Banebdjed, il dio capro di Mendes e le fanciulle

Il dio principale della città santa di Mendes era un capro, Ba-neb-djed, identificato con il dio Pan dagli scrittori greci e latini che hanno segnalato nei loro scritti, generalmente indignati, un rito molto particolare: il capro si univa a delle fanciulle.
Ecco, in estrema sintesi, le segnalazioni di questi scrittori che riprendo pari pari dall’articolo di Derchain, 1999, citato in nota.1

Pindaro (frgt 201) (Hopfner, Fontes 4): Mendes […] dove i capri…si accoppiano con donne.
Erodoto II, 46: In questo nomo (Mendes) un prodigio ebbe luogo ai miei tempi: un capro si accoppiava pubblicamente con una donna. Il fatto fu notorio.
Strabone 17, 19: A Mendes, in cui gli abitanti onorano Pan, e fra gli animali, il capro. Là, secondo il dire di Pindaro, i capri si accoppiano con donne2.
Clemente di Alessandria (Protrept II, 32, 4, Hopfner, Fontes 366): Il capro di Thmuis (= Mendes) si accoppiava sia con donne che con capre.
Cosma di Gerusalemme (Hopfner, Fontes 742): Essi (a Mendes) hanno pratiche vergognose nelle quali si racconta che Pan suoni il flauto e che delle vergini si denudino e danzino impudicamente e poi seguono altre impudicizie.

Va notato che tutte queste citazioni sono del tipo relata refero e quindi vanno considerate come indizi, non come prova.

Devo a K. Blouin, 2009, la seguente citazione di Plutarco.
Plutarco (Bruta rat. Uti. 5) (989A): Si dice che il capro di Mendes in Egitto, messo alla presenza di numerose belle ragazze, non mostra molta sollecitudine per unirsi a loro, ma è colto da maggiore passione per le capre”.3

A queste referenze si può aggiungere Diodoro Siculo che nel Libro I, paragrafo 88, afferma che gli egizi adorano come dio un capro per le sue doti sessuali e le virtù genesiache, ma non si fa cenno a rapporti di questo capro con fanciulle.
Le fonti propriamente egizie sono piuttosto ambigue nel riferire quanto avveniva a Mendes. L’articolo di Derchain prosegue con citazioni di un testo del tempio di Dendera e di un altro testo del tempio di Edfu. Questi testi accennano alle imprese sessuali del capro di Mendes4, ma i testi hanno lo scopo di vantare il benefico effetto della potenza genesiaca del dio e quindi potrebbero riferirsi ad accoppiamenti simbolici piuttosto che reali.
In un testo Cleopatra II dice: “Io farò che le giovinette esultino alla tua vista e che i raffinati cadano in deliquio per il piacere di ammirarti5.
Questo testo, come tutti gli altri testi citati da Derchain, è allusivo, mai risolutivi.
Michailidis nel 1965 ha pubblicato un articolo allo scopo di presentare uno stampo per il pane6, trovato nelle vicinanze di Mendes, appartenente alla sua collezione. La scena figurata al suo centro rappresenta il coito di un capro con una donna nuda afferrata da tergo. (vedi figura in fondo all’articolo)
L’immagine di questo stampo è esplicita e potrebbe essere considerata la prova decisiva di un rapporto carnale del capro con una donna.
Quindi, cosa pensare? Era effettivo questo accoppiamento?
Yoyotte, nel commentare la notizia di Strabone, ritiene che un accoppiamento, effettivo o simbolico, possa avere unito cerimonialmente l’animale sacro e una pretessa incarnante la dea Hat-mehyt “sposa divina” di Benebdjed7. Se consideriamo il commento di Plutarco, che afferma che i capri erano più interessati alle capre che alle ragazze, cosa che sembra ovvia considerando la loro natura, possiamo ipotizzare con discreta sicurezza che
il rito dell’accoppiamento fosse mimato e che nello stampo per il pane la mimica diventasse un fatto compiuto. In base a queste considerazioni l’immagine dello stampo del pane perde il suo significato di prova.
Y.Yoyotte ha dedicato al “bouc” (capro) un articolo di 7 pagine, ma all’argomento del nostro articolo ha riservato pochissime righe nell’ultima pagina solo per citare Plutarco: i capri sono interessati alle capre e non alle fanciulle8.
Leslie Hyacinthe ha raccolto in un Corpus online tutta la documentazione che ci è pervenuta dall’Egitto antico sul dio Banebdjed9. Tra le decine di documenti raccolti gli interessi sessuali del dio capro sono molto rari, tanto che le stesse autrici del Corpus dichiarano la loro meraviglia per questo risultato. L’elogio più spinto nei riguardi di Banebdjed è Toro copulatore che è sulle belle, il determinativo di belle (neferu) è una donna. Altri riferimenti di questo tipo sono più generici, quindi non dicono nulla su accoppiamenti del dio capro con fanciulle. Inoltre, questi riferimenti perdono la loro importanza anche per la loro rarità. Si tratta di 2-3 referenze su un Corpus di 101 schede. Evidentemente per gli egizi gli interessi sessuali del dio erano cruciali solo in alcuni momenti richiesti dal culto e dal rituale. Uno di questi momenti era senz’altro l’introduzione al tempio di un nuovo capro vivente, immagine vivente sulla terra di Banebdjed in sostituzione del capro precedente defunto. È possibile che in questa occasione “delle vergini si denudano e danzano impudicamente”, secondo il racconto di Cosma di Gerusalemme. Questo comportamento ci ricorda quanto veniva praticato con il novello Api: il torello dimorava per 40 giorni, prima di essere trasferito nella sua sede definitiva, accudito da sole donne che gli mostravano i genitali per potenziare le sue capacità genesiache10.

