Si è conclusa la sesta campagna di scavi condotta nell’ambito del PRAEDIA Project nel Complesso dei Riti Magici a Pompei (Regio II, Ins. I, 12), campagna che ha portato alla luce i resti di un sacrificio. Il PRAEDIA Project “Pompeian Residential Architecture: an Environmental, Digital, and Interdisciplinary Archive”, partito nel 2016, ha come obiettivo quello di esaminare la Regio II e vede coinvolti il Parco Archeologico di Pompei, il Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere dell’Università di Pisa, la Scuola IMT Alti Studi Lucca-Centro LYNX, e l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV).
Il progetto era partito focalizzandosi sui Praedia di Giulia Felice (Regio II, Ins. IV), per poi spostarsi nell’area del Complesso dei Riti Magici nel 2022. Quest ultimo, investigato per la prima volta tra il 1953 e il 1958, era stato così chiamato per il rinvenimento di due serpenti in bronzo, di due crateri e di due mani di bronzo, tutti decorati con elementi animali e vegetali. Le mani in bronzo andrebbero ricondotte al culto di Sabazio, dio frigio connesso ai cavalli, e venerato dal proprietario di una domus non molto distante da quest’area.
Le attività di scavo 2023 del PRAEDIA Project nel Complesso dei Riti Magici hanno indagato i giardini interni in tre diversi punti. Ciò è servito per ampliare le conoscenze di questa struttura che, come era emerso dagli scavi nei giardini esterni, si era impiantata in una zona occupata precedentemente da tre abitazioni, poi risistemata e ridedicata attraverso offerte votive. Le indagini hanno permesso di individuare un piccolo deposito sacrificale. Il sacrificio, destinato a Sabazio, era composto di nocciole, melagrane e forse datteri carbonizzati. Significativo il dato poiché conferma l’utilizzo del complesso per riti propiziatori e magici fino all’eruzione del 79 d.C.
Fonte: UNIPINEWS