Vi voglio raccontare una storiella curiosa che sono convinto non tutti conoscete. Oltre a passare il mio tempo libero studiando e scrivendo, da buon pensionato che vive in aperta campagna, mi dedico alla cura della mia terra e dei miei vari animaletti, tra i quali alcune galline. Da alcuni anni sto utilizzando un regalo che hanno fatto a mio nipote, che anche lui ama la campagna, l’incubatrice per le uova. Funziona! Faccio schiudere le uova delle nostre galline con ottimi risultati.

Voi ora penserete. “e chi se ne frega….”, no un momento, quello che voglio raccontarvi non sono le mie avventure da Cincinnato. Non penserete mica che mi sia fermato li, fare ricerche è il mio passatempo preferito principalmente se riferito all’Antico Egitto. Dunque ho indagato se tra le numerose invenzioni, di cui ci sono precursori gli antichi egizi, non ci fosse qualcosa che riguardasse l’arte di far schiudere le uova. Scorrendo diversi siti web sono riuscito a trovare quello che cercavo. La conferma che già gli antichi egizi usavano dei metodi sperimentati per fa schiudere le uova incrementando così la produzione di carne di pollo.

Non so quanti di noi lo avevano mai sentito ma la cosa è assolutamente vera. Non finiremo mai di sorprenderci del livello raggiunto dagli antichi egizi e penso che qualunque cosa ci venga in mente, quelli l’avevano già inventata.

Plinio il Vecchio, nel suo “Naturalis Historia” X, 154, scriveva: “Ma si è trovato che le uova disposte sulla paglia in un luogo caldo vengano riscaldate con poco fuoco, mentre un uomo contemporaneamente le rigira giorno e notte, e al giorno stabilito ne fuoriesce il feto”. La scoperta fu poi ampiamente trattata da Charles-Joseph Panckoucke nella sua “Description de L’Egypte ou recueil des observatios et des recherches”, scritta e pubblicata sul finire del 1700 ma che fu continuamente aggiornata a cura della figlia Thérèse-Charlotte Agasseche continuò a curarne la pubblicazione. Nella sua descrizione, Panckoucke dedica un capitolo all’argomento: “Mémoire sur l’art de faire éclore les poulets en Egypte par le moyen des fours”, (Memoria sull’arte della schiusa dei polli in Egitto attraverso i forni). In effetti, come citato nel testo di Annalisa Monaco, lo scienziato naturalista francese René Antoine Ferchault de Réaumur, quando nel 1750 vide i forni esclamò: “L’Egitto dovrebbe essere più fiero di loro che delle sue piramidi”, parlava degli incubatoi peruova. Aristotele nel IV secolo a.C. scrisse: “In Egitto le uova si schiudono spontaneamente nel terreno, essendo seppellite sotto cumuli di sterco”.

Ne parlò meglio Diodoro Siculo nel I sec. a.C.: “Gli uomini che hanno a che fare con pollame e oche, oltre a produrli nel modo naturale noto a tutta l’umanità, li ottengono con le loro stesse mani, in virtù di un’abilità a loro peculiare, in numeri che non si raccontano; perché non usano gli uccelli per covare le uova, ma, effettuando essi stessi artificialmente (la cova), con il loro spirito e la loro abilità in un modo sbalorditivo, non sono superati dalle operazioni della natura”. L’impiego di particolari forni di argilla, nei quali si provvedeva a controllare attentamente il calore e l’umidità, permetteva di far schiudere 4.000 – 5.000 uova nel tempo necessario per la schiusa).

In realtà, nessuno dei viaggiatori che visitarono l’Egitto, anche fino a pochi secoli fa, sapeva con esattezza come funzionassero gli incubatoi. Forse per questo Aristotele si sbagliò pensando che lo sterco, usato come combustibile, servisse invece per tenere al caldo le uova. Da notare che ancora oggi, in molte zone dell’Egitto rurale gli incubatoi per uova funzionano esattamente come in epoca faraonica anche se l’espansione della fornitura di energia elettrica porti pian piano a sostituire i vecchi forni con incubatrici elettriche moderne. (PS: come quella che ho io).

Fonti:
Vanillamagazine.it” di Annalisa Monaco
Description de L’Egypte di Charles-Joseph Panckoucke

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Piero Cargnino

Ho sempre nutrito la passione per l’egittologia fin da ragazzo ed ho sempre continuato a studiarla. Da quando sono in pensione studio la Storia in generale. Nel 2006 mi sono iscritto all’Associazione Culturale Seshat della dott.ssa Mazzanti, dove, durante una sua conferenza con IL Dott. Zahi Hawass, ho vinto un viaggio in Egitto messo in palio dal Consolato egiziano di Torino.
Dal 2009 al 2017 sono stato socio volontario dell’ACME (Amici e Collaboratori del Museo Egizio) ed ho esercitato, oltre che come volontario presso il Museo, dove ho collaborato con la Direttrice Eleni Vassilika, anche l’incarico di Tesoriere dell’Associazione. Ho avuto numerosi incontri con il compianto Prof. Silvio Curto che mi ha seguito parecchio nei miei studi di egittologia e mi ha lasciato in dono diverse sue pubblicazioni che custodisco gelosamente.

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