Nel nostro percorso sulle Olimpiadi attraverso i vari protagonisti, ci imbattiamo in un reperto… piccolo di dimensioni ma ricco per la storia che racconta. Ci troviamo a Reggio Calabria, splendido e florido centro della Magna Grecia e il suo tiranno, Anassila, volle celebrare un particolare momento della sua vita. Non tutti sanno infatti che Anassila fu vincitore nella 73esima Olimpiade (480 a.C.) ; il suo nome (Anaxilas) compare tra i vincitori dei giochi olimpici tra il 500 a.C. e il 476 a.C.
Secondo la legge olimpionica sulla “parità dei partecipanti” non si presentò come potente governatore, ma come atleta nella gara dei carri trainati da muli e vinse! La sua storia la conosciamo grazie ad Aristotele, che ci informa anche che, dopo la gara, per celebrare il successo, organizzò un sontuoso banchetto dove invitò molti personaggi presenti ad Olimpia. Una volta rientrato in patria, nella sua Rhegion, per celebrare il suo trionfo si fece coniare una moneta, il cui diritto reca una biga trainata da mule, mentre sul rovescio è raffigurata una lepre, che simboleggiava esuberanza e ricchezza. Oltre che su moneta, sappiamo sempre da Aristotele, volle farsi celebrare anche da alcuni versi di un poeta famoso, Simonide di Ceo, che, a causa della poca generosità del tiranno, non voleva comporre nessuna ode. Alla fine però il poeta celebrò la vittoria olimpica con alcuni versi, purtroppo ci rimane solo un verso, in cui le mule trainatrici della biga vengono appellate come “Figlie delle cavalle”.
“Salve, o figlie delle Cavalle dai piedi di procella…”
In occasione delle Olimpiadi di Rio 2016, il museo che custodisce il prezioso reperto, il MArRC, aderisce all’iniziativa del MIBACT #italianmuseum4olympics promuovendo il tetradramma di Anassila che è visibile nella sezione Rhegion del museo, isola 7, vetrina 4.