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Nella villa suburbana di Civita Giuliana, a nord di Pompei, continua il lavoro degli archeologi che hanno portato alla luce un askos in bronzo.
L’askos è un contenitore potorio utilizzato per mescere il vino, che poteva essere mescolato con il miele o diluito con acqua per abbassarne la gradazione alcolica. Sebbene nell’antica Grecia venisse usato per versare piccole quantità di unguenti, la sua funzione nasce in relazione agli otri in pelle per il vino, dei quali l’askos di Civita Giuliana riprende la forma.
La villa ha restituito sin dagli inizi delle indagini nel 2017 uno spaccato importante della vita quotidiana al momento dell’eruzione del 79 d.C.: un carro cerimoniale (recentemente esposto per la prima volta), la stanza degli schiavi con letti in legno e corde, brocche in ceramica, una stalla con resti di tre equini, e i resti di un uomo.
L’askos, rinvenuto al primo piano del quartiere servile, essendo in metallo non poteva appartenere agli schiavi ma a qualcuno di rango superiore. L’ipotesi è che fosse di proprietà dei capi della servitù che avevano un ruolo più prestigioso rispetto ai loro subalterni.
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