Il pyramidion di Ankhesenpepi II era probabilmente il secondo obelisco del suo complesso funerario

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Il ritrovamento di un nuovo blocco di granito nei pressi del pyramidion individuato pochi giorni fa a Saqqara dalla missione archeologica franco-svizzera diretta dal professor Philippe Collombert dell’Università di Ginevra (qui l’articolo del ritrovamento) mette in discussione l’identificazione del blocco riconosciuto come la sommità della piramide satellite di Ankhesenpepi II e solleva molte domande.

Già dai primi istanti era soprattutto l’inclinazione del “pyramidion” ciò che dava da pensare e lasciava perplessi: troppo accentuata per essere una sommità piramidale visto che le misure di norma previste per una piramide secondaria hanno un rapporto di 1/2. E qui, quindi, la prima delle tante domande: potrebbe essere che la piramide della regina avesse una pendenza più ripida del solito ed un’angolazione così acuta? Studi più approfonditi hanno fatto notare come forme, dimensioni e scanalature di fissaggio del rivestimento in metallo della parte superiore del blocco identificato come pyramidion siano esattamente le stesse del primo obelisco scoperto (vedi qui). Che sia dunque la punta del suo obelisco gemello?

Prima di affermare pubblicamente che il blocco rappresentasse un pyramidion, considerando la forma, l’equipe in un primo momento aveva proprio pensato di aver scoperto la parte superiore del secondo obelisco del complesso funerario della regina, in quanto in queste strutture gli obelischi sono generalmente due e posti in coppia all’ingresso della struttura, ma la presenza di un sistema di fissaggio sul lato inferiore del reperto, e il fatto che gli obelischi sono monoliti (quindi non necessitano di alcun punto di ancoraggio alla loro sommità), avevano fuorviato il team facendogli cambiare parere.

Ora il nuovo frammento ritrovato ha fatto rivalutare la loro posizione, facendo ritornare il team sui propri passi e rivedere tutto da un nuovo punto di vista.

Il fatto che alla base del monolite oggetto di dibattito sono presenti  segni lasciati da alcuni attrezzi per la lavorazione della pietra fa pensare che il frammento di obelisco potrebbe essere stato sottoposto in un secondo momento ad un lavoro di recupero, come mostra anche quest’ultimo blocco individuato che probabilmente rappresenta la parte inferiore del secondo obelisco della regina. “Probabilmente” perché i membri della missione di scavo sono ancora prudenti nell’identificazione del reperto in quanto la parte superiore di esso mostra una superficie orizzontale e ben tagliata, dove al suo posto, invece, ci si aspetterebbe di trovare o la punta dell’obelisco o una brutta frattura. Questa “anomalia” può essere spiegata confrontando quello che era stato identificato come pyramidion a questo nuovo blocco: insieme, questi due pezzi,  comporrebbero un solo obelisco che per qualche strano motivo era stato diviso in due parti poi riassemblate tramite un sistema di fissaggio; anche perché i due frammenti hanno le stesse dimensioni ed è difficile pensare ad una pura coincidenza.

L’anomalia però ispira nuove ipotesi e genera altre domande: forse all’origine si trattava di un monolite che purtroppo si è spezzato e per poterlo utilizzare in quella che era la sua funzione avevano deciso di aggiustarlo ricongiungendo le parti? Quando si è fratturato? Durante la sua realizzazione o successivamente? Il tempo forse ci darà le risposte, ora possiamo solo attendere altre notizie dagli scavi.

Il “pyramidion” di Ankhesenpepi II che probabilmente è l’apice del secondo obelisco del suo complesso funerario (ph. MoA)

Source: Missione archeologica franco-svizzera di Saqqara

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