Nella Villa dei Quintili (RM), gli scavi hanno portato alla luce una cantina vinicola del II sec. d.C. nell’area a nord del circo utilizzato per le corse dei cavalli.
Iniziata nel 2017, la missione di ricerca archeologica è condotta da Emlyn Dodd (British School at Rome) esperto di produzione di vino e olio nell’antichità, in collaborazione con il Parco Archeologico dell’Appia Antica, di cui la Villa fa parte.
Contrariamente alle già note cantine romane realizzate con pareti in intonaco a cocciopesto impermeabile, questa dei Quintili era rivestita in marmo rosso. Al suo interno sono stati rinvenuti i meccanismi di due torchi e una fontana, rivestita di marmi policromi, dalla quale scorreva il vino in canalette di marmo bianco che poi confluiva nelle giare di stoccaggio. Le stanze adiacenti si aprivano sulla cantina. Tutti questi elementi hanno fatto ipotizzare agli archeologi che non si trattasse di una “semplice” cantina, ma di un luogo dedito anche allo spettacolo della produzione del vino per intrattenere gli ospiti della Villa, nonché a degustarne il prodotto finito. Una vera e propria enoteca. Da qui, l’importanza del ritrovamento che permette di aggiungere diverse informazioni non solo all’architettura e alle funzioni della Villa, ma anche alla vita quotidiana e alla produzione vinicola romana.
La Villa dei Quintili è il più grande complesso suburbano residenziale di Roma. Questa fu confiscata da Commodo facendone uccidere i due proprietari, Sesto Quintilio Condiano e Sesto Quintilio Valerio Massimo, membri di famiglia senatoria e consoli del 151 d.C. Da allora in poi è stata sede di diversi imperatori che hanno continuato ad impreziosirla.