Una nuova scoperta davvero eccezionale arriva dall’Insula Occidentalis di Pompei, più precisamente dagli scavi presso la Casa della Biblioteca, una delle attività più importanti attualmente in corso nel sito archeologico campano.

La domus in questione fa parte delle cosiddette “case sul pendio”, cioè una serie di edifici a più piani costruiti attorno alle mura della città e che successivamente sono stati trasformati in residenze di lusso. E infatti lo stile lussuoso di questi ambienti che stanno tornando alla luce è riconoscibile da alcuni elementi che li compongono, come ad esempio il bellissimo pavimento a mosaico con la greca esterna a meandri e con altre raffinatezze già viste in altre domus pompeiane.

ph. Parco Archeologico di Pompei

È importante ricordare che gli edifici di Pompei avevano già subito dei danni a causa del terremoto del 62 d.C., quindi parecchi anni prima del forte sciame sismico che ha preceduto l’eruzione devastante dell’anno 79. Alcuni edifici erano ancora in fase di restauro, ed è possibile quindi ritrovare qua e là attrezzi e materiali per questi lavori di ristrutturazione.

ph. Parco Archeologico di Pompei

Ed è proprio questa la bellissima scoperta avvenuta durante gli scavi in corso in una parte della domus che non è mai stata indagata prima, un grande ambiente, forse una sala di rappresentanza posta al primo piano: una cassetta da lavoro contenente alcune lastre di marmo colorate di qualità pregiatissima.

Rimane ovviamente poco della cassetta che col passare del tempo si è in gran parte decomposta, ma è stato possibile ricostruirne una parte grazie ai calchi di gesso attraverso i muri. Il marmo contenuto era veramente pregiato, con colori che vanno dal verde del Peloponneso al giallo della Numidia, e probabilmente servivano al “restauratore” per riparare danni o sostituire parti di arredo o di pavimento nelle stanze adiacenti.

ph. Parco Archeologico di Pompei

Sopra questa cassetta è stato ritrovato un certo numero di piccole lastre di marmo molto sottili, accuratamente lavorate. Si può ipotizzare che costituissero una sorta di campionario che il lavoratore aveva messo a disposizione del padrone della domus, affinché questi potesse scegliere il materiale preferito per la ristrutturazione.

Appoggiata sopra questa cassetta da lavoro c’era una piccola cesta di legno che si è completamente deteriorata, ma della quale è stato possibile recuperare l’ingombro sempre grazie ai calchi di gesso. La cesta poteva contenere del materiale oppure essere semplicemente vuota: questo lo stabiliranno le analisi di laboratorio.

Ciò che comunque affascina ancora oggi è immaginare il restauratore al lavoro con i suoi marmi preziosi in questa parte della domus che deve ancora essere scavata e che riserverà – come tutti sperano – altre grandi sorprese.

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