I Quirinalia erano una festività romana che ricorreva il 17 febbraio in onore del dio Quirino, venerato dai Sabini nella città di Cures e successivamente entrato nel pantheon romano dopo la fusione tra i popoli sabini e romani. I Romani lo identificarono prima con Marte, dio della guerra, successivamente con Romolo, il fondatore dell’Urbe, figlio del dio Marte e della vestale Rea Silvia. La festa venne istituita dal secondo re di Roma, Numa Pompilio, e durante questo giorno si celebrava il rito della prima torrefazione del farro, molto usato come base dell’alimentazione dei primi Romani soprattutto per pane e focacce. I Quirinalia o Qurinali erano chiamati anche “stultorum feriae”, “Festa degli stolti” perché era permesso, a chi non l’aveva fatto, di compiere i riti prescritti all’interno delle proprie curie di appartenenza.
Augusto, in seguito, spostò la data della festa al 29 giugno, durante il periodo della mietitura del grano.
Il rito era presieduto dal Flamine quirinale (in latino Flamen Quirinalis) che era un sacerdote dell’antica Roma preposto al culto di Qurino, che celebrava oltre ai Quirinalia, anche le festività dei Consulalia estivi, dei Robigalia e dei Larentalia.