E’ di questi giorni la notizia diffusa dal Ministero delle Antichità egiziano secondo la quale è stato scoperto uno dei più antichi insediamenti del Delta del Nilo. La scoperta è opera della missione congiunta franco-egiziana diretta da Frederic Geyau dell’Institut Français d’Archéologie Orientale al lavoro a Tell el-Samara, un sito a circa 140 km a nord del Cairo nel governatorato di Daqahliya.
Quelli individuati sono i resti di un villaggio neolitico risalente alla fine del V millennio a.C., la cui occupazione durò fino alla II dinastia (dal 4200 a.C. al 2900 a.C. circa). Tracce umane provenienti dal neolitico sono praticamente inesistenti in questa zona, quindi, come sottolinea il direttore della missione di scavo, l’individuazione di questo insediamento è stato un evento davvero molto importante in quanto permetterà di capire come vivevano le popolazioni preistoriche che abitavano nel Basso Egitto in un periodo storico di molto precedente l’era predinastica.
Finora le più antiche attestazioni lasciate dall’uomo erano state individuate dall’Egyptian Exploration Society a Sais, ma dall’analisi dei resti trovati la datazione di questo nuovo sito sarebbe molto più remota. Significativa è la quantità di dati raccolti a Tell el-Samara dal 2015 ad oggi. L’insediamento tra le altre cose ha restituito ceramiche, utensili in pietra e una dozzina di silos contenenti una quantità considerevole di ossa animali e resti botanici, presenze che hanno confermato l’insediamento di comunità stabili nelle zone umide del Delta del Nilo, come si è detto, già nel V millennio a.C. Il materiale organico trovato nei silos, congiuntamente allo studio delle aree già scavate e ancora da scavare, permetterà agli studiosi di avere una visione più chiara sulle prime comunità insediate nel Delta, di comprendere le loro abitudini alimentari e fornirà materiale di approfondimento per lo studio dell’origine e dell’evoluzione dell’agricoltura e dell’allevamento nell’Egitto antico.
Sources: MoA
