Figura maschile nuda con la gamba sinistra flessa ed avanzata, la destra arretrata, il busto piegato in avanti, con il braccio destro flesso ed il sinistro disteso verso il ginocchio. Collocata insieme ad una statua gemella (inv. 5626) nel peristilium grande della Villa dei Papiri di Ercolano, è verosimilmente la copia di una scultura greca della fine del IV – inizio del III sec. a.C., celebrante un atleta vincitore in uno dei grandi giochi panellenici. Su che tipo di atleta rappresenti si è lungo discusso.
L’atteggiamento della mano destra protesa in avanti, quasi a configurare una sorta di presa, farebbe pensare ad un lottatore ritratto in posizione di guardia, sebbene l’inclinazione eccessiva del busto risulti anomala per questo tipo di competizione e la poca mobilità dei piedi appaia non consona ad una pratica sportiva in cui è richiesta la massima aderenza alla superficie. Il tipo di muscolatura esile, l’avanzamento del piede sinistro, quasi ad immaginare l’atleta posto sulla linea di partenza di una gara di corsa, laddove era collocata una sorta di incavo per favorire lo slancio iniziale, fanno decisamente propendere per la rappresentazione di un corridore. La collocazione delle due statue di corridori nei pressi della statua bronzea di Hermes a riposo, pure conservata nel Museo di Napoli, rappresenta un evidente richiamo al tema del Ginnasio, di cui Hermes Enagònios (Hermes quale giudice di gara, combattimento, lotta) rappresentava il dio protettore.
ph Maria Mento
SI SUGGERISCE DI LEGGERE LA PUBBLICAZIONE DEL 2010 “L’IDENTITA’ PERDUTA” SULLA SEZIONE “CULTURA” DEL GAZZETTINO DI REGGIO. L’ANALISI INTERPRETATIVA, IL RISCONTRO TECNICO E LA COMPARAZIONE ARCHEOLOGICA CHIARISCONO PERCHE’ NON SONO “LOTTATORI”, MA “CORRIDORI”.
RICCARDO PARTINICO