Il Cairo, sabato 3 aprile 2021. In un’atmosfera da kolossal hollywoodiano si è svolta la tanto attesa “Pharaohs’ Golden Parade”, la “Parata dorata dei faraoni”. Questo è il titolo con cui è stato battezzato il trasferimento di 22 mummie reali dal Museo Egizio di Piazza Tahrir al Museo Nazionale della Civiltà Egizia situato nel quartiere di al-Fustat. L’evento era stato pianificato nel 2020, ma la pandemia ha costretto le autorità a posticipare la parata al 3 aprile 2021, dopo averne dato notizia lo scorso 19 marzo.

Il Museo Nazionale della Civiltà Egizia (ph. Egypt Today Magazine)

La diretta è iniziata verso le ore 18 italiane con oltre 200 canali televisivi collegati da tutto il mondo. L’inizio vero e proprio della parata si è fatto attendere da lunghi servizi promozionali che hanno illustrato il patrimonio artistico dell’Egitto, e dall’arrivo del presidente egiziano Abdel Fatah al Sisi al Museo Nazionale della Civiltà Egizia. Ad attenderlo c’era il ministro del Turismo e delle Antichità, Khaled el-Anany, che ha accompagnato il presidente e la direttrice generale dell’Unesco, Audrey Azoulay, in una breve visita alla nuova ala del Museo dove sono già esposti numerosi reperti della civiltà egizia. Al termine della visita, il presidente si è trasferito in un’altra sala da dove ha potuto assistere in collegamento televisivo all’inizio della parata.

Il presidente Al Sisi presso il NMEC (ph. Egypt Today)

La cerimonia è iniziata con il video di una bellissima canzone intitolata “Ana Masr” (“Io sono l’Egitto”), eseguita dal famoso artista egiziano Mohamed Mounir che l’ha appositamente composta per la parata reale. Le immagini della performance del cantante si alternavano con le prime emozionanti inquadrature dei sarcofagi reali chiusi all’interno dei carri pronti per partire. Molto suggestiva anche la presenza di alcune imbarcazioni ricostruite secondo l’antica forma egizia sulle quali un piccolo equipaggio reggeva fra le mani dei lumi; davvero bello il contrasto che si è creato con le luci notturne della necropoli cairota riflesse nell’acqua.

Imbarcazioni egizie di fronte al NMEC (ph. Upendra Swami)

È stata poi la volta della United Philharmonic Orchestra a condurre la colonna sonora della manifestazione sotto la direzione del maestro Nader Abbassi, eseguendo musiche tradizionali arabe di vario genere, dalle sonorità epiche a quelle più melodiche. Fra queste, un emozionante brano interpretato dalla cantante lirica egiziana Amira Selim e scritto nella lingua degli antichi egizi; il testo di questo brano è un inno alla dea Iside inciso sul tempio di Deir el-Shelwit vicino a Luxor, pochi chilometri a sud della necropoli occidentale.

La cantante Amira Selim canta l’inno a Iside (Trendsmap)

Dopo quasi un’ora e mezza dall’inizio della diretta televisiva, il collegamento è tornato all’interno del museo di Tahrir sulle cui pareti sono state proiettate immagini di nuvole in movimento su uno sfondo di colore azzurro intenso: una scenografia molto affascinante che per un attimo ha dato l’impressione di un museo a cielo aperto, come se i muri si fossero improvvisamente dissolti per agevolare il passaggio dei 22 sovrani verso la loro nuova dimora. Alcuni figuranti donne e uomini abbigliati con vesti bianche e blu sono spuntati dal retro della statua colossale di Amenhotep III e Tiye iniziando la loro processione verso l’esterno del museo.

Figuranti in costume egizio conducono la parata (ph. Twitter)
Carro egizio in parata (Hurriyet Daily News)

Contemporaneamente, un gruppo di bambini festanti correva lungo un viale in direzione della grande rotonda di Piazza Tahrir al centro della quale svetta un obelisco di Ramesse II trasportato dal Grande Tempio di Amon a Tanis verso la fine del 2019. Alla base dell’obelisco sono state installate quattro sfingi a testa di ariete provenienti invece dal complesso di Karnak. Una volta giunto di fronte al monumento ramesside, il bambino che capitanava il gruppo ha innalzato al cielo un lume che teneva fra le mani emulando il gesto del tedoforo che accendeva la fiamma olimpica, e dopo un attimo dal pyramidion dell’obelisco è iniziato un bellissimo gioco di luci che ha illuminato tutta la piazza.

Spettacolo di luci a Piazza Tahrir (ph. Trendsmap)

I figuranti usciti dal giardino antistante il museo si sono uniti ad altre decine di figuranti formando un lungo corteo preceduto da carri reali ricostruiti in perfetto stile egizio e numerosi militari “armati” di tamburi rullanti che scandivano il ritmo di una marcia trionfale. Il corteo ha sfilato per tutto il rettilineo che parte dal museo e si è lentamente disposto su due file ai lati del viale. Tutto era pronto per l’entrata in scena delle vere protagoniste della parata. E finalmente, eccole, le 22 mummie reali – 18 re e 4 regine – lasciano il museo di Piazza Tahrir a bordo di carri motorizzati dalla forma molto particolare che ricorda le antiche barche egizie. Questi mezzi sono stati progettati con un sistema di sospensioni pneumatiche capaci di attutire anche le minime vibrazioni. Per garantire la massima sicurezza durante il trasferimento, le mummie sono state deposte in teche sterilizzate e a temperatura controllata. Esternamente, sulla carrozzeria dorata di ogni mezzo è stato inciso il nome del “passeggero” reale nella dizione inglese, araba e anche in scrittura geroglifica.

