Un anno fa veniva inaugurato il nuovo Museo archeologico di Reggio Calabria

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È trascorso un anno dall’inaugurazione del Nuovo Museo Archeologico di Reggio Calabria. Durante la cerimonia erano presenti, oltre al Direttore del Museo Carmelo Malacrino, il Presidente del Consiglio Matteo Renzi ed il Ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini.

M.Renzi, D.Franceschini, il sindaco di Reggio Calabria G.Falcomatà e il Direttore Malacrino.

Fortemente voluto dall’allora Soprintendente Paolo Orsi, al fine di custodire i reperti venuti alla luce grazie alle sue molteplici campagne di scavo sul suolo calabrese, che fino a quel momento erano conservati nel Museo Civico nato nel 1882, viene aperto al pubblico nel 1954 ed inaugurato ufficialmente nel 1959.

Palazzo Piacentini deve il suo nome al celebre architetto del periodo fascista, Marcello Piacentini, che elaborò il progetto di un edificio destinato esclusivamente all’esposizione museale, sulla scia dei principali musei europei. Si trova nel centro storico della città, di fronte Piazza De Nava, all’inizio del Corso Garibaldi, la via che tutti, reggini e non, percorrono quotidianamente.

Iniziando a camminare lungo la strada costellata di negozi e bar, è inevitabile alzare gli occhi e poggiare lo sguardo sull’imponente palazzo, sede del museo, e sul suo cancello, che per circa un decennio è stato chiuso. Già nel corso degli anni il progetto originario aveva subito delle modifiche importanti, una fra tante l’istituzione della Sezione di Archeologia Subacquea, in seguito al rinvenimento dei Bronzi di Riace nel 1972.

L’ex Museo Nazionale della Magna Grecia, oggi MArRC, in questi ultimi dieci anni è stato oggetto di una ristrutturazione notevole (circa 11.000 mq), sia dal punto di vista architettonico, sia per quanto riguarda l’aspetto del percorso museale. La valorizzazione e la fruizione degli innumerevoli reperti provenienti non solo da Reggio, ma da tutta la Megálē Hellàs, è stato l’obiettivo principale. Ogni museo del resto mira a rendere fruibile ed apprezzabile in toto ognuna delle opere d’arte a cui fa da casa, dalla più nota alla più sconosciuta.

Il MArRC si sviluppa su quattro piani, ognuno incentrato su un’epoca, ed il percorso museale inizia dall’alto con il Piano A, dedicato alla Preistoria, in cui il visitatore si immerge nei reperti delle Età dei Metalli. Seguono il Piano B, con i beni provenienti dagli scavi effettuati nelle Città e nei Santuari della Magna Grecia, e il Piano C, che ospita oggetti della cultura materiale utilizzati nella vita quotidiana e nelle pratiche funerarie in Magna Grecia, nonché reperti che riguardano Lucani e Brettii, che la conquistarono. Il Piano D è forse il più visitato, in quanto lì si trovano i celeberrimi Bronzi di Riace, il Kouros di Reggio, i Bronzi di Porticello come la Testa del Filosofo, e tutti i rinvenimenti che riguardano Rhegion e Regium Iulii. Il Piano E invece, è dedicato alle Tombe ellenistiche, ma soprattutto alle Esposizioni Temporanee. Tra questo piano seminterrato ed il piano terra (dove si trova la Sala delle Conferenze) sono state allestite alcune mostre da quando il museo ha riaperto, e hanno avuto luogo diverse manifestazioni, conferenze e progetti, tra cui le “Aperture straordinarie”, le “Notti d’Estate al MArRC”, “Gioca al Museo”, la “FAMU – Giornata Nazionale delle Famiglie al Museo”, “Natale al MArRC”, “Incontro con l’Archeologo”.

Ai Bronzi è stato dedicato un Seminario Internazionale il 10 novembre 2016 dal titolo: “I Bronzi di Riace. Iconografia e ricerche sperimentali.”, organizzato dal DICAM (Dipartimento di Civiltà Antiche e Moderne dell’Università degli Studi di Messina) in collaborazione con il MArRC e la Japan Society for the Promotion of Science.

Ricordiamo inoltre la mostra “Nomisma. Reggio e le sue monete” (prorogata fino al 14 maggio 2017), il catalogo, edito dal Museo ed il ciclo di conferenze ad essa connesso.

Abbiamo citato solo alcuni esempi, ma la lista è lunga, e molti altri appuntamenti aspettano i visitatori del MArRC.

