I sandali bianchi e il segno geroglifico ankh = vita
(Gardiner, S 34)

Abstract: Gardiner called the object representing the hieroglyphic sign ankh (= life) ‘sandal straps’. As there is no connection between the object and its meaning, Gardiner’s interpretation raises doubts. The article proposes a hypothesis that could confirm that the sign ankh (life) does indeed represent sandal straps.

Il segno geroglifico ankh non ha apparentemente alcuna relazione con le cinghie dei sandali (Gardiner, S 34). Alcuni egittologi hanno cercato di trovare rappresentazioni alternative più plausibili con il significato del segno geroglifico, “vita”. Jequier, ad esempio, rifiuta categoricamente di interpretare il segno ankh come cinghie di sandali. Secondo Jequier si tratta di un nodo magico fatto di erbe o giunchi, come si usa in Africa. Quindi si tratterebbe di un talismano per la protezione del bestiame e della vegetazionei. Jequier però non spiega perché per gli egizi il segno significava “vita”.
Altri egittologi hanno tentato di collegare il segno ankh al segno “tit” (Gardiner V 39), conosciuto anche come “nodo di Isi”, ma anche questa ipotesi non ha avuto seguito.
L’interpretazione più curiosa e originale è stata proposta da Schwabe- Adams-Hodge: considerando l’antica origine pastorale dell’antico Egitto, gli autori ritengono che il segno ankh rappresenti la seconda vertebra toracica di un toroii.
Eppure, il segno geroglifico anhk, nel suo significato di “vita”, forse un nesso con le cinghie dei sandali ce l’ha.
L’importanza dei sandali nell’antico Egitto è documentata fin dal periodo protostorico: nella stele votiva di Narmer il re è seguito da un personaggio che con una mano porta i sandali e nell’atra mano un recipiente.
Le rappresentazioni sulle pareti della tomba mostrano talvolta i sandali tra gli arredi che il defunto porta con sé nella tomba. I sandali possono essere di colore marrone o bianco. Il colore marrone non significa necessariamente che i calzari fossero di cuoio: Infatti le calzature ad uso dei viventi potevano anche essere di vimini, di stoffa, di pelli animali e altroiii. Più interessanti e significativi sono i sandali bianchi. Il colore bianco indica purezza e sacralitàiv. Ed è quindi associato a divinità e defunti, a vesti di preti officianti e oggetti di culto. Per le calzature il colore bianco è certamente simbolico per distinguere i sandali con proprietà divine, o comunque sacrali, dai sandali ad uso profano.
Che il colore bianco sia considerato un colore simbolico è dimostrato anche dal Papiro Funerario Louvre 3292, del periodo del Nuovo Regno, il quale afferma che per salire sulla barca di Ra, il dio Sole, il defunto doveva indossare sandali bianchi di cuoiov. La dizione “bianchi di cuoio” è una contraddizione in termini perché il cuoio non può essere bianco a meno di non dipingerlo di bianco. A mio parere l’aggettivo “bianchi” equivale a definire “magici” i sandali indipendentemente dal materiale di cui sono costituiti. Nell’antico Egitto i rituali erano “performativi” e quindi determinanti per rendere reali e concrete le astrazioni. Ecco in breve il significato di “performatività”: “En effet, dans les textes funèraires, le langage n’à pas pour simple but de communiquer; il ne s’agit pas d’un discours tenu dans le monde des vivants, mais dans un monde peuplé de divinités: l’Au-delà. Dans cet univers radicalment diffèrent, le langage posséde égalment le pouvoir de créer ; il devient un instrument redoutable, capable de contraindre les interlocuteurs divins que le dèfunt rencontre et de créer les conditions permettant la rèussite de son voyage vers l’ouestvi. Quindi la teoria della performatività ho lo scopo di dare evidenza all’efficacia delle formule rituali riferite alle divinità e ai defunti.
