Dettaglio del soffitto. Crediti: Ministry of Tourism and Antiquities

Nella giornata di ieri il Ministero del Turismo e delle Antichità egiziane ha comunicato il rinvenimento di una sepoltura di epoca tolemaica a Sohag. La scoperta è avvenuta durante il corso di formazione “Scuola di Formazione sulle Opere di Scavo del Diabat nel Governatorato di Sohag” per archeologi e restauratori per il Consiglio Supremo per le Antichità, dovuto all’Unità Centrale di Formazione dell’Ufficio del Ministro del Turismo e delle Antichità e in collaborazione con l’area di Archeologia di Sohag.

Il team del corso di formazione. Crediti: Ministry of Tourism and Antiquities

La sepoltura, composta da due camere, era scavata all’interno di una collina alla quale si accedeva tramite una scalinata, probabilmente collegata ad un cortile, come testimonierebbero i resti di mattoni.

L’ingresso alla sepoltura. Crediti: Ministry of Tourism and Antiquities

Delle due camere, una è stata rinvenuta con assenza parziale di tetto e pareti. È presente uno strato di argilla che non presenta nessun tipo di decorazione o iscrizione. All’interno delle camere funerarie sono state rinvenuti due sarcofagi in calcare e parte di uno dei due coperchi. Anche queste sono prive di iscrizioni. Dalla parete orientale della prima camera si accede alla seconda tramite un corridoio decorato con cornici. La maggior parte delle pareti sono ricoperte di fuliggine: gli archeologi ipotizzano, infatti, l’utilizzo della sepoltura come dimora durante il periodo copto.

La seconda camera della sepoltura con il soffitto dipinto con scene dell’aldilà. Crediti: Ministry of Tourism and Antiquities

Future indagini e ulteriori operazioni di pulizia sulla decorazione del soffitto della seconda camera potranno identificarne il proprietario, probabilmente un ufficiale superiore di epoca tolemaica stando al tipo di iconografia e alla presenza di una figura con Corona Bianca del Basso Egitto all’interno della Barca Solare, insieme a divinità.

Un dettaglio del soffitto. Crediti: Ministry of Tourism and Antiquities

Sono stati rinvenuti anche frammenti ceramici e animali imbalsamati.

Gallery. Crediti: Ministry of Tourism and Antiquities

Advertisement
Articolo precedenteDavid O’Connor (1938-2022), una vita per Abydos
Prossimo articoloNuovi ritrovamenti per il sito archeologico di Nora (Cagliari)
Chiara Lombardi

Laureata in Archeologia Orientale presso l’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale” con una tesi magistrale in Archeologia Egiziana dal titolo “Iside nei testi funerari e nelle tombe del Nuovo Regno: iconografia e ruolo della dea tra la XVIII e la XIX dinastia” (2013), ha conseguito un master di primo livello in “Egittologia. Metodologie di ricerca e nuove tecnologie” presso la medesima Università (2010-2011). Durante il master ha sostenuto uno stage presso il Museo Egizio de Il Cairo per studiare i vasi canopi nel Nuovo Regno (2010). Ha partecipato a diversi scavi archeologici, tra i quali Pompei (scavi UniOr – Casa del Granduca Michele, progetto Pompeii Regio VI, 2010-2011) e Cuma (scavi UniOr – progetto Kyme III, 2007-2017). Inoltre, ha preso parte al progetto Research Ethiopic language project: “Per un nuovo lessico dei testi etiopici”, finanziato dall’Istituto Italiano per l’Africa e l’Oriente e dal progetto PRIN 2005 “Catene di trasmissione linguistica e culturale nell’Oriente Cristiano e filologia critico testuale. Le problematiche dei testi etiopici: testi aksumiti, testi sull’età aksumita, testi agiografici di traduzione” (2006-2007). Ha collaborato ad un progetto educativo rivolto ai bambini della scuola primaria per far conoscere, attraverso sperimentazioni laboratoriali, gli usi e i costumi dell’antico Egitto e dell’antica Roma (2014-2015). È stata assistente di ricerca presso la Princeton University (New Jersey) per “The Princeton Ethiopian, Eritrean, and Egyptian Miracles of Mary digital humanities project (PEMM)” (2020-2021). Ricercatrice indipendente, attualmente è anche assistente di ricerca per il Professor Emeritus Malcolm D. Donalson (PhD ad honorem, Mellen University). Organizza e partecipa regolarmente a diverse attività di divulgazione, oltre a continuare a fare formazione. Collabora con la Dott.ssa Nunzia Laura Saldalamacchia al progetto Nymphè. Archeologia e gioielli, e con la rivista MediterraneoAntico, occupandosi in modo particolare di mitologia. Appassionatasi alla figura della dea Iside dopo uno studio su Benevento (Iside Grande di Magia e le Janare del Sannio. Ipotesi di una discendenza, Libreria Archeologica Archeologia Attiva, 2010), ha condotto diversi studi sulla dea, tra cui Il Grande inno ad Osiride nella stele di Amenmose (Louvre C 286) (Master di I livello in “Egittologia. Metodologie di ricerca e nuove tecnologie”, 2010); I culti egizi nel Golfo di Napoli (Gruppo Archeologico Napoletano, 2016); Dal Nilo al Tevere. Tre millenni di storia isiaca (Gruppo Archeologico Napoletano, 2018 – Biblioteca Comunale “Biagio Mercadante”, Sapri 2019); Morire nell’antico Egitto. “Che tu possa vivere per sempre come Ra vive per sempre” (MediterraneoAntico 2020); Il concepimento postumo di Horus. Un’ analisi (MediterraneoAntico 2021); Osiride e Antinoo. Una morte per annegamento (MediterraneoAntico 2021); Culti egiziani nel contesto della Campania antica (Djed Medu 2021); Nephthys, una dea sottostimata (MediterraneoAntico 2021). Sua è una pubblicazione una monografia sulla dea Iside (A history of the Goddess Isis, The Edwin Mellen Press, ISBN 1-4955-0890-0978-1-4955-0890-5) che delinea la sua figura dalle più antiche attestazioni nell’Antico Regno fino alla sua più recente menzione nel VII d.C. Lo studio approfondisce i diversi legami di Iside in quanto dea dell’Occidente e madre di Horus con alcune delle divinità femminili nonché nei cicli osiriaco e solare; la sua iconografia e le motivazioni che hanno portato ad una sempre crescente rappresentazione della dea sulle raffigurazioni parietali delle tombe. Un’intera sezione è dedicata all’onomastica di Iside provando a delineare insieme al significato del suo nome anche il compito originario nel mondo funerario e le conseguenti modifiche. L’appendice si sofferma su testi e oggetti funerari della XVIII dinastia dove è presente la dea.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here