Domenica 5 giugno 2016 ingresso gratuito nell’antica città etrusca di Kainua e Museo Nazionale Etrusco di Marzabotto, alla Villa Romana di Russi e all’area archeologica di Veleia Romana
Le vestigia monumentali di Veleia romana nel piacentino, l’unicità della città etrusca di Marzabotto o la vita laboriosa nella villa rustica di Russi. Come ogni prima domenica del mese, ingresso gratuito anche il 5 giugno nelle aree archeologiche gestite dalla Soprintendenza Archeologia dell’Emilia-Romagna.
Ecco le informazioni nel dettaglio:
Antica città di Kainua e Museo Nazionale Etrusco “Pompeo Aria”
Via Porrettana Sud 13 – Marzabotto (BO)
museo aperto dalle 9 alle 18.30, area archeologica dalle 8 alle 19
Ciò che fa di Marzabotto, l’antica Kainua, una testimonianza unica nell’ambito della civiltà etrusca è la straordinaria conservazione dell’impianto originale della città, scandito da ampie strade che si incrociano ortogonalmente, suddividendo in modo regolare lo spazio urbano orientato secondo i canoni dell’etrusca disciplina.
La visita al sito si snoda, sullo sfondo dei calanchi, dai resti dell’abitato sul vasto pianoro, alle costruzioni sacre dell’acropoli, alle aree funerarie subito al di fuori della città dei vivi.
Il museo dedicato a Pompeo Aria, organizzatore del primo nucleo della collezione, raccoglie le testimonianze, ricche di suggestione, della vita della città che prosperò dalla fine del VI alla metà del IV secolo a.C., con i ricchi corredi delle necropoli, le ricostruzioni di tetti e degli alzati delle case, le statuette votive in bronzo e una preziosa testa di Kouros, insieme a testimonianze dal territorio circostante, tra cui i ricchi corredi funerari da Sasso Marconi.
info 051 932353
Complesso archeologico della Villa Romana
Via Fiumazzo – Russi (RA)
aperto dalle 14 alle 19 (ultimo ingresso ore 18.30)
Nato per lo sfruttamento agricolo dell’area nell’antichità, l’insediamento rustico di Russi é forse il più importante finora noto dell’Italia settentrionale. Conobbe il massimo splendore tra il I e il II sec. d.C. quando il complesso fu completamente ristrutturato, anche scenograficamente, da un proprietario probabilmente arricchitosi vendendo le eccedenze agricole alla flotta militare romana che, dall’epoca di Augusto, aveva sede a Ravenna. È in questo periodo che la villa, gestita da un liberto con mansioni di fattore (procurator) al comando di un gran numero di schiavi, esce dall’autosufficienza per diventare una vera a propria macchina produttiva. Le dimensioni della cucina comune la dicono lunga sull’entità del personale della villa nei momenti di maggiore impegno, come aratura e mietitura di cereali o raccolta e pigiatura dell’uva.
Il proprietario (dominus) viveva in villa saltuariamente ma il suo alloggio era comunque lussuoso, con sala da pranzo (triclinium), stanza per ricevere (tablinum), impianto termale e pavimenti a mosaico.
Dopo un periodo di decadenza coincidente con l’allontanamento della flotta militare, la villa è parzialmente rioccupata quando la corte imperiale si trasferisce a Ravenna (V e il VI sec.) per poi essere definitivamente abbandonata in epoca medievale.
info 0544 581357
Area archeologica e Antiquarium di Veleia
Strada Provinciale 14, località Veleia Romana – Lugagnano Val d’Arda (PC)
aperti dalle 9 alle 19
I resti monumentali del municipium romano di Veleia sono tra i più suggestivi dell’Italia settentrionale.
Incastonata nelle colline piacentine, in un contesto naturalistico di assoluto valore, Veleia ruota attorno al proprio foro, la piazza circondata su tre lati da un portico su cui si aprivano botteghe e ambienti a destinazione pubblica, che Lucio Lucilio Prisco, uno dei due massimi magistrati locali, pavimentò con lastre d’arenaria ai tempi d’Augusto
Il pubblico può passeggiare tra i monumenti onorari e le vetuste architetture, tra l’edificio termale e i quartieri d’abitazione, e infine visitare il piccolo Antiquarium che, accanto ai calchi della Tabula Alimentaria traianea e della Lex de Gallia Cisalpina, espone i reperti che illustrano i momenti più significativi della storia di Veleia: le sue origini liguri, l’edificazione dei principali monumenti pubblici, le testimonianze degli arredi e dello stile di vita delle dimore private, i riti funerari e il ricordo degli spettacoli gladiatori.
info 0523 807113
http://www.archeobologna.beniculturali.it
Comunicato a cura di Carla Conti
Rapporti con i Media della Soprintendenza Archeologia dell’Emilia-Romagna
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