Ricordiamo che i defunti venivano mummificati e che il processo di imbalsamazione era un rituale in cui la performatività aveva un ruolo efficace al fine di dare una impronta divina alla mummia. È per effetto della performatività che i sandali di divinità e di defunti sono definiti bianchi indipendentemente dai materiali di cui sono costituiti. Infatti la mummia di Tutankhamon indossava sandali d’oro e tutte le dita dei piedi possedevano ditali su misuravii. Anche la mummia di re Sheshonk II, ritrovata nella sua tomba a Tanis, aveva sandali e ditali d’oroviii. Nel volume dedicato a Tutankhamun, Zahi Hawass afferma che i sandali e i ditali d’oro intendevano associare il re alle divinità le cui carni erano considerate d’oro. Alcuni autori sono tassativi nel ritenere che i calzari delle divinità e i calzari prescritti per il culto e i rituali fossero sandali bianchiix.
La formula 106/70-71 dei Testi delle Piramidi, intitolata “Presentazione dei sandali”, dichiara che Horus pone sui piedi del re defunto i suoi occhi affinché essi lo guidino al cielox. L’equivalenza “sandali = Occhi di Horus” sancisce il grande valore sacrale dei sandali (bianchi).
La formula 518/1197 c-d dei Testi delle Piramidi ci informa che le divinità che attendono in cielo l’arrivo del re defunto sono tutti calzati con sandali bianchixi.
Anche altri testi ci documentano sulle magiche proprietà dei sandali bianchi. Nei Testi dei Sarcofagi la formula 173, intitolata “Non mangiare escrementi, non bere urina nel regno dei morti”, esprime nell’introduzione la ferma decisione del defunto di non mangiare e bere le deiezioni del dio Osiri. Segue un dibattito in cui qualcuno (non specificato) impone al defunto di mangiare gli escrementi. Al rifiuto del defunto gli si chiede: “Perché?” La risposta è: “Perché sono calzato con i sandali di Sokar”, i sandali di una divinitàxii.
Un’altra straordinaria proprietà dei sandali divini è definita nelle formule 169 e 686 dei Testi dei Sarcofagi Nella formula 169 il defunto afferma di indossare i sandali della dea Hathor che gli danno la possibilità di attraversare il cielo e di percorrere tutta la terra”xiii.Nella formula 686 è il dio Geb che consente al defunto di muoversi fino all’estremità della terra grazie a “Quello dei grossi sandalixiv.
Il potere di percorrere grandi spazi con i sandali divini era già affermato nella formula 519/1215a dei Testi delle Piramidi in cui Horus attraversa tutta la terra per incontrare suo padre Osiri.xv
I maghi, i preti e il re calzavano sandali bianchi quando operavano magie o officiavano rituali. Nel rituale per ottenere la riconferma del potere regale all’inizio del Nuovo Anno è prescritto che il doveva calzare sandali bianchi. Goyon, analizzando questo rituale, precisa che i sandali bianchi giocavano un ruolo del tutto particolare nelle azioni magiche e ritualixvi.
Ancora in epoca romana il prete che officiava i riti nel tempio di Dime, nel Fayum, doveva calzare sandali bianchixvii.
La formula di chiusura della formula 125 del Libro dei Morti, conosciuta come la “Confessione negativa dei peccati”, doveva essere recitata nella sala delle due Maat dal defunto “purificato, vestito con abiti di lino, calzato di sandali bianchixviii. La recita della confessione negativa dei peccati e l’abbigliamento rituale assicuravano al defunto il superamento del giudizio davanti al dio Osiri (psicostasia) e di conseguenza l’acquisizione di alcuni caratteri divini, e con essi la possibilità che il suo ba potesse uscire dalla tomba alla luce del giorno secondo la sua volontà e, soprattutto, realizzare l’aspirazione di tutta la sua esistenza: continuare la vita nell’aldilà. A fronte di precise indicazioni rituali è curioso constatare che le rappresentazioni della psicostasia mostrano in effetti il defunto con una veste bianca, ma i suoi piedi, come quelli delle divinità che partecipano al giudizio, sono scalzi. Che significato dare a una simile incongruenza?
Si può ipotizzare che l’efficacia performativa della formula recitata nella sala delle due Maat fosse risolutiva per assicurare al defunto le condizioni rituali prescritte dalla formula. Così stando le cose, questa anomalia confermerebbe il valore della teoria della performatività.
Concludendo: l’ipotesi di partenza sembra abbastanza consistente per confermare che il segno ankh = vita sia rappresentato dalla cinghia dei sandali. Basta integrare così la definizione del Gardiner (S 34): cinghia dei sandali bianchi, cioè divini/magici.

