Ercolano aspettava da tempo notizie così importanti e finalmente, dopo la nomina del nuovo direttore del parco archeologico, Francesco Sirano, sono arrivate. In questi anni, l’altra città vesuviana distrutta nel 79 d.C. non ha avuto modo di risorgere, ora ha finalmente occasione di passare alla ribalta, anche mediaticamente, oscurata per troppo tempo dalla vicina Pompei che in questi anni ha catalizzato l’attenzione di governo e mass media.
A partire dal 1 maggio il Parco Archeologico di Ercolano aumenterà il numero di monumenti visitabili, aprendo al pubblico alcuni tra i tesori che custodisce all’interno. La Casa del Tramezzo di legno, che occupa un’area estesa, frutto della fusione di almeno due nuclei abitativi indipendenti nell’età tardo-repubblicana e che per la disposizione degli ambienti interni è considerata come un tipico modello di domus romana. Ad arricchire l’edificio, inoltre, anche una porta in legno da cui la casa prende il nome. La Casa Sannitica (V, 1-2) costruita intorno alla fine del II secolo a.C., come dimostrano cospicui elementi strutturali e decorativi databili alla fase originaria della dimora, di epoca sannitica, da cui poi la domus prese il nome convenzionale. Le terme Maschili, provviste anche di un piano superiore, risalgono alla prima età augustea. Alimentate originariamente da un pozzo con ruota di sollevamento per l’acqua, rimase in funzione anche quando l’impianto venne collegato all’acquedotto del Serino. Nei giorni festivi sarà possibile visitare la Casa dei Cervi, una domus lussuosissima con affaccio panoramico sul golfo che si sviluppa su una superficie di 1.100 m2 di proprietà del potente Q. Granius Verus, decurione e duo viro prima del 61 d.C.
L’apertura delle domus vuole così essere un chiaro messaggio della nuova politica di Ercolano e della volontà di restituire al pubblico, in maniera sperimentale, una serie di servizi finora rimasti chiusi : “La realizzazione è stata possibile grazie alla disponibilità del personale di vigilanza e tecnico che condivide gli obiettivi per migliorare l’accoglienza e si è adoperato per la definizione dei percorsi di visita- spiega il direttore Sirano- Lavoreremo nei prossimi mesi per ampliare e rendere il più gradevole possibile l’offerta culturale del sito. Abbiamo anche incontrato una rappresentanza delle guide turistiche dalle quali ci aspettiamo collaborazione per la migliore organizzazione dei flussi turistici e per aiutarci a trasmettere ai visitatori il senso di responsabilità verso la conservazione. Sull’insieme delle 32 case più importanti dell’antica Ercolano potrebbero esserne aperte al pubblico 20, mentre 12 hanno bisogno di interventi di restauro”. Ad oggi, i turisti possono vedere solo 12 domus , osservare l’organizzazione di 9 botteghe, percorrere gli assi viari principali della città antica portati in luce negli scavi del 1900 e visitare 3 aree con monumenti pubblici, Sacello degli Augustali, Palestra, complesso della terrazza di Marco Nonio Balbo/Santuario di Venere.
Dall’1 maggio le domus aperte saliranno a 14, 15 nei giorni festivi, e le aree pubbliche da 3 che erano visitabili, saliranno a 4.
Il sentore di una nuova aria che profuma di voglia di fare c’è tutta e speriamo che il nuovo direttore del nascente Parco Archeologico di Ercolano, Francesco Sirano, possa lavorare per risollevare le sorti di un’altra splendida cittadina vesuviana finora troppo trascurata.