Fig. 0 – La strada per Balat è coperta da una duna di sabbia mobile.

Nella VI dinastia Balat era la capitale dell’oasi di Dakhla. Esistono ancora i resti della città. A poca distanza, nel sito di Qila el-Dabba, si ergono 4 mastabe che sono i monumenti funerari dei governatori locali vissuti durante i regni di Pepi I e Pepi II: la mastaba di Medu-Nefer (V): la mastaba di Khentika (III); la mastaba di Ima-Pepi (II); la mastaba di Ima-Pepi (I): questa mastaba è formata da tre costruzioni appartenenti e tre diversi governatori.

Fig. 1 – Una mastaba (VI dinastia), a Qila el-Dabba, Balat.
Fig. 2 – La mastaba di Khentika (VI dinastia), a Qila el-Dabba, Balat
Fig. 3 – Una parete esterna della mastaba di Khentika.

Intorno alle mastabe ci sono le tombe dei loro familiari.
Il nostro resoconto è focalizzato solo sulla mastaba di Khentika, l’unica di cui ho visitato anche il complesso sotterraneo.
La struttura superiore della mastaba ha delle sale interne con tracce di decorazioni con scene che evocano la vita quotidiana di un notabile egizio: scene di caccia e pesca e diverse attività artigianali.

Fig. 4 – Nelle sale della sovrastruttura la decorazione era dedicata alle attività quotidiane. Qui è rappresentata una scena di lavoro nei campi.
Fig. 5 – Alcuni khekheru e e qualche geroglifico sono visibili in una sala della sovrastruttura.

Queste attività sono tipiche nelle decorazioni di questo tipo di monumenti e ripetono i motivi delle mastabe di Saqqara,
Nella cappella è stata trovata una bella stele di Khentika suddivisa in due parti: sul lato sinistro è scolpita una lista di offerte funerarie, sul lato destro l’enunciazione di offerte funerarie è associata alla formula conosciuta come l’Appel aux Vivant. Sul fondo della stele Khentika è rappresentato mentre consuma il suo pasto funerario. Sotto di lui due servitori arrostiscono della carne e gli preparano il pasto. La stele si trova ora nel museo di Kharga.

Fig. 6 – In una cappella della sovrastruttura è stata recuperata questa bella stele di Khentika. La stele è ora ospitata nel Museo di Kharga. I testi della stele di Khentika sono suddividi in due parti: a destra c’è un ampio elenco di offerte funerarie, a sinistra è riportato l’Appel aux Vivant, cioè l’appello ai passanti di leggere il nome del defunto e la formula delle offerte funerarie per renderle performative. Sotto i testi della stele è rappresentato il defunto che si sta pascendo delle offerte alimentari.
Fig. 7 – Sul fondo della stele di Khentika due servitori gli preparano il pasto: uno dei due sta attizzando il fuoco dell’arrosto con un ventaglio.

La superstruttura è stata totalmente aperta alla vista, con la possibilità di identificare i vari stadi di elevazione della mastaba e di studiare i materiali usati per la fabbricazione dei mattoni.
Poi i lavori hanno dato la possibilità di esaminare il complesso sotterraneo. Per realizzare questo lavoro si è dovuta rimuovere a lato tutta la sovrastruttura.

Fig. 8 – Lo scavo della mastaba di Khentika ha messo a cielo aperto la scalinata che dall’interno della mastaba giunge all’ingresso della parte sotterranea della tomba.
Fig. 9 – Questa foto mostra la lunga scalinaata scolpita nella roccia che dall’interno della mastaba di Khentika porta all’ingresso del complesso sotterraneo.
Fig. 10 – Sopra l’ingresso della parte sotterranea della tomba una serie di lastroni di calcare consolida la struttura.

Nella sottostruttura una camera di calcare era riservata per la sepoltura del governatore, il cui corpo fu trovato in un sarcofago di legno in pessime condizioni, così come il corpo di Khentika.
La parete di calcare è stata decorata ed è ben visibile l’effigie di Khentika.

Fig. 11 – Quando si penetra nella parte sotterranea compare subito l’immagine di Khentika, il titolare della mastaba.
Fig. 12 – Un’altra immagine di Khentika seduto con un cane ai suoi piedi.
Fig. 13 – Particolare del cane ai piedi di Khentika.
Fig. 14 – Di fronte a Khentika era rappresentata la moglie durante il banchetto funerario. Della figura della moglie sono ora visibili solo i piedi.
Fig. 15 – Anche tra i piedi della moglie di Khentika è visibile un cane.
Fig. 16 – La decorazione mostra alcune fanciulle che odorano un fior di loto. Questa immagine mostra solo una di queste fanciulle. Il fior di loto è anche simbolo di rinascita.

Si individua una scena di banchetto funerario del governatore con la moglie, tra i piedi di entrambi ci sono i loro cani.
Sulla parete sono rappresentata alcune fanciulle che odorano il fior di loto.
Sullo stipite della porta il defunto è rappresentato sulla prua di un battello di grandi dimensioni.

Sul pavimento di questa sala sono stati trovati resti di offerte alimentari lasciate dai preti del ka prima di uscire dalla tomba: cosce, teste di bovini e costati. C’erano anche un poggiatesta con il nome di Khentika e oggetti di toeletta.
La mia visita a Balat risale al 1988 e le mie diapositive sono quasi tutte da gettare. Ma alcune di esse sono comunque in grado di mostrare i lavori di rimozione della sovrastruttura e di farci entrare nella sottostruttura a incontrare l’immagine del governatore Khentika e alcuni rilievi che lo accompagnano nella sua vita ultraterrena.
L’architettura della mastaba di Medu-Nefer è abbastanza simile a quella di Khentika e la sua struttura è stata aperta alla vista delle sue componenti. Però il complesso funerario non è decorato.

