Per circa due secoli i frammenti del Libro dei Morti di Baki sono stati custoditi nei depositi del Museo Egizio di Torino, ma oggi sono finalmente visibili dopo una lunga e delicata opera di restauro iniziata nel 2014. Il Libro dei Morti di Baki sarà, inoltre, protagonista fino al 5 giugno del secondo appuntamento del 2022 de “Nel laboratorio dello studioso”, l’interessante e affascinante ciclo di mostre che accompagna i visitatori dietro le quinte del Museo, per apprezzare l’attività scientifica degli egittologi del Dipartimento Collezione e Ricerca.

L’esposizione è stata curata da Sara Demichelis, egittologa della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Torino, e da Susanne Töpfer responsabile della Collezione Papiri del Museo Egizio, va ricordata anche l’opera di restauro avvenuta sotto la direzione di Sara Demichelis e Elisa Fiore Marochetti della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Torino, in collaborazione con il Museo Egizio, l’Archivio di Stato di Torino e l’Istituto di Archeologia orientale del Cairo.

Il Libro dei Morti di Baki appartiene, appunto, a Baki “Scriba del Signore delle Due Terre” che a Deir el-Medina, sotto il regno di Seti I, diresse i lavori per la tomba regale, ricoprendo cariche importanti, come emerge dal ricco complesso funerario della sua famiglia. La tomba era già stata depredata in antichità, dato che del corredo rimangono pochi oggetti: una statua funeraria a nome di Baki, tre statuine a nome della moglie e i frammenti del Libro dei Morti, giunto a Torino nel 1824 come parte di quella collezione riunita dal console Bernardino Drovetti, nucleo fondante della collezione del Museo Egizio.

Per il restauro e lo studio, i frammenti sono stati trasferiti al Laboratorio di Restauro dell’Archivio di Stato di Torino, dove i testi e le vignette sono stati studiati e ricostruiti, consolidando e giuntando i frammenti. Alcuni dei frammenti del papiro si trovano oggi al Cairo dato che nel 1917 una missione archeologica francese ha lavorato alla tomba di Baki dove sono stati rinvenuti altri frammenti papiracei.

Il Libro dei Morti è costituito da una raccolta di formule magiche, incantesimi ma anche
preghiere e inni agli dèi. Il papiro di Baki è, per motivi stilistici, riconducibile all’opera della bottega del pittore Pay, capostipite di una dinastia di artisti, che si occupò delle tombe più celebri del villaggio, tra cui quella regina Nefertari, moglie di Ramesse II.

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