936 d.C.: Carlo Magno è morto da 168 anni, e dal momento della sua scomparsa, il fragile equilibrio dell’Europa alto-medievale è stato sconvolto da lotte intestine tra gli eredi del grande re, che hanno smembrato quella nuova edizione dell’Impero Romano che con tanta fatica il “padre d’Europa” aveva costituito. L’Italia, divisa in piccoli potentati e sotto la forte influenza dello Stato Pontificio, era completamente sfuggita al controllo dei sovrani d’oltralpe. Gli stessi possedimenti a cavallo del fiume Reno si erano separati per mai più (ancora oggi) reincontrarsi, andando a formare i primi nuclei di due futuri stati dalla storia molto diversa ma, senza dubbio, accaniti rivali: Francia (in quel momento “Regno dei Franchi Occidentali”) e Germania (“Regno dei Franchi Orientali”).

Durante l’estate di quell’anno moriva Enrico I, duca di Sassonia, lasciando il trono al principe ereditario, un giovane che avrebbe riscritto la storia d’Europa, rifondando il Sacro Romano Impero e meritandosi i titoli di “salvatore della Cristianità” e “il Grande”: Ottone I. Figura centrale della storia d’Europa, ma spesso trascurato per via del periodo turbolento e non molto documentato durante il quale si trovò a vivere, Ottone I fu autore di una serie di riforme e protagonista di vittorie militari che gettarono le basi per la creazione di quella che sarà la più longeva corona imperiale europea della storia, scomparsa definitivamente poco più di un secolo fa.

L’impero di Ottone I

Tra i suoi meriti principali ricordiamo riforme amministrative ed economiche volte a stabilizzare e modernizzare il suo impero, nonché la promulgazione di leggi che fornivano una normativa precisa e aggiornata al contesto sociale dell’epoca. Fondamentale fu poi la sua vittoria nella Battaglia di Lechfeld (955 d.C.) contro i Magiari/Ungheresi, popolo allora pagano, proveniente dall’Asia centrale, che da anni terrorizzava la Mitteleuropa minacciando la stabilità dei suoi regni.

La Battaglia di Lechfeld, dettaglio del dipinto di Michael Echter

Importanti furono anche le sue politiche nei rapporti con la Chiesa: da un lato favorì la cristianizzazione completa dei sudditi nei suoi domini, dall’altra ebbe la forza di imporre la propria auctoritas sul clero romano e sul Papa, ottenendo ampia libertà nella nomina dei vescovi e ponendo così le basi per quella contesa Chiesa-Impero che, cent’anni dopo, sarà nota con il celeberrimo nome di “Lotta per le Investiture”. Ma al di là di tutto questo, il suo lascito più duraturo alla storia fu la ri-fondazione del Sacro Romano Impero (ora “germanico”), grazie alla riconquista di territori in Italia, all’espansione in Polonia e Boemia, e alla cruciale incoronazione da parte di papa Giovanni XII a Roma con il titolo di Imperator Romanorum (962 d.C.).

La chiesa oggetto di scavo a Memleben. Credits to Ufficio statale per la gestione del patrimonio e l’archeologia di Sassonia-Anhalt

Un “nuovo Carlo Magno” insomma (non a caso viene ricordato con lo stesso soprannome…), del quale tuttavia, a differenza dell’originale, non era mai stata individuata la tomba. Di pochi giorni fa è però l’annuncio che, probabilmente, il luogo di sepoltura del grande sovrano è stato finalmente identificato. A diffondere la notizia, l’Ufficio statale per la gestione del patrimonio e l’archeologia di Sassonia-Anhalt, che dal 2017 conduce (in collaborazione con l’Università Martin Lutero di Halle-Wittemberg, l’Università di Scienze Applicate di Anhalt e la Kloster und Kaiserpfalz Memleben Stiftung) uno scavo nell’ex palazzo imperiale e nel monastero benedettino di Memleben. Questo luogo è da anni uno degli indiziati principali nella caccia al sito di sepoltura di Ottone I: qui, infatti, come suo padre Enrico I prima di lui, il sovrano sassone esalò l’ultimo respiro, e qui il di lui figlio costruì ex-novo un più grande e più ricco monastero, che divenne e rimase per secoli una delle tappe più importanti lungo il percorso della Via Romanica. Dopo anni di ricerche, sono stati finalmente individuate tracce concrete dell’antico palatinato e del monastero di IX-X secolo.

Una delle sepolture meglio conservate individuate a Memleben. Credits to Ufficio statale per la gestione del patrimonio e l’archeologia di Sassonia-Anhalt

In particolare, i resti di una chiesa e delle fondamenta dell’antico chiostro hanno suscitato l’entusiasmo degli studiosi. Alla chiesa sarebbe annesso un edificio interpretabile come complesso funerario, mentre al centro del chiostro una piccola struttura in pietra potrebbe essere ricondotta alla testimonianza scritta di una separata sepoltura degli intestini del sovrano.

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