Fondamentale inoltre, è il ruolo giocato dalla tecnologia, messa al servizio dei turisti. Grandi e piccini si possono dilettare nella ricostruzione dei Pinakes locresi grazie al Serious Game, un’applicazione che permette di integrare le parti mancanti o di colorare il Pinax oggetto di interesse, e vederlo dunque con gli stessi occhi degli antichi.

L’ipotetica figura intera del Filosofo da Porticello, proiettata nella Sala dei Bronzi di Riace al MArRC.

Nella Sala dei Bronzi di Riace invece, emblematica e suggestiva è la ricostruzione digitale in 3D dei reperti che appartengono al Filosofo di Porticello. Un ologramma della figura intera del Filosofo, tra reperti originali e parti aggiunte digitalmente, è il risultato di un lungo lavoro di scansione tridimensionale mediante il laser scanner, a cui ha fatto seguito l’inserimento dei dati in un modello anatomico digitale che rispecchia i canoni della scultura greca, chiaramente con misure e proporzioni di un uomo in età avanzata (vista la presenza della barba).

Al MArRC è possibile osservare anche la ricostruzione digitale di beni archeologici di pregio quali la “Coppa vitrea di Varapodio”, di residenze di lusso come la “Casa di Taureana”, di un isolato del quartiere “Centocamere” a Locri, delle varie fasi di cottura all’interno di una fornace, nonché dei meravigliosi ed imponenti Templi di Marasà a Locri e di Hera Lacinia a Capo Colonna, il primo in pieno stile ionico, il secondo dorico.

La targa presente all’ingresso del MArRC che segnala la presenza della LIS (Lingua Italiana dei Degni) tra le lingue disponibili.

Inoltre, il Nuovo Museo reggino, fa parlare di sé per l’adozione della piattaforma “VIDEOGUIDA LIS”, che rende fruibile finanche ad un pubblico di non udenti l’inestimabile patrimonio a cui il museo stesso fa da cornice. Grazie al patrocinio dell’ENS (Ente Nazionale Sordi), è possibile immergersi nelle meraviglie del MArRC mediante monitor, tablet distribuiti presso il bookshop e attraverso i propri dispositivi mobili, semplicemente effettuando la scansione dei codici QR. Disponibile inoltre al link www.videoguidalis.it, dato non indifferente in quanto permette agli utenti di pianificare le future visite al MArRC o di tenere delle lezioni in aula, questa felice scelta che ha abbattuto le barriere sensoriali, si è aggiudicata il premio “Turismi Accessibili” 2016/2017 come progetto più votato dal pubblico, bandito dalla Onlus Diritti Diretti e patrocinato dalla Presidenza del Consiglio. Anche la Lingua Italiana dei Segni dunque ha meritato un posto di rilievo nel Nuovo Museo voluto e pensato per la fruizione globale dei suoi beni, ma le novità non finiscono qui.

Nella sala pre-filtro, nella quale ogni visitatore deve sostare prima di accedere a quella dei Bronzi di Riace, viene proiettato costantemente un video con immagini di repertorio, animazioni in computer grafica della tecnica di fusione con cui sono stati realizzati, i ritrovamenti, le ipotesi di ricostruzione e datazione, nonché le nuove tecniche di conservazione e tutela. Presso il bookshop del Museo è possibile acquistare il video in DVD.

I dettagli della scansione e della ricostruzione della testa e del viso del Kouros da Reggio Calabria.

Infine, anche il Kouros di Reggio è stato valorizzato grazie alla tecnologia: nelle vicinanze dell’opera un monitor in Full HD presenta le due ipotesi di ricostruzione, chiaramente basate su studi scientifici, ovvero quella di un “Apollo offerente” e quella di un “Giovinetto offerente”. Un’altra felice situazione in cui il visitatore è messo nelle condizioni di leggere il passato e sviluppare il proprio spirito critico.

Il progetto multimediale dunque può essere considerato il fiore all’occhiello del MArRC, in quanto si basa su contenuti scientifici, ricostruzioni accurate, ausili didattici e abbattimento delle barriere sensoriali, come ci si aspetta da un Museo di nuova generazione.

È anche grazie a queste splendide iniziative che il Nuovo Museo Archeologico di Reggio Calabria ha attirato un ingente numero di turisti in questo suo primo anno di riapertura. Basta guardare i numeri dei biglietti staccati nelle ultime due giornate in cui l’ingresso era libero, grazie all’iniziativa #DomenicalMuseo promossa dal MiBACT, secondo cui la prima domenica del mese tutti i musei e le aree archeologiche statali sono visitabili gratuitamente. Il 5 febbraio ben 2.013 e il 5 marzo 1.373. Il MArRC quindi è secondo solamente a siti e musei di ben più nota eco, quali il Colosseo, l’area archeologica centrale e Castel Sant’Angelo a Roma, la Galleria degli Uffizi a Firenze, la Reggia di Caserta, Pompei e la Pinacoteca di Brera.

