Di poche ore fa è la notizia condivisa dall’Inrap, Istituto nazionale francese per le ricerche archeologiche preventive nel centro di Nimes, del rinvenimento di una domus romana risalente al II secolo d.C. sotto un parcheggio.

La città, nella regione dell’Occitania, ha origine preromana, ma solo successivamente, in età romana, ha assunto un assetto urbano tale da farla diventare uno dei più importanti centri della Gallia, come testimoniano alcuni importanti monumenti quali il tempio di Diana. Infatti, la domus appena rinvenuta rientra perfettamente nel modello architettonico utilizzato all’epoca, come affermano gli archeologi dell’Inrap:

“[…] una domus la cui pianta è centrata su un probabile cortile. La maggior parte delle camere ha pavimenti in cemento e intonaco dipinto alle pareti. La stanza più orientale di questa domus mostra un pavimento a mosaico policromo con decorazioni geometriche. Più a sud, anche questa casa è dotata di un locale riscaldato e di un pozzo, probabilmente situato in uno spiazzo attiguo. Tuttavia, questi ultimi resti sono meno leggibili a causa del loro deterioramento”.

Il mosaico policromo, ph. © Antoine Farge, Inrap

L’isolato in cui si inserisce la domus, ubicato tra le mura di fondazione della città e quelle romane realizzate da Augusto, delimitato da via Domizia, una delle più antiche del centro, è rimasto attivo fino al III d.C., quando un incendio ha portato alla sua distruzione. Questo incendio è stato però provvidenziale: essendo il 90% dell’architettura degli edifici costituita da mattoni crudi, questi sono stati “cotti” dal fuoco, consentendone una quasi perfetta conservazione fino ad oggi.

Il pavimento mosaicato con frustoli di carbone, a testimonianza dell’incendio del III d.C., ph. © Antoine Farge, Inrap
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Mara Zoppi

Appassionata fin da piccola alla storia e all’archeologia, dopo la maturità classica si iscrive alla facoltà di Lettere – curriculum Scienze dell’Antichità – presso l’Università degli Studi di Milano, laureandosi nel 2019 con una tesi di carattere archeologico-egittologico dal titolo Imhotep scriba e medico: dall’Egitto del III millennio a.C. ad oggi. Si iscrive successivamente alla facoltà di Archeologia dell’Università degli Studi di Milano dove si laurea nel 2021 con votazione 110/110 e lode sviluppando una tesi in ambito egittologico dal titolo La Casa della Vita nell’Egitto Antico: luoghi, riti, funzionari.

Ha partecipato a due laboratori di scavo archeologico: il primo sul sito di Urvinum Hortense a Collemancio di Cannara (PG) di epoca romana con l’Università degli Studi di Perugia; successivamente sul sito archeologico di Nora (Pula, CA) nella sezione competente all’Università degli Studi di Milano, quindi di epoca romana, contribuendo anche alle operazioni di post-scavo.

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