È probabile che tra la popolazione greca d’Egitto del V secolo a.C. girassero voci su strane pratiche degli egizi nel tempio della città di Mendes davanti a un animale, un capro vivo manifestazione vivente del dio Banebdjed sulla terra.
Pindaro ed Erodoto hanno raccolto tali voci curiose ed hanno dato ad esse il marchio della verità con i loro scritti.
Gli autori posteriori, di epoca greco-romana, hanno confermato la curiosa e indecente diceria basata sull’autorità degli scritti dei loro predecessori. A nostro parere le fonti egizie hanno solo confermato che tutte le pratiche religiose nei confronti di Banebdjed dovevano favorire la fecondità che era l’aspirazione di tutta la società egizia, sia per gli esseri umani che per la natura.

Stampo per la preparazione di pani per qualche festa rituale. L’oggetto fa parte di una collezione privata. L’immagine è tratta dall’articolo di Michailidis, 1965, citato in nota.

Bibliografia

BLOUIN, Katherine
2006 Les boucs s’y melent aux femmes”. Bestialité sacrée et environnement fluvial dans le nome mendésien au cours de l’antiquitè, Congresso dei Giovani Egittologi, Lisbona

DERCHAIN, Philippe
1999 Mèndes et les femmes, in 25

DIODORO SICULO
2004 Biblioteca Storica BUR, Milano

ERODOTO
1963 Le storie, Biblioteca Moderna Mondadori, Milano

HYACINTHE Lslie
Banebjed seigneut de Mendes Corpus

MICHAILIDIS, Georges
1965 Moule illustrant une texte d’Hérodote relative au bouc de Mèndes, in , 63

VERNUS, Pascal
2005 Bestiaire des Pharaons, Editions Perrin, Paris

YOYOTTE, Jean
1997 Le voyage en Egypte, Le Nil editions, Paris

1) Le citazioni sono riportate da Ph. Derchain, 1999, pag. 20. Si veda anche K. Blouin, 2006. Anche Y. Volokhine cita questi autori: Y. Volokhine, Pan en Egypte et le “bouc” de Mendes, Genève 2011, pagg. 627-650.
2) J. Yoyotte, 1997, pag. 112, così commenta la notizia di Strabone: “Si può in effetti immaginare che un accoppiamento, effettivo o simbolico, abbia unito cerimonialmente l’animale sacro e una pretessa incarnante la dea Hat-mehyt “sposa divina” del dio locale”.
3) Questa citazione è riferita da K. Blouin, 2009, pag. 305, nota 31.
4) Anche la stele di Neb-Wenenef riporta: “il signore di Mendes che impregna [le giovani donne]”: Zandee, 1966, pag. 4.
5) Derchain, 1999, op. cit., pag.22.
6) Potrebbe trattarsi di pani rituali preparati per qualche festa. Michailidis, Moule illustrant un texte d’Herodote relative au bouc de Mendes, in BIFAO n. 63.
7) Vedi nota n. 2.
8) Yoyotte, articolo Bouc in Bestiaire des Pharaons, Editions Perrin, Paris 1995, pagg 490-496.
9) Con la supervisione di D Devochelle. L. Hyacinthe, Banebjed, seigneur de Mendes Corpus, Liegi.
10) Diodoro Siculo, Libro I, 85.

