Rinvenuta a Dahshur una mastaba dipinta dell’Antico Regno

© MoTA Nella necropoli di Dahshur la missione archeologica dell'Istituto Archeologico Tedesco al Cairo ha scoperto una mastaba dell'Antico Regno. La missione tedesco-egiziana, diretta dal...

La Tavoletta di Büklükale: la buia notte prima dell’alba

“Hanno preso le porte, e il secondo salone… non possiamo più uscire… arrivano…”. Così recitavano le ultime righe del Libro di Mazarbul, immaginato da...

La Bibliotheca Alexandrina e il website “Hieroglyphs step by step”

Il 2022 si prospetta come anno di grandi avvenimenti per l’Egitto. Quest’anno, infatti, si festeggiano due grandi ricorrenze: 200 anni dalla decifrazione della lingua...

Il papiro di Netchemet

Il Papiro di Netchemet 1 fu rinvenuto a Deir-el-Bahari, un distretto di Tebe, ed acquistato dal British Museum di Londra nel 1894. Il papiro ha una lunghezza di circa 430 cm. ed è scritto in jeratico. Il Budge trascrisse i segni in caratteri geroglifici con la relativa traduzione. Il lavoro unitamente ai papiri di Hunefer, Anhai e Kersher fu oggetto di una pubblicazione edita a Londra nel 1899 2. Il papiro riporta alcuni capitoli del Libro die Morti ed è dedicato a Netchemet che fu probabilmente la figlia del prete re Her-heru-sa-Imun e della Madre Reale Hurere (epoca risalente al periodo dei cosidetti preti sacerdoti – 1000 BCE). Il papiro risulta arricchito anche da numerose vignette.

La misteriosa gemma gialla di Tutankhamon proviene da un meteorite.

La gemma gialla con cui è realizzato lo scarabeo del pettorale di Tutankhamon è stata al centro di studi recenti, pubblicati sulla rivista Geology...

Come da millenni, anche oggi si è ripetuto il “Miracolo del...

Come ogni anno, come accade ormai da millenni, si è ripetuto oggi ad Abu Simbel il “Miracolo del Sole”, fenomeno che si verifica regolarmente, con una precisione da lasciar ancor oggi stupiti, due volte l’anno: il 22 febbraio e 22 ottobre. In questi due giorni, all’alba, i raggi del sole, oltrepassando la piccola porta incastonata tra i quattro colossi di Ramesse II, penetrano l’oscurità attraversando le due buie sale ipostile del tempio maggiore di Abu Simbel (la prima delle quali è sorvegliata da otto imponenti statue del sovrano nelle sembianze di un Osiride) fino a raggiungere il Santa Sanctorum ed illuminare il volto del grande faraone. Dopo un lungo bacio di ben 20 minuti le statue del sovrano divinizzato e quelle di Amon e Ra-Harakhty, le due divinità a lui affiancate, vengono di nuovo inghiottite dall’oscurità e ritornano a far compagnia al dio ctonio Ptah, rimasto sempre nell’ombra durante questo rituale di rigenerazione.