E così ieri, quasi in sordina rispetto ai veri e propri show ai quali ci aveva abituato il Ministero delle Antichità egiziano, è stata presentata alla stampa la città che Amenhotep III dedicò all’Aton e di cui tanto si sta parlando in questi ultimi tre giorni. La notizia della scoperta di Rise of Aten, infatti, era già stata annunciata da Zahi Hawass tramite i suoi canali social.

(ph. Vicky Jensen)

La conferenza tanto attesa proprio per il clamore suscitato dalla notizia in realtà non ha svelato molto più di quanto non è già stato detto (qui il nostro articolo), forse per il fatto che l’ex segretario dello SCA aveva già raccontato nei dettagli il ritrovamento… diciamo che per la stampa è stata più un’opportunità di vedere e documentare da vicino i reperti emersi dalle sabbie e le antiche vestigia di quello che è stato il più importante ritrovamento urbano dalla scoperta di Akhetaton, la città costruita da Akhenaton a Tell el-Amarna.

(ph. Vicky Jensen)

Ad accogliere i giornalisti l’attuale segretario del Consiglio Supremo delle Antichità, Mostafa Waziry, e il direttore della missione di scavo egiziana artefice della scoperta, Zahi Hawass. Una scoperta sensazionale che poche ore dopo l’annuncio era già stata “ridimensionata” (ma non per importanza) per via di una dichiarazione di Hawass secondo la quale nessuna missione al lavoro nella zona era mai stata in grado di trovare questa città nonostante fosse stata spesso obiettivo principale di ricerca. Infatti, secondo molti, la città con le sue caratteristiche mura serpeggianti, e di cui si era a conoscenza per la documentazione arrivataci direttamente 3400 anni fa, era già stata trovata e documentata nel 1936 da Alexandre Varille, egittologo francese membro dell’Institut Français d’Archeologie Orientale del Cairo ed esperto del Service des Antiquités, e dall’architetto e archeologo Clément Robichon. A far nascere tanta confusione proprio le mura sinusoidali – caratteristica emergente e affascinate di questa città – che ad un primo impatto sembrano del tutto identiche a quelle riportate nei disegni degli studiosi francesi del secolo scorso.

Mappa pubblicazione del 1936 (FIFAO 11) di Robichon & Varille (ph. Isabella Faroppa Soliman)
Pubblicazione del 1936 (FIFAO 11) di Robichon & Varille (ph. Steve Harvey)
Pubblicazione del 1936 (FIFAO 11) di Robichon & Varille (ph. Isabella Faroppa Soliman)

Cerchiamo quindi di fare un po’ di chiarezza! Come possiamo ben vedere dalla mappa qui sotto riportata, siamo di fronte a due insediamenti diversi: quello documentato nel 1936 è stato scoperto sotto e appena ad ovest del tempio funerario di Amenhotep figlio di Hapu, mentre quest’ultimo si trova a più di 100 m ad ovest di quello scavato da Robichon e Varille. Osservando la disposizione delle due aree di scavo e viste le similitudini che le accomunano, sarebbe piuttosto interessante capire se questi due insediamenti possono o meno relazionarsi tra loro… e la domanda sorge spontanea: erano parte della stessa città?

La disposizione dei nuovi scavi rispetto a quelli del 1936 di Robichon e Varille. Nell’immagine di Google Earth dell’area sono stati sovrapposti i Piani 4 e 5 di FIFAO 11 che mostrano dove lavorarono Robichon e Varille (ph. Vicky Jensen)
Mappa dello scavo francese. Pubblicazione del 1936 (FIFAO 11) di Robichon & Varille (ph. Steve Harvey)
Dettaglio della mappa dello scavo francese. Pubblicazione del 1936 (FIFAO 11) di Robichon & Varille (ph. Steve Harvey)
(ph. Vicky Jensen)

Tornando alla presentazione di ieri, gli splendidi oggetti emersi dalle sabbie erano stati esposti in vetrine appositamente allestite per l’occasione: anelli con i cartigli del prenomen di Amenhotep III (Neb Maat Ra) e della sua Grande Sposa Reale Tiye, gioielli, amuleti, sigilli, stampi e tantissimi oggetti di vita quotidiana. Le numerose ceramiche, appoggiate al terreno e senza alcuna protezione, si sono presentate con le loro eleganti linee di varie forme e colori; tra esse come non notare i fantastici vasi dipinti con motivi floreali e/o geometrici in azzurro (tipici della XVIII dinastia) e quelli con chiari riferimenti alla dea Hathor. Erano presenti anche tavole di offerta e persino un enorme pesce persico mummificato.

(ph. Walid Mustafa Eliwa)
(ph. Cairo Scene)
(ph. Walid Mustafa Eliwa)

Non resta che attendere con trepidazione nuove news dall’area indagata nella west bank di Luqsor!

(ph. Walid Mustafa Eliwa)
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