© Ministero del Turismo e delle Antichità egiziane, rielaborato da Chiara Lombardi per MediterraneoAntico

Il Ministero del Turismo e delle Antichità egiziane ha annunciato la scoperta di edifici e sepolture nell’area di Meir, relativa alla città di El Quseyya (egiziana Kis/greca Kusae) nel governatorato di Asyiut (Medio Egitto). È il dr. Mostafa Waziri, segretario generale del Consiglio Supremo delle Antichità egiziane, a dare la notizia tramite un comunicato stampa, sottolineando l’importanza del sito archeologico, le cui più antiche attestazioni risalgono all’Antico Regno.

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Lo scavo ha restituito nella sua parte più recente, ovvero sui livelli superiori dell’indagine archeologica, resti di edifici di epoca copta, relativi ad un impianto monastico, come ha dichiarato il dr. Adel Okasha, capo del Dipartimento di Antichità per il Medio Egitto: sono state messe in luce le stanze utilizzate come celle dai monaci che si aprivano su una corte, oltre ad un ambiente usato come focolare. Altri locali erano probabilmente adibiti a biblioteca, come testimonierebbero le mensole realizzate in argilla e paglia sulle quali andavano poggiati i manoscritti; non è però da escludere che potessero essere utilizzati anche per conservare gli alimenti. Di particolare importanza è stato il rinvenimento di un’iscrizione in lingua copta di otto righe, iscritta con inchiostro nero su una parete, la quale reca preghiere e suppliche a Dio.

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Nei livelli inferiori, quindi più antichi, sono state rinvenute delle tombe di Epoca Tarda, purtroppo in cattivo stato di conservazione. Queste hanno restituito resti di sarcofagi in legno, scheletri, e alcune parti di corredo funebre. Tra di esse, la sepoltura di una figura femminile, il cui sarcofago è danneggiato eccetto per il viso e frammenti delle spalle e del busto.

© Ministero del Turismo e delle Antichità egiziane
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Insieme alla donna erano stati sepolti vaghi, conchiglie, perline in faïence, specchietti in rame e vasellame.

Fonte: Ministero del Turismo e delle Antichità egiziane

© Ministero del Turismo e delle Antichità egiziane
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Chiara Lombardi

Laureata in Archeologia Orientale presso l’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale” con una tesi magistrale in Archeologia Egiziana dal titolo “Iside nei testi funerari e nelle tombe del Nuovo Regno: iconografia e ruolo della dea tra la XVIII e la XIX dinastia” (2013), ha conseguito un master di primo livello in “Egittologia. Metodologie di ricerca e nuove tecnologie” presso la medesima Università (2010-2011). Durante il master ha sostenuto uno stage presso il Museo Egizio de Il Cairo per studiare i vasi canopi nel Nuovo Regno (2010). Ha partecipato a diversi scavi archeologici, tra i quali Pompei (scavi UniOr – Casa del Granduca Michele, progetto Pompeii Regio VI, 2010-2011) e Cuma (scavi UniOr – progetto Kyme III, 2007-2017). Inoltre, ha preso parte al progetto Research Ethiopic language project: “Per un nuovo lessico dei testi etiopici”, finanziato dall’Istituto Italiano per l’Africa e l’Oriente e dal progetto PRIN 2005 “Catene di trasmissione linguistica e culturale nell’Oriente Cristiano e filologia critico testuale. Le problematiche dei testi etiopici: testi aksumiti, testi sull’età aksumita, testi agiografici di traduzione” (2006-2007). Ha collaborato ad un progetto educativo rivolto ai bambini della scuola primaria per far conoscere, attraverso sperimentazioni laboratoriali, gli usi e i costumi dell’antico Egitto e dell’antica Roma (2014-2015). È stata assistente di ricerca presso la Princeton University (New Jersey) per “The Princeton Ethiopian, Eritrean, and Egyptian Miracles of Mary digital humanities project (PEMM)” (2020-2021). Ricercatrice indipendente, attualmente è anche assistente di ricerca per il Professor Emeritus Malcolm D. Donalson (PhD ad honorem, Mellen University). Organizza e partecipa regolarmente a diverse attività di divulgazione, oltre a continuare a fare formazione. Collabora con la Dott.ssa Nunzia Laura Saldalamacchia al progetto Nymphè. Archeologia e gioielli, e con la rivista MediterraneoAntico, occupandosi in modo particolare di mitologia. Appassionatasi alla figura della dea Iside dopo uno studio su Benevento (Iside Grande di Magia e le Janare del Sannio. Ipotesi di una discendenza, Libreria Archeologica Archeologia Attiva, 2010), ha condotto diversi studi sulla dea, tra cui Il Grande inno ad Osiride nella stele di Amenmose (Louvre C 286) (Master di I livello in “Egittologia. Metodologie di ricerca e nuove tecnologie”, 2010); I culti egizi nel Golfo di Napoli (Gruppo Archeologico Napoletano, 2016); Dal Nilo al Tevere. Tre millenni di storia isiaca (Gruppo Archeologico Napoletano, 2018 – Biblioteca Comunale “Biagio Mercadante”, Sapri 2019); Morire nell’antico Egitto. “Che tu possa vivere per sempre come Ra vive per sempre” (MediterraneoAntico 2020); Il concepimento postumo di Horus. Un’ analisi (MediterraneoAntico 2021); Osiride e Antinoo. Una morte per annegamento (MediterraneoAntico 2021); Culti egiziani nel contesto della Campania antica (Djed Medu 2021); Nephthys, una dea sottostimata (MediterraneoAntico 2021). Sua è una pubblicazione una monografia sulla dea Iside (A history of the Goddess Isis, The Edwin Mellen Press, ISBN 1-4955-0890-0978-1-4955-0890-5) che delinea la sua figura dalle più antiche attestazioni nell’Antico Regno fino alla sua più recente menzione nel VII d.C. Lo studio approfondisce i diversi legami di Iside in quanto dea dell’Occidente e madre di Horus con alcune delle divinità femminili nonché nei cicli osiriaco e solare; la sua iconografia e le motivazioni che hanno portato ad una sempre crescente rappresentazione della dea sulle raffigurazioni parietali delle tombe. Un’intera sezione è dedicata all’onomastica di Iside provando a delineare insieme al significato del suo nome anche il compito originario nel mondo funerario e le conseguenti modifiche. L’appendice si sofferma su testi e oggetti funerari della XVIII dinastia dove è presente la dea.

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