltre a continuare a fare formazione. Collabora con la Dott.ssa Nunzia Laura Saldalamacchia al progetto Nymphè. Archeologia e gioielli, e con la rivista MediterraneoAntico, occupandosi in modo particolare di mitologia. Appassionatasi alla figura della dea Iside dopo uno studio su Benevento (Iside Grande di Magia e le Janare del Sannio. Ipotesi di una discendenza, Libreria Archeologica Archeologia Attiva, 2010), ha condotto diversi studi sulla dea, tra cui Il Grande inno ad Osiride nella stele di Amenmose (Louvre C 286) (Master di I livello in “Egittologia. Metodologie di ricerca e nuove tecnologie”, 2010); I culti egizi nel Golfo di Napoli (Gruppo Archeologico Napoletano, 2016); Dal Nilo al Tevere. Tre millenni di storia isiaca (Gruppo Archeologico Napoletano, 2018 – Biblioteca Comunale “Biagio Mercadante”, Sapri 2019); Morire nell’antico Egitto. “Che tu possa vivere per sempre come Ra vive per sempre” (MediterraneoAntico 2020); Il concepimento postumo di Horus. Un’ analisi (MediterraneoAntico 2021); Osiride e Antinoo. Una morte per annegamento (MediterraneoAntico 2021); Culti egiziani nel contesto della Campania antica (Djed Medu 2021); Nephthys, una dea sottostimata (MediterraneoAntico 2021). Sua è una pubblicazione una monografia sulla dea Iside (A history of the Goddess Isis, The Edwin Mellen Press, ISBN 1-4955-0890-0978-1-4955-0890-5) che delinea la sua figura dalle più antiche attestazioni nell’Antico Regno fino alla sua più recente menzione nel VII d.C. Lo studio approfondisce i diversi legami di Iside in quanto dea dell’Occidente e madre di Horus con alcune delle divinità femminili nonché nei cicli osiriaco e solare; la sua iconografia e le motivazioni che hanno portato ad una sempre crescente rappresentazione della dea sulle raffigurazioni parietali delle tombe. Un’intera sezione è dedicata all’onomastica di Iside provando a delineare insieme al significato del suo nome anche il compito originario nel mondo funerario e le conseguenti modifiche. L’appendice si sofferma su testi e oggetti funerari della XVIII dinastia dove è presente la dea.

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