Gilberto Modonesi – Gennaio 2023

Fig. 1 – Tomba di Ramose, TT 55 – Tebe/Luxor (foto dell’autore)
Fig. 2 – Piedi con i sandali della statua di Montuemhat, dalla sua tomba a Tebe/Luxor (foto dell’autore)
Fig. 3 – Il giudizio del defunto (psicostasia) dal papiro di Hunefer – immagini tratta dal volume di Faulkner, Book of the Dead, pagg. 34-35.

i Jequier, Frises d’objets, IFAO, Le Caire 1921, pagg. 333-335.
ii Schawbe, Adam & Hodge, Egyptian beliefs about the bull’s spines anatomical origin for ankh, Antropological Linguistics, 24, pagg. 445-479.
iii Alfano, Sandali moda e rituale nell’antico Egitto, Tibergraph, Città di Castello 1987, pagg. 96-100.
iv Wilkinson, Symbol & Magic in Egyptian Art, Thames & Hudson, London 1994, pagg. 116-125.
v Nagel, Un papyrus funèraire de la fin du Nouvel Empire [Louvre 3292], BIFAO XXIX/1929, pag. 47 e nota 14 alle pagg. 49-50.
vi Servajean, Les formules des transformations du Livre des Morts à la lumière d’une thèorie de la perfomativité, IFAO, LeCaire 2003, quarta di copertina.
vii Zahi Hawass, King Tutankhamun, the Treasures of the Tomb, Thames and Hudson, London 2007 : alle pagg. 150-151 ci sono stupende fotografie di Sanro Vannini sui sandali e i ditali d’oro.
viii L’Or des Pharaons, Catalogo della mostra, Paris 1987, pag. 230, fig. 70.
ix Alfano, 1987, op. cit., pag. 43 e seguenti; Jacq, Le voyage dand l’autre monde selon l’Egtpte ancienne et métamorphoses du mort d’après les Textes des Pyramides et les Textes des Sarcophages, Rocher, Paris 1986, paragrafo 164, pagg. 112-113.
x Faulkner, The Ancient Egyptian Pyramid Textes, At the Clarendon Press, Oxford 1969, pag. 191.
xi Faulkner, 1969, op. cit., pag. 191.
xii Barguet, Textes des sarcophages égyptiens du Moyen Empire, Les éditions du Cerf, Paris 1962, pag. 37; Falkner, The Egyptian, Coffin Textes, vol. I, Aris & Phillips, Warminster 1978, pagg. 147-148.
xiii Barguet, 1962, op. cit., pag. 341; Faulkner, 1978, op. cit., pag. 145.
xiv Barguet, 1962, op. cit., pag. 325. Faulkner, 1978, op. cit., pag. 251.
xv Faulkner, 1969, op. cit., pag. 193.
xvi Goyon, Conservation du pouvoir royale au Nouvel An [Brooklyn Museum Papyrus 47.21850], IFAO, Le Caire 1972, pag. 29 e pag. 74; anche pag. 129, nota 314.
xvii Stadler, Théologie et culte au temple de Soknopaios. Etudes sur la religion d’un village égyptien pendant l’époque romain, Cybèle, Paris 2017, pag. 100.
xviii Barguet, 1967, op. cit., pag. 164.; Faulkner, The Ancient Egyptian Book of the Dead, British Museum Press, London 1985, pag. 33-34.