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Gilberto Modonesi

Ho iniziato a interessarmi dell’Egitto antico nel 1960. Nel 1964 mi sono sposato e il viaggio di nozze è stato il mio primo viaggio in Egitto. A metà ottobre il primo cortile del tempio di Luxor era allagato dall’acqua dell’inondazione del Nilo e anche le basi dei colossi di Memnon erano in acqua. Ad  Aswan i russi stavano costruendo la Grande Diga.

Nel 1980, dopo la nascita di due figli, ho effettuato la navigazione sul Nilo con tutta la famiglia. Nel 1985 ho partecipato con mia moglie a un viaggio organizzato dal Dr. Mario Tosi. Da allora e fino al dicembre del 2010 sono stato in Egitto almeno 35 volte. Agli inizi ho visitato i vari siti archeologici in taxi solo con mia moglie.. Quando sono iniziati gli attentati contro i turisti ho organizzato viaggi turistici in modo da avere una scorta militare. In questi viaggi io avevo il ruolo di “responsabile culturale”. Grazie a tutti questi viaggi ho potuto visitare i siti archeologici dal nord al sud dell’Egitto, quelli di tutte le oasi e i monumenti del Lago Nasser. Ho fatto un viaggio anche nel Sinai per visitare il tempio di Serabit el-Khedim.

Il viaggio del dicembre 2010 è stato il mio ultimo viaggio a causa della rivoluzione egiziana, poi per miei problemi di salute e successivamente anche di mia moglie.

Per arricchire la mia conoscenza dell’antico Egitto e per seguire gli sviluppi delle ricerche mi sono iscritto a varie associazioni internazionali e nazionali:

  • International Association of Egyptologists
  • Amici del Museo Egizio di Torino
  • American Research Center in Egypt
  • Fondation Egyptologique Réine Elisabeth
  • Egypt Exploration Society
  • Associazione Culturale Harwa 2001
  • Centro Egittologico Comasco F. Ballerini

Dal 2020 non ho più rinnovato la mia iscrizione a queste associazioni a causa della mia situazione personale e famigliare.

Il mio antico interesse per l’Egitto si è alimentato anche partecipando come uditore a diversi incontri internazionali:

  • Convegno sulla Magia Egizia – Milano 29-31 ottobre 1985
  • Convegno sulla Valle dei Re – Tucson (Arizona) 26-27 ottobre 1994
  • International Congress of Egyptologists : Torino 1991 – Cambridge 1995 – Cairo 2000 – Grenoble 2004 – Rodi 2012 –  Firenze 2016

Grazie alla mia esperienza di visite in Egitto e alla documentazione raccolta in migliia di diapositive ho per anni diffuso la conoscenza dell’antico Egitto presso varie “Università della Terza Età”. Poi, nel 2006, il Centro Studi Archeologia Africana, che ha sede nel Civico Museo di Storia Naturale di Milano, mi ha offerto la possibilità di organizzare e tenere conferenze sull’antico Egitto presso l’aula magna dello stesso Museo. Ho svolto questa attività dal 2007 fino al gennaio del 2020, con conferenze mensili sull’Egitto antico. Il 2020 è un anno fatidico a causa del Covid e dei miei problemi personali e di mia moglie.

Ho scritto alcuni articoli e due libri :

  • All’ombra del divino – Il significato dei ventagli nelle rappresentazioni dell’antico Egitto (2016)
  • La longeva vitalità di fiabe e racconti mitici egizi – Alla ricerca di tracce di racconti mitici e fiabe egizi in fiabe moderne europee (2018)

Nel tempo ho raccolto centinaia di articoli e acquistato tanti (troppi) libri di egittologia di varii formati e dimensioni: mignon-normali-grandi-enormi (il formato imperiale).

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