© Parco Archeologico di Pompei, modificato da Chiara Lombardi per MediterraneoAntico
Nuovi ritrovamenti presso Villa San Marco a Stabiae, costruita in epoca augustea e sepolta dall’eruzione del 79 d.C., oggetto di nuove indagini archeologiche. Queste, le cui ultime sono iniziate a marzo, sono dirette dalla professoressa Maria Luisa Catoni della Scuola IMT Alti Studi di Lucca, da Carlo Rescigno, docente presso l’Università della Campania ‘Luigi Vanvitelli’, e da Gabriel Zuchtriegel, direttore del Parco Archeologico di Pompei.

Gli scavi iniziati in primavera hanno portato alla luce la parte terminale del portico superiore di cui si evidenziano affreschi in IV stile dai colori vivi, e sezioni crollate dal soffitto o dalle pareti, elementi che contribuiscono a ricostruire le fasi distruttive della villa a causa dell’eruzione.

Villa San Marco, che prende il nome da una cappella del XVII sec., è la villa d’otium più grande della Campania felix romana, estendendosi per 11.000 mq, di cui ne sono stati portati alla luce circa 6.000, in ottimo stato di conservazione poiché sommersi da 5m di lapilli. I primi scavi risalgono all’epoca borbonica, tra il 1749 e il 1782; mentre si deve a Libero D’Orsi la prima campagna di scavi sistematici, tra il 1950 e il 1962.
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