Advertisement
Articolo precedenteVerso la nuova Galleria dei Re
Prossimo articoloPlatone: i Papiri di Ercolano rivelano il luogo di sepoltura del filosofo
Gilberto Modonesi

Ho iniziato a interessarmi dell’Egitto antico nel 1960. Nel 1964 mi sono sposato e il viaggio di nozze è stato il mio primo viaggio in Egitto. A metà ottobre il primo cortile del tempio di Luxor era allagato dall’acqua dell’inondazione del Nilo e anche le basi dei colossi di Memnon erano in acqua. Ad  Aswan i russi stavano costruendo la Grande Diga.

Nel 1980, dopo la nascita di due figli, ho effettuato la navigazione sul Nilo con tutta la famiglia. Nel 1985 ho partecipato con mia moglie a un viaggio organizzato dal Dr. Mario Tosi. Da allora e fino al dicembre del 2010 sono stato in Egitto almeno 35 volte. Agli inizi ho visitato i vari siti archeologici in taxi solo con mia moglie.. Quando sono iniziati gli attentati contro i turisti ho organizzato viaggi turistici in modo da avere una scorta militare. In questi viaggi io avevo il ruolo di “responsabile culturale”. Grazie a tutti questi viaggi ho potuto visitare i siti archeologici dal nord al sud dell’Egitto, quelli di tutte le oasi e i monumenti del Lago Nasser. Ho fatto un viaggio anche nel Sinai per visitare il tempio di Serabit el-Khedim.

Il viaggio del dicembre 2010 è stato il mio ultimo viaggio a causa della rivoluzione egiziana, poi per miei problemi di salute e successivamente anche di mia moglie.

Per arricchire la mia conoscenza dell’antico Egitto e per seguire gli sviluppi delle ricerche mi sono iscritto a varie associazioni internazionali e nazionali:

  • International Association of Egyptologists
  • Amici del Museo Egizio di Torino
  • American Research Center in Egypt
  • Fondation Egyptologique Réine Elisabeth
  • Egypt Exploration Society
  • Associazione Culturale Harwa 2001
  • Centro Egittologico Comasco F. Ballerini

Dal 2020 non ho più rinnovato la mia iscrizione a queste associazioni a causa della mia situazione personale e famigliare.

Il mio antico interesse per l’Egitto si è alimentato anche partecipando come uditore a diversi incontri internazionali:

  • Convegno sulla Magia Egizia – Milano 29-31 ottobre 1985
  • Convegno sulla Valle dei Re – Tucson (Arizona) 26-27 ottobre 1994
  • International Congress of Egyptologists : Torino 1991 – Cambridge 1995 – Cairo 2000 – Grenoble 2004 – Rodi 2012 –  Firenze 2016

Grazie alla mia esperienza di visite in Egitto e alla documentazione raccolta in migliia di diapositive ho per anni diffuso la conoscenza dell’antico Egitto presso varie “Università della Terza Età”. Poi, nel 2006, il Centro Studi Archeologia Africana, che ha sede nel Civico Museo di Storia Naturale di Milano, mi ha offerto la possibilità di organizzare e tenere conferenze sull’antico Egitto presso l’aula magna dello stesso Museo. Ho svolto questa attività dal 2007 fino al gennaio del 2020, con conferenze mensili sull’Egitto antico. Il 2020 è un anno fatidico a causa del Covid e dei miei problemi personali e di mia moglie.

Ho scritto alcuni articoli e due libri :

  • All’ombra del divino – Il significato dei ventagli nelle rappresentazioni dell’antico Egitto (2016)
  • La longeva vitalità di fiabe e racconti mitici egizi – Alla ricerca di tracce di racconti mitici e fiabe egizi in fiabe moderne europee (2018)

Nel tempo ho raccolto centinaia di articoli e acquistato tanti (troppi) libri di egittologia di varii formati e dimensioni: mignon-normali-grandi-enormi (il formato imperiale).

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here