La nascita di una nuova collezione archeologica è sempre un fatto edificante, perché significa immettere nel tessuto culturale della città che la ospita una nuova energia, un nuovo punto di riferimento. E talvolta non serve imbracciare i consueti strumenti da lavoro degli archeologici e iniziare lo scavo in una determinata area archeologica, ma più semplicemente rimettere ordine “in soffitta”.
Il periodo pandemico è stata l’occasione per assegnare nuovi incarichi a due archeologi impossibilitati a svolgere il loro consueto lavoro e grazie alla lungimiranza della direttrice dell’EFR Brigitte Marin, Christian Mazet e Paolo Tomassini hanno indagato con tenacia e sapienza una serie di reperti entranti a Palazzo Farnese quasi due secoli fa.
Costituita da oggetti provenienti da scavi effettuati dall’EFR, da acquisti o donazioni, la collezione raccoglie una grande varietà di antichi reperti, che nel pensiero del primo direttore – Auguste Geffroy – dovevano formare gli studenti presenti all’interno dell’istituzione. Un lungo lavoro di studio e restauro ha consentito ai due archeologi, coadiuvati da altri colleghi specialisti in varie materie, hanno restituito alla comunità circa 200 reperti che troveranno la loro sede definitiva al secondo piano di Palazzo Farnese, tra le sale della splendida biblioteca.
Nell’ambito delle celebrazioni per il 150° anniversario dell’École française de Rome, è stata presentata alcuni giorni fa la mostra intitolata “Un museo per École: la collezione di antichità dell’École française de Rome”, ospitata negli spazi espositivi della Galleria in Piazza Navona 62, sede dell’École. L’esposizione, curata dagli archeologi Christian Mazet e Paolo Tomassini, sarà aperta al pubblico dal 29 maggio al 20 dicembre 2024, con ingresso libero.
La collezione presenta una gamma rappresentativa, esposta per la prima volta, di circa 200 reperti: sculture, terrecotte etrusco-laziali, vasi greci ed etruschi, oltre a documenti provenienti dagli archivi dell’École française de Rome e dagli inventari degli arredi di Palazzo Farnese.
“Siamo lieti di presentare al pubblico la nostra collezione di antichità che testimonia l’impegno e la vocazione dell’École française de Rome nel campo dell’archeologia, ricerca e diffusione del sapere anche per il grande pubblico – commenta Brigitte Marin, Direttrice dell’École française de Rome – Roma si arricchisce in questo modo di un altro punto di riferimento culturale destinato a tutti i visitatori. La mostra realizza dopo 150 anni il desiderio del primo direttore dell’istituzione, Auguste Geffroy, di allestire un museo di antichità per formare i suoi membri attraverso la pratica dell’archeologia. La diversità della collezione riflette la storia della pratica degli oggetti archeologici all’interno dell’École française de Rome al momento della sua fondazione, alla fine dell’Ottocento. Costituita dal prodotto di scavi effettuati dall’istituzione e provenienti da acquisti e donazioni di oggetti, la collezione spazia tra una varietà di temi che ne dimostrano la ricchezza e l’importanza”.
La mostra è sostenuta dal Ministero francese dell’Istruzione Superiore e della Ricerca [www.enseignementsuprecherche.gouv.fr] e dall’associazione Les Amis de l’École française de Rome ed è realizzata con il Réseau des Écoles françaises à l’étranger.
Il percorso della mostra
I visitatori saranno accompagnati in un percorso suddiviso in cinque sezioni:
1) La prima sezione è dedicata alla storia del collezionismo e del mercato antiquario alla fine dell’Ottocento. Verranno presentati oggetti rappresentativi e documenti d’archivio, raccontando i legami tra i protagonisti di questa singolare storia, come Auguste Geffroy, Jules Ferry, Augusto Castellani e Wolfgang Helbig.
2) La seconda sezione è dedicata ai primi scavi effettuati dall’École française de Rome a Palestrina nel 1878, con un’ampia collezione di terrecotte votive etrusco-laziali.
3) La terza sezione è dedicata alla presentazione delle sculture romane, che saranno eccezionalmente spostate dalle sale di rappresentanza al secondo piano di Palazzo Farnese.
4) La quarta sezione presenta la ricca collezione di vasi donata da Augusto Castellani. Si analizza inoltre il commercio di antichità a Roma nella seconda metà dell’Ottocento, nonché il restauro dei vasi e l’interazione tra assemblaggi e altre falsificazioni.
5) La quinta sezione presenta un accumulo di oggetti raccolti per la varietà dei materiali, dove l’abbondanza e la rappresentatività archeologica diventano strumenti utili alla formazione per lo studio della cultura materiale romana.
Tra archeologia e futuro: strumenti digitale e modelli 3D
Nella volontà di costituire un dialogo tra il passato dell’École, il presente della mostra e il futuro della ricerca e la valorizzazione, la mostra si presenta inoltre in una forma virtuale, con modelli 3D proiettati sotto forma di ologrammi, video su schermi e qr-code che danno accesso al catalogo online dei singoli oggetti.
Monografia dedicata alla collezione e curatori della mostra
La mostra sarà accompagnata da una monografia di riferimento, che uscirà all’autunno 2024, e rappresenta la prima pubblicazione scientifica interamente dedicata alla collezione archeologica dell’École française de Rome.
Il libro è cura di Christian Mazet e Paolo Tomassini, già membri dell’École française de Rome nella sezione Antichità.
Note tecniche
Orari di apertura dal 29 maggio 2024 – Ingresso libero
Dal lunedì al venerdì dalle 10.00 alle 19.00, il sabato dalle 10.00 alle 13.00.
Chiusure eccezionali: sabato 29 giugno; da giovedì 8 agosto a domenica 25 agosto inclusi; venerdì 1°novembre; lunedì 11 novembre 2024.
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