Tell Edfu: scoperto un complesso amministrativo della V dinastia per le spedizioni nel deserto orientale.

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Il complesso scoperto a Tell Edfu (ph. MoA)

Durante i lavori di scavo effettuati nel sito di Tell Edfu, nel governo rato di Assuan, una missione archeologica egizio-americana dell’Oriental Institute dell’Università di Chicago, guidata dalla dott.ssa Nadine Mueller e dal dott. Gregory Marward, ha scoperto un complesso amministrativo risalente alla fase finale della V dinastia. Il segretario generale del Consiglio Supremo Consiglio delle Antichità, il dott. Mostafa Waziri, ne ha dato notizia qualche giorno fa spiegando che il complesso amministrativo è la più antica testimonianza archeologica trovata finora a Tell Edfu, poiché le prime testimonianze archeologiche emerse in precedenza risalgono alla seconda metà della VI dinastia.

Uno dei sigilli nei mattoni di fango con impresso il nome del farone Djedkara Isesi (ph. MoA)

La dottoressa Mueller considera il complesso appena scoperto come il più importante tra le strutture dissotterrate da quando nel 2014 la missione ha iniziato i lavori di scavo in questa area, in quanto il complesso getta nuova luce sulle spedizioni reali organizzate durante la V dinastia al tempo del re Djedkara Isesi, faraone sul trono d’Egitto dal 2420 al 2380 a.C. Il complesso infatti era una base logistica dove venivano amministrate ed organizzate le spedizioni minerarie verso il deserto orientale. E’ interessante notare come le strutture interne della costruzione un tempo furono usate come magazzini per contenere i prodotti e i beni che arrivavano da queste spedizioni inviate proprio dal sovrano per l’approvvigionamento di minerali e pietre preziose provenienti appunto dal deserto orientale.

Il complesso amministrativo scoperto a Tell Edfu (ph. MoA)

Il dottor Marward ha sottolineato che all’interno del complesso, delimitato da muri ben conservati che arrivano fino a 2 metri di altezza e spessi fino a 2,5 metri, sono stati scoperti diversi manufatti, come ad esempio 220 sigilli impressi su mattoni di fango recanti il nome del sovrano Djedkara Isesi e i nomi dei sementiu (ovvero i lavoratori specializzati preposti alla ricerca delle miniere e alle attività estrattive) che parteciparono a queste missioni. Sono state trovate inoltre conchiglie del Mar Rosso, ceramiche nubiane e frammenti di materiale minerario. Infatti, è da ricordare che il regno di Djedkara Isesi fu caratterizzato da un gran numero di spedizioni reali allo Wadi Al-Maghara, nel Sinai meridionale, per estrarre materie prime come il rame e turchese, nel Punt per importare merci esotiche ed in altri luoghi situati in prossimità dei propri confini (come il Libano, antica Biblo, per il pregiato legname) per gli approvvigionamenti di prodotti non disponibili in Egitto.

Uno dei 220 sigilli trovati a Tell Edfu (ph. MoA)
Una delle due statue di Horus trovate a Kom Ombo (ph. MoA)

Sempre nel governatorato di Assuan, a Kom Ombo, la missione archeologica egiziana che sta lavorando al progetto che si prefigge di prosciugare le falde acquifere che stanno mettendo in pericolo il tempio di Kom Ombo ha scoperto quattro manufatti nel settore occidentale dell’edificio consacrato al culto congiunto delle due divinità. I reperti scoperti nel tempio di Haroeris (Horo il Vecchio) e Sobek, il dio coccodrillo, consistono in: una stele calcarea rappresentante un uomo e sua moglie mentre fanno offerte a una divinità seduta di cui non si vedono le gambe (la stele misura circa 40×27 cm ed è carente della parte superiore del lato sinistro), una statua in arenaria raffigurante un uomo seduto ed altre due statue, sempre in arenaria, del dio Horus nella sua classica forma di falco le quali non presentano alcuna iscrizione.

Statua in arenaria raffigurante un uomo seduto trovata a Kom Ombo (ph. MoA)

Source: MoA

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