La gemma gialla con cui è realizzato lo scarabeo del pettorale di Tutankhamon è stata al centro di studi recenti, pubblicati sulla rivista Geology e condotti da Aaron J. Cavoise, dell’Istituto di Ricerche Geoscientifiche della Curtin University di Perth, e da Christian Koeberl dell’Università di Vienna.

Da tali studi è emerso che il “vetro” giallo si sarebbe formato in seguito all’impatto di un meteorite avvenuto 29 milioni di anni fa nel deserto libico. Proprio analizzando degli zirconi presenti all’interno di campioni di vetro trovati nel deserto, hanno scoperto il legame con il meteorite. Il vetro, infatti, si forma quando la sabbia viene scaldata ad altissime temperature: l’impatto del meteorite avrebbe provocato il surriscaldamento della sabbia del deserto portando alla creazione delle gemme in questione.

 

Gli zirconi analizzati nello studio della Curtin University e dell’Università di Vienna, ph. https://pubs.geoscienceworld.org/gsa/geology/article-abstract/47/7/609/570318/Overestimation-of-threat-from-100-Mt-class

“Sia gli impatti di meteoriti che le esplosioni aeree possono causare lo scioglimento, tuttavia, solo gli impatti di meteoriti creano onde d’urto che formano minerali ad alta pressione, quindi trovare prove dell’ex reidite conferma che è stato creato come risultato di un impatto di meteoriti” afferma il dott. Cavoise.

La gemma gialla è così il secondo oggetto del corredo funerario di Tutankhamon che ha un’origine “spaziale”, infatti anche il celeberrimo pugnale è realizzato con il ferro proveniente da un meteorite (vedi https://mediterraneoantico.it/articoli/nuove-ipotesi-sulla-provenienza-geografica-del-pugnale-meteoritico-di-tutankhamon/)

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Mara Zoppi

Appassionata fin da piccola alla storia e all’archeologia, dopo la maturità classica si iscrive alla facoltà di Lettere – curriculum Scienze dell’Antichità – presso l’Università degli Studi di Milano, laureandosi nel 2019 con una tesi di carattere archeologico-egittologico dal titolo Imhotep scriba e medico: dall’Egitto del III millennio a.C. ad oggi. Si iscrive successivamente alla facoltà di Archeologia dell’Università degli Studi di Milano dove si laurea nel 2021 con votazione 110/110 e lode sviluppando una tesi in ambito egittologico dal titolo La Casa della Vita nell’Egitto Antico: luoghi, riti, funzionari.

Ha partecipato a due laboratori di scavo archeologico: il primo sul sito di Urvinum Hortense a Collemancio di Cannara (PG) di epoca romana con l’Università degli Studi di Perugia; successivamente sul sito archeologico di Nora (Pula, CA) nella sezione competente all’Università degli Studi di Milano, quindi di epoca romana, contribuendo anche alle operazioni di post-scavo.

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