Foto di A.Randazzo

Merito dunque della nuova luce del MArRC, un museo in cui convivono multimedialità, interattività, e pannelli espositivi di facile lettura, che si rivolgono ad un pubblico di specialisti e non. Un viaggio attraverso tempo e spazio, che fa battere i cuori degli spettatori dietro le sue 200 vetrine. Il Nuovo Museo Archeologico di Reggio Calabria riesce ogni giorno a dar voce a monete, vasi, statue, oggetti di vita comune, ricostruzioni di sepolture, e ai resti dei grandi templi di Locri, Kaulonia e Punta Alice. Prova ne è l’elevato numero di visitatori in questo suo primo anno di “rinascita”.

Il MArRC fa sentire la sua voce dopo tanti anni di silenzio. L’antica Rhegion, la Reggio di Anassila, la città protetta da Apollo, ritorna a far parlare di sé grazie alla sua Storia, insieme a quelle dell’intera Magna Grecia, abilmente raccontate dal suo nuovo museo. Entrando al MArRC si viene invasi dalla luce bianca della prima sala, o Piazza Paolo Orsi. Quest’ultima è scevra da ogni tipo di opera d’arte, pensata forse così, vuota, perché ogni visitatore varca la soglia del museo “vuoto” e desideroso di conoscenza, ma se ne va ricco, pieno, consapevole e meravigliato dalla bellezza delle storie che ha appreso. Ha viaggiato dalla Preistoria all’età romana, passando per quella classica. Ha conosciuto realtà che forse aveva solo sentito nominare, o delle quali disconosceva l’esistenza. Ha imparato a guardare e a leggere la Storia della Magna Grecia con occhi nuovi, quelli che il MArRC ha aspettato per diversi anni, e per i quali si è rinnovato.

Una città come Reggio che ha tanto da raccontare, porta d’Italia e d’Europa del passato e del presente, trova il suo futuro proprio nel MArRC, un museo per tutti, un museo di tutti.

Si ringrazia la digi.Art Servizi Digitale per le note sui sistemi multimediali del MArRC e per le immagini forniteci.

 

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Alessia Mancuso

Laurea Magistrale in Archeologia del Mediterraneo, conseguita il 02/03/2016 presso il Dipartimento di Civiltà Antiche e Moderne (ex Facoltà di Lettere e Filosofia) dell’Università degli studi di Messina, con votazione di 110/110 e lode. Tesi di Laurea Magistrale in Iconografia e Archeologia della Moneta dal titolo: “La semantica del Labaro nei documenti monetali”. Relatore: Prof.ssa Maria Caccamo Caltabiano.

Vincitrice del Premio di Laurea “Onore al merito” (iniziativa dell’Università degli Studi di Messina relativa agli studenti più meritevoli dell’anno) per l’Anno Accademico 2015-2016. Vincitrice della Borsa di Studio “Onore al merito” (iniziativa dell’Università degli Studi di Messina relativa agli studenti più meritevoli dell’anno) per l’Anno Accademico 2014-2015. Vincitrice della Borsa di Studio “Onore al merito” (iniziativa dell’Università degli Studi di Messina relativa agli studenti più meritevoli dell’anno) per l’Anno Accademico 2013-2014.

Corso di Analisi e Studio dei reperti archeologici: “dallo spot dating all’edizione” svolto presso la Archeopros snc di Reggio Calabria nel periodo compreso tra 28-29 Giugno e 1-2 Luglio 2014, per un totale di 40 ore di attività suddivisa in 15 ore di schedatura, 15 ore di disegno archeologico e 10 ore di lucidatura CAD.

Corso di Rilievo Archeologico Manuale e Strumentale (I edizione, Aprile – Maggio 2013) svolto presso l’area archeologica delle Mura di Rhegion – Tratto della Via Marina, nel periodo compreso tra 26-29 Aprile e 2-4 Maggio 2013, per un totale di 20 ore di attività, suddivisa in 10 ore di Rilievo Manuale e 10 ore di Rilievo Strumentale con uso della Total Station.

Conferenza presso l’Associazione Culturale Anassilaos di Reggio Calabria il 6 Agosto 2013, dal titolo “Il Globo Crucigero: il simbolo dell’Imperium” (Tesi di Laurea in Numismatica Medievale. Relatore: Prof. Eligio Daniele Castrizio)

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