Dalla seconda campagna di scavo del progetto “OPS – Ostia Post Scriptum”, che vede coinvolti il Parco Archeologico di Ostia Antica, l’Università di Catania e il Politecnico di Bari, sono emersi importanti frammenti dei Fasti Ostiensis nella cosiddetta Area B del Parco, in corrispondenza del Foro di Porta Marina.

Mappa del Parco Archeologico di Ostia Antica, ph. Nicola Comerci

In modo particolare, i Fasti Ostiensis, redatti dal pontifex Volcani, raccontano fatti e vicende che hanno interessato Roma e Ostia tra il 49 a.C. e il 175 d.C., facendo luce sulla vita della capitale e del porto più importante dell’Impero. Già nelle campagne di scavo del 1940-1941 e del 1969-1972, sempre nell’area di Porta Marina, erano stati rinvenuti frammenti dei Fasti, che vanno in parte a completare queste ultime lastre di marmo.

Una di esse, infatti, racconta gli eventi accaduti tra il 126 e il 128 d.C., in modo particolare del 128 d.C., sotto il regno di Adriano. Si apprende che l’imperatore assunse il titolo di pater patriae il 1 gennaio 128 e offrì al popolo un congiarium, ovvero un’elargizione di denaro, per celebrare i suoi titoli. Inoltre, sempre dalle lastre, si apprende del viaggio in Africa di Adriano, avvenuto nello stesso anno, al ritorno dal quale consacrò a Roma un edificio: ma di quale edificio si tratta? Secondo gli studiosi le possibilità sono due: il Pantheon o molto più probabilmente il Tempio di Venere.

Si tratta di una scoperta anch’essa straordinaria che, se da un lato accresce e integra quanto sappiamo sull’attività di quel grande imperatore che fu Adriano portando nuove acquisizioni sull’importantissima attività edilizia da lui condotta a Roma, dall’altro riconferma le immense potenzialità dell’antica Ostia per una sempre più approfondita conoscenza e divulgazione del nostro passato”, afferma il Direttore del Parco archeologico di Ostia Antica, Alessandro D’Alessio. (Al seguente link il Direttore illustra le scoperte https://www.youtube.com/watch?v=ePxGUe0K2A0)

I due frammenti dei Fasti Ostienses, ph. MiC

Le ricerche hanno interessato anche l’Area A, tra il Piazzale delle Corporazioni, la Domus di Apuleio, l’area sacra dei Quattro Tempietti e l’antico corso del Tevere. In modo particolare, sono venuti alla luce una serie di vani e un’area porticata per un’estensione di 400 metri quadrati e con essi numerosi reperti ceramici, marmorei, l’originaria decorazione pittorica in stucco e i pavimenti in mosaico.

Il pavimento mosaicato dell’area porticata, ph. MiC

 

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