Una delle collezioni di manoscritti più antiche e prestigiose al mondo sarà presto fruibile gratuitamente sul web, grazie a una collaborazione tra il monastero di Santa Caterina, la UCLA Library (Università della California a Los Angeles), la Early Manuscripts Electronic Library e l’Arcadia Fund, un’associazione britannica che concentra la sua attività nella conservazione culturale e che finanzierà il progetto per un periodo di 5 anni.

Uno dei testi in arabo dal Monastero di Santa Caterina (ph. Early Manuscripts Electronic Library)

Costruito tra il 548 e il 565 d.C., il Monastero di Santa Caterina è il più antico monastero cristiano ancora attivo e grazie alla sua posizione panoramica ai piedi del Monte Sinai, alle sue ben conservate mura che racchiudono bellissimi edifici bizantini e alla sua antichissima biblioteca, nel 2002 è stato inserito nell’elenco dei siti che sono patrimonio mondiale dell’UNESCO. La sua preziosa biblioteca è attiva dal 600 d.C. e la collezione di antiche pergamene ed eccezionali manoscritti medievali custodita al suo interno è seconda solo a quella del Vaticano. Tra i preziosi volumi ci sono circa 160 palinsesti noti, datati tra il IV e il XII secolo d.C., che in alcuni casi riguardano testi non più studiati, in quanto non sono sopravvissuti in nessun’altra forma.

Testo in siriaco dal Monastero di Santa Caterina (ph. Early Manuscripts Electronic Library)

I palinsesti sono degli antichi manoscritti sovrascritti da testi più recenti. Dato l’elevato costo dei supporti scrittori, quando il bisogno di un nuovo testo superava il valore o l’utilità di un manoscritto più antico, gli antichi scribi smontavano il vecchio codice, raschiavano e lavavano i fogli di pergamena per cancellare l’inchiostro e riutilizzavano poi gli stessi fogli per comporre un nuovo volume con un nuovo testo. Nonostante questo energico trattamento ancora oggi vi è traccia del vecchio testo sotto i nuovi caratteri, anche se quel che affiora non è sufficiente per procedere alla lettura.

Dettaglio sulla rilegatura dei manoscritti del Monastero di Santa Caterina (ph. Early Manuscripts Electronic Library)
Damianos Kasotakis visualizza spettralmente un palinsesto con il direttore del progetto Michael Phelps (ph. Early Manuscripts Electronic Library)

E’ proprio per recuperare questi antichi testi che è nato il Sinai Palimpsests Project, una collaborazione tra il Monastero di Santa Caterina e la Early Manuscripts Electronic Library. Oltre a rendere leggibili i testi cancellati e descriverne la paleografia, il progetto consiste nel pubblicare una biblioteca digitale online, attualmente in fase di sviluppo, con immagini di alta qualità che verranno inserite in un data base liberamente consultabile, grazie alla collaborazione con la UCLA Library.

Hemeid Sohby, assistente di padre Justin, esegue il controllo di qualità sulle immagini del palinsesto (ph. Early Manuscripts Electronic Library)

Il progetto vedrà la creazione di circa 400.000 immagini che riprodurranno migliaia di fogli riscritti sopra testi classici, cristiani ed ebraici, redatti in dieci lingue (greco, siriaco, georgiano, arabo, cristiano palestinese aramaico, latino, albanese caucasico, armeno, slavo ed etiopico) e in molte altre scritture antiche. Tra i palinsesti vi sono inclusi anche notevoli esempi di letteratura cristiana araba, corrente letteraria che apparve durante l’VIII secolo.

Tra i palinsesti più importanti sono da annoverare quello denominato “Syriac 30” o “Syriac Sinaiticus”, la più antica copia dei vangeli cristiani redatta in siriaco nel IV-V secolo; “Georgian NF 13 & NF 55”, manoscritti superstiti nella lingua e nell’alfabeto dell’Albania caucasica, un regno che prosperò nell’Azerbaigian dei nostri giorni dal III secolo a.C. all’VIII secolo d.C.; e l’opera di Sa’id ibn Batriq (traduzione araba del nome greco Eustichio figlio di Patrìkios, patriarca di Alessandria dal 933 al 940), ovvero il più antico manoscritto di quella che si ritiene essere la prima storia universale in arabo scritta da un autore cristiano e redatta attingendo da fonti bizantine, ortodosse e musulmane.

Prima del Sinai Palimpsests Project solo tre dei 160 palinsesti del Sinai erano stati accuratamente studiati e pubblicati in edizioni accademiche.

Testo in Georgiano scritto sopra un testo precedentemente scritto in Aramaico. Dal Monastero di Santa Caterina (ph. Early Manuscripts Electronic Library)

Per recuperare i testi cancellati i palinsesti vengono analizzati con una diagnostica all’avanguardia, una tecnologia che ha permesso di recuperare una grande percentuale di questi testi “dimenticati” rendendoli nuovamente leggibili. L’RTI (Reflectence Transformation Imaging) consiste nel catturare immagini ad alta risoluzione illuminate con le diverse lunghezze d’onda della luce per poi elaborarle con sofisticate apparecchiature che identificano le informazioni non facilmente distinguibili a occhio nudo.

Testo in Greco scritto sopra Aramaico. Dal Monastero di Santa Caterina (ph. Early Manuscripts Electronic Library)

Il lavoro di digitalizzazione ha già restituito qualche tempo fa una preziosa ricetta di Ippocrate di cui abbiamo già parlato in passato, qui il nostro articolo. Il progetto sta evidentemente ampliando i contenuti dei testi disponibili a storici, linguisti e paleografi, e quel che è più importante è che si stanno recuperando capitoli perduti della storia, ricavando nuove testimonianze sulla storia del monastero e dei molti popoli che l’hanno visitato sin dalla sua fondazione nel VI secolo. La digitalizzazione rappresenta anche una garanzia per la sopravvivenza dei preziosissimi contenuti: in un periodo di grande tensione geopolitica come quello che stiamo vivendo potremmo correre anche il rischio di perdere tutto questo antico sapere per un attacco terroristico.

Testo in Georgiano dal Monastero di Santa Caterina (ph. Early Manuscripts Electronic Library)
Testo in arabo dal Monastero di Santa Caterina (ph. Early Manuscripts Electronic Library)
Testo in Greco dal Monastero di Santa Caterina (ph. Early Manuscripts Electronic Library)
I membri del team con padre Justin, bibliotecario del monastero, e la torre campanaria del monastero alle spalle (ph. Early Manuscripts Electronic Library)

Foto di copertina: Il monastero di Santa Caterina e un dettaglio di uno dei manoscritti ivi conservati (ph. UCLA Library)

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