Avvicinarsi a Sparta

Un’aura potentemente suggestiva circonda da sempre l’antica Sparta. È un luminoso mattino di settembre e dalla terrazza più occidentale dell’acropoli si vede il Taigeto schierare la sua barriera in un maestoso dispiegamento, e Sparta adagiata ai suoi piedi. La città appare ancora rassegnata, in una grata accettazione del dominio delle cime che sancirono verso occidente i limiti del suo abitare. Dalla parte opposta, a est, la delimitano le anse del suo fiume Eurota. Ci attrae la sua apertura: la più aperta città della Grecia, l’unica polis senza mura, «abitata per villaggi secondo l’antico modo della Grecia»: così Tucidide (I.10.2) ne fissò per sempre l’eikós, l’aspetto.

Il monumento funerario di Ameneminet

Egitto ramesside, seconda metà del XIII secolo a.C. circa. In un giorno a noi sconosciuto, uno dei più importanti e valorosi comandanti militari di Ramesse II, Ameneminet, lascia il mondo dei vivi e inizia il suo viaggio verso la vita ultraterrena. Come ogni egizio dei tempi antichi, egli non voleva che il suo nome e le sue gesta fossero dimenticati dai posteri, e per questo motivo aveva affidato all’abilità di operai e artisti la realizzazione della sua tomba, del suo sarcofago e di altri monumenti funerari commemorativi. Di tutto ciò, purtroppo, non molto si è preservato fino ai nostri giorni, ma il reperto più particolare che si è sottratto all’oblio di oltre trenta secoli può essere considerato artisticamente un unicum nel suo genere.

Vita di Aaron. Un viaggio nell’estremo sud dell’Egitto

Questo testo – noto anche, impropriamente, come Storia dei monaci presso Siene o con titoli simili - è il resoconto di un viaggio compiuto da un certo Papnute (o Paphnutius, papnoute) fra i monaci dell’estremo sud dell’Egitto per darne notizia ai fratelli del nord. Da un punto di vista letterario, il testo è basato sul sistema dei racconti ad incastro, nel quale cioè si riportano parole di una persona, la quale racconta a sua volta di un’altra persona, la quale riferisce di una terza e così via. Capita spesso che un discorso, iniziato alla terza persona, come racconto indiretto, passi alla prima persona, diventando diretto, magari solo per poche frasi, e poi torni alla terza persona, senza alcuna segnalazione per il lettore (tranne rari casi).

La letteratura ieratica

Questa piccola ricerca è rivolta a coloro che desiderano accostarsi alle scritture ieratiche. Condicio sine qua non è naturalmente il possedere già una sufficiente conoscenza dei geroglifici e dei relativi sistemi di scrittura. Chi volesse addentrarsi allo studio dello ieratico si troverà inizialmente di fronte ad una estrema difficoltà nella lettura, dovuta come si vedrà nel prosieguo, al fatto che i segni ieratici – peraltro numerosissimi - non rispettano i rigidi canoni di stesura dei segni geroglifici.

La stele di Metternich

Il Metropolitan Museum of Art di New York custodisce un oggetto che appartiene ad una serie di reperti tra i più singolari ed affascinanti che ci siano pervenuti dall’Antico Egitto, per altro in ottimo stato di conservazione.

Il relitto più antico del mondo si trova nel Mar Nero

La nave più antica del mondo si trova nei fondali del Mar Nero, risale a 2400 anni fa e l’ottimo stato di conservazione in...