Gli archivi del Museo Egizio di Torino. Un silenzio eloquente e...

Gli archivi sono il cuore pulsante di una collezione museale. I suoi scaffali ospitano la storia degli oggetti che il museo custodisce, ma anche la storia del museo stesso: come si sono formate le collezione, quali uomini e quali vicende hanno fatto si che in quel luogo si formasse una collezione da custodire. Non di rado "scavando" proprio negli archivi, vengono fatte scoperte eccezionali in grado di emozionare - ma anche di contribuire fattivamente alla ricostruzione di un ambito storico archeologico - al pari delle scoperte che avvengono sul campo. La conservazione e l'organizzazione degli archivi è importante tanto quanto i reperti alloggiati all'interno delle vetrine, che spesso in quei faldoni hanno il proprio documento d'indentità e il curriculum vitae.

La moglie “in prestito”: il caso di Marzia e Catone Uticense

La storia di Catone Uticense e della moglie Marzia è stata, non per la sua eccezionalità, ma per i protagonisti che la interpretarono, un...

Aperta a Saqqara una delle più belle sepolture della necropoli: la...

Il Ministero delle Antichità egiziano ha inaugurato a Saqqara la tomba di Mehu, visir nei primi anni della VI dinastia (2300 a.C. circa). Dalla sua scoperta, avvenuta nel 1940 ad opera di una missione archeologica egiziana diretta dall’egittologo Zaki Saad, è la prima volta questa sepoltura viene aperta al pubblico. Quella di Mehu è una delle tombe più belle della necropoli di Saqqara, in quanto i suoi colori vividi animano ancora le meravigliose e spesso esclusive rappresentazioni parietali. Nell’articolo il VIDEO con le bellissime immagini conservate nella sepoltura.

Quando Ramesse II andò a Parigi e fu accolto dal picchetto...

Era il 26 settembre del 1976 quando la mummia di Ramesse II atterrò a Le Bourget, l'aeroporto militare di Parigi, dove fu accolta con tutti gli onori riservati ad un Capo di Stato con tanto di parata militare e picchetto d'onore. Ramesse II restò nella capitale francese per circa otto mesi affinché la sua mummia fosse sottoposta ad una delicata operazione di conservazione in quanto vittima di un fungo che, con il suo sviluppo, ne stava provocando un veloce deterioramento.

Museo Egizio: anche le statue parlano, anzi…scrivono!

“La strada per Menfi e Tebe passa da Torino”. Lo disse Champollion quando giunse nella città sabauda, ammirato e ammaliato dalla “Drovettiana”, l’incredibile ed eterogeneo insieme di reperti egizi che il console Drovetti aveva messo assieme durante la sua lunga permanenza in Egitto, da poco acquistata dai Savoia. Ma non fu una strada priva di inciampi per il francese, che a Torino poté saggiare la spigolosità di Giulio Cordero di San Quintino – laureato in utroque iure, sacerdote, nominato dal padre di Cesare Balbo curatore della nascente collezione egizia di Torino – a cui Champollion oppose una verve del tutto inaspettata. O forse no.

I sacrifici umani nell’antica Roma

Da sempre nella storia i sacrifici (specie quelle umani) sono serviti per placare le ire di una divinità o per propiziarsene il favore, specie se  "costretti" da un pericolo incombente, come la minaccia di un fenomeno naturale o una guerra. Molti e diffusi gli esempi che si potrebbero annoverare per suffragarne valore e significato sacrale: la civiltà hittita, ad esempio, può essere annoverata tra quelle che, nell'ambito di un rito propiziatorio e purificatore, effettuava sacrifici umani.