Fig. 17 – La decorazione della tomba di Khentika mostra anche un grande battello sulla cui prua c’è il defunto. L’immagine è strana e curiosa in quanto a Balat e a Qila el-Dabba non esistono corsi d’acqua.
Fig. 18 – Anche la mastaba di Medu-Nefer mostra a cielo aperto la sua struttura interna che conduce all’ingresso del complesso sotterraneo.
Fig. 19 – L’immagine mostra l’ingresso al complesso sotterraneo della mastaba di Medu-Nefer.
Fig. 20 – Nella zona delle mastabe ci sono altre tombe più tarde. In questa immagine si vede l’ingresso alla tomba di un governatore del periodo herakhleopolitano di nome Bertju, X dinastia.

A Qila el-Dibba ci sono anche altre tombe più tarde. Una tomba del I Periodo Intermedio, la tomba del governatore Bertju (X din.) del periodo herakleopolitano, era aperta alle visite.

Le diapositive fatte allora all’interno del complesso funerario di Khentika non illuminato erano già abbastanza scure. Ora sono rosse e ho eliminato dall’articolo quelle inguardabili.
Da quando ho visitato Balat fino ad oggi non ha mai sentito citare Balat; quindi, presumo che (quasi) nessuno conosca questo sito. Ma a mio parere merita di essere ricordato e magari visitato, quindi nonostante le mie pessime diapositive tento l’impresa di resuscitare il sito archeologico di Balat con le sue spettacolari mastabe nel sito di Qila el-Dabba.

Fig. 21 – Nella tomba di Bertju si può ammirare un bel sarcofago dipinto. La diapositiva mostra una fiancata del sarcofago (la diapositiva scattata in un luogo scuro è diventata rossa per l’età, quindi chiedo uno sforzo di immaginazione a chi guarderà questa immagine).

Gilberto Modonesi

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Gilberto Modonesi

Ho iniziato a interessarmi dell’Egitto antico nel 1960. Nel 1964 mi sono sposato e il viaggio di nozze è stato il mio primo viaggio in Egitto. A metà ottobre il primo cortile del tempio di Luxor era allagato dall’acqua dell’inondazione del Nilo e anche le basi dei colossi di Memnon erano in acqua. Ad  Aswan i russi stavano costruendo la Grande Diga.

Nel 1980, dopo la nascita di due figli, ho effettuato la navigazione sul Nilo con tutta la famiglia. Nel 1985 ho partecipato con mia moglie a un viaggio organizzato dal Dr. Mario Tosi. Da allora e fino al dicembre del 2010 sono stato in Egitto almeno 35 volte. Agli inizi ho visitato i vari siti archeologici in taxi solo con mia moglie.. Quando sono iniziati gli attentati contro i turisti ho organizzato viaggi turistici in modo da avere una scorta militare. In questi viaggi io avevo il ruolo di “responsabile culturale”. Grazie a tutti questi viaggi ho potuto visitare i siti archeologici dal nord al sud dell’Egitto, quelli di tutte le oasi e i monumenti del Lago Nasser. Ho fatto un viaggio anche nel Sinai per visitare il tempio di Serabit el-Khedim.

Il viaggio del dicembre 2010 è stato il mio ultimo viaggio a causa della rivoluzione egiziana, poi per miei problemi di salute e successivamente anche di mia moglie.

Per arricchire la mia conoscenza dell’antico Egitto e per seguire gli sviluppi delle ricerche mi sono iscritto a varie associazioni internazionali e nazionali:

  • International Association of Egyptologists
  • Amici del Museo Egizio di Torino
  • American Research Center in Egypt
  • Fondation Egyptologique Réine Elisabeth
  • Egypt Exploration Society
  • Associazione Culturale Harwa 2001
  • Centro Egittologico Comasco F. Ballerini

Dal 2020 non ho più rinnovato la mia iscrizione a queste associazioni a causa della mia situazione personale e famigliare.

Il mio antico interesse per l’Egitto si è alimentato anche partecipando come uditore a diversi incontri internazionali:

  • Convegno sulla Magia Egizia – Milano 29-31 ottobre 1985
  • Convegno sulla Valle dei Re – Tucson (Arizona) 26-27 ottobre 1994
  • International Congress of Egyptologists : Torino 1991 – Cambridge 1995 – Cairo 2000 – Grenoble 2004 – Rodi 2012 –  Firenze 2016

Grazie alla mia esperienza di visite in Egitto e alla documentazione raccolta in migliia di diapositive ho per anni diffuso la conoscenza dell’antico Egitto presso varie “Università della Terza Età”. Poi, nel 2006, il Centro Studi Archeologia Africana, che ha sede nel Civico Museo di Storia Naturale di Milano, mi ha offerto la possibilità di organizzare e tenere conferenze sull’antico Egitto presso l’aula magna dello stesso Museo. Ho svolto questa attività dal 2007 fino al gennaio del 2020, con conferenze mensili sull’Egitto antico. Il 2020 è un anno fatidico a causa del Covid e dei miei problemi personali e di mia moglie.

Ho scritto alcuni articoli e due libri :

  • All’ombra del divino – Il significato dei ventagli nelle rappresentazioni dell’antico Egitto (2016)
  • La longeva vitalità di fiabe e racconti mitici egizi – Alla ricerca di tracce di racconti mitici e fiabe egizi in fiabe moderne europee (2018)

Nel tempo ho raccolto centinaia di articoli e acquistato tanti (troppi) libri di egittologia di varii formati e dimensioni: mignon-normali-grandi-enormi (il formato imperiale).

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