Nel 1853, a Charlton, nacque Sir William Matthew Flinders Petrie, archeologo di fama mondiale. Petrie scavò a Stonehenge tra il 1875 e 1880 per poi dirottare le sue attenzioni in Egitto, dove trascorse gran parte della sua vita lavorativa, ed in Palestina.
Le sue tecniche innovative di scavo, la meticolosità con cui li affrontava e la sistematicità nel raccogliere e descrivere qualsiasi tipo di reperto, dal più importante a quello meno rilevante, nonché la rapidità delle sue pubblicazioni, divennero caratteristiche della scuola che fondò in Egitto: la British School of Archaeology. A lui si deve inoltre la prima sistemazione dei reperti predinastici, lavoro che gli permise di stabilire una successione cronologica di 2200 tombe a fossa della necropoli di Naqada, nell’Alto Egitto.
Dal 1926 si trasferì in Palestina, dove, nel 1942, morì malato di malaria. Vista la sua spiccata intelligenza, la moglie donò la sua testa ad un’associazione di chirurgia britannica in modo che questi potessero studiarne il cervello. Alla sua figura è stato dedicato anche un museo, il Petrie Museum di Londra, che custodisce una delle più grandi collezioni di reperti egiziani e sudanesi del mondo.