La missione archeologica egiziana, diretta dal Dott. Ramadan Helmi, che opera nella regione di Tel-Kadwa, nel nord del Sinai, ha annunciato la scoperta di cinque pozzi d’acqua risalenti alla XXVI dinastia (664-525 a.C.). Le strutture sono state trovate vicino alla fortezza di Al-Kadwa, sulla cosiddetta strada “Horus Al-Harbi”, conosciuta nei testi faraonici egiziani come la “Strada di Horus” che collega l’Egitto alla Palestina per 220 km.

Dal rilievo di Sethi I nella Grande Sala Ipostila a Karnak emergono riferimenti ad una rete idrica che doveva approvvigionare la zona, molto desertica, ma fino a questo momento non erano mai state trovate evidenze archeologiche. Il ritrovamento consta di cinque pozzi: quattro erano stati intenzionalmente riempiti in antichità perchè non venissero utilizzati da invasori stranieri e al loro interno è stata trovata della ceramica che ha permesso di datarli. Il quinto pozzo ha una struttura molto particolare: le pareti laterali sono costituiti da anelli di ceramica disposti uno sull’altro, di diametro di 1 metro e con tre fori laterali per permettere la salita e la discesa.

La Dottoressa Nadia Khidr, direttrice degli scavi nella fortezza di Al-Kadwa, ha dichiarato di aver scoperto un magazzino lungo circa 12 metri e largo 4 metri, risalente all’epoca Saitica, con una serie di contenitori e vasi usati come serbatoi d’acqua. La missione ha trovato anche resti di forni, probabilmente laboratori di rame grezzo, dove sono state trovate parti di lega di rame in forme circolari.

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Mara Zoppi

Appassionata fin da piccola alla storia e all’archeologia, dopo la maturità classica si iscrive alla facoltà di Lettere – curriculum Scienze dell’Antichità – presso l’Università degli Studi di Milano, laureandosi nel 2019 con una tesi di carattere archeologico-egittologico dal titolo Imhotep scriba e medico: dall’Egitto del III millennio a.C. ad oggi. Si iscrive successivamente alla facoltà di Archeologia dell’Università degli Studi di Milano dove si laurea nel 2021 con votazione 110/110 e lode sviluppando una tesi in ambito egittologico dal titolo La Casa della Vita nell’Egitto Antico: luoghi, riti, funzionari.

Ha partecipato a due laboratori di scavo archeologico: il primo sul sito di Urvinum Hortense a Collemancio di Cannara (PG) di epoca romana con l’Università degli Studi di Perugia; successivamente sul sito archeologico di Nora (Pula, CA) nella sezione competente all’Università degli Studi di Milano, quindi di epoca romana, contribuendo anche alle operazioni di post-scavo.

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