Inizio della parata (ph. France 24)
Il carro con la mummia di Amenhotep I (ph. Times of Israel)

L’ordine di apparizione delle mummie ha rispettato l’ordine cronologico con cui i sovrani si sono avvicendati sul trono d’Egitto. Ad aprire la parata è stato Seqenenra Tao II (XVII din.) con il quale iniziarono le battaglie per la liberazione dell’Egitto dal predominio degli Hyksos. Dopo di lui è subito la volta di una regina, Ahmose-Nefertari, Grande Sposa Reale del re Ahmose che fu capostipite della gloriosa XVIII dinastia. Nella terza carrozza Amenhotep I seguito dalla sua Grande Sposa Reale Ahmose-Meritamon e dai suoi successori della XVIII dinastia fino all’inizio dell’epoca amarniana, quindi Thutmosi I, Thutmosi II, la regina Hatshepsut, Thutmosi III, Amenhotep II, Thutmosi IV, Amenhotep III seguito dalla cosiddetta Elder Lady, una delle mummie femminili ritrovate nella tomba KV35 e comunemente identificata con la regina Tiye, Grande Sposa Reale di Amenhotep III. Nella seconda metà del corteo le mummie di alcuni sovrani della XIX a partire da Sety I seguito da Ramesse II, Merenptah, Sety II e Siptah, e infine cinque sovrani della XX dinastia “ramesside”, e cioè Ramesse III, Ramesse IV, Ramesse V, Ramesse VI e Ramesse IX a chiudere la parata.

Il sarcofago con la mummia di Thutmosi I (ph. Uk News Agency)

I carri hanno percorso il lungo viale antistante il museo di Tahrir fino a raggiungere la rotonda con l’obelisco di Ramesse II circumnavigandola quasi completamente per poi dirigersi verso la Corniche. I mezzi procedevano a velocità molto limitata, non oltre i 20 km/h stando a quanto dichiarato dal ministro el-Anany, per ridurre al minimo le vibrazioni che avrebbero potuto danneggiare le mummie, anche se la pavimentazione dell’intero percorso era stata rifatta nuova appositamente per questa occasione. Mentre i carri percorrevano lentamente i pochi chilometri fino al nuovo Museo Nazionale, la United Philharmonic Orchestra accompagnava Amira Selim nell’esecuzione dell’inno a Iside. Le inquadrature sull’orchestra e sulla cantante lirica si alternavano a immagini preregistrate di danzatrici e danzatori da diversi siti, il tempio di Deir el-Bahari, la piana di Giza, il Grand Egyptian Museum, il complesso di Djoser a Saqqara.

Pharaohs' Golden Parade
Danzatrici a Deir el-Bahari (ph. RT)
Danzatrici a Giza (ph. Trendsmap)

Una volta giunte all’ingresso del Nuovo Museo, le mummie ancora a bordo dei carri sono state accolte da 21 colpi di cannone sparati a salve, e il presidente Al Sisi ha lasciato la sala dove ancora stava suonando la United Philharmonic Orchestra per recarsi all’ingresso del museo a ricevere personalmente le spoglie dei 22 sovrani. Su queste immagini si è conclusa la diretta televisiva. Le mummie sono state depositate nei nuovissimi laboratori del museo dove saranno oggetto di controlli e restauri prima dell’esposizione definitiva il prossimo 18 aprile nella nuova ala del museo.

L’ingresso delle mummie al NMEC (ph. Egypt Today Magazine)

Numerose e anche contrastanti sono state le reazioni del grande pubblico alla spettacolarità dell’evento, dai commenti più estasiati a quelli più polemici che hanno voluto sottolineare il risvolto politico della parata, organizzata sì per rendere onore alle salme degli antichi sovrani ma ancor più per mostrare al mondo intero la potenza del governo attuale. Probabilmente gli effetti scenografici da kolossal hollywoodiano sono sembrati eccessivi a tutti coloro che – come chi scrive – amano l’Egitto antico. Nulla a che vedere con la semplice processione delle mummie reali avvenuta nel gennaio del 1900 dalla tomba di Amenhotep II nella Valle dei Re fino all’imbarco alla volta del Cairo. Forse era sufficiente una cerimonia ufficiale più sobria. Forse sì. Ma era giusto aspettarsi uno spettacolo grandioso come quello che si è visto. In effetti erano molteplici gli obiettivi di questo appuntamento internazionale, dalla propaganda politica al rilancio del turismo in un paese indebolito dalla rivoluzione del 2011 e dalla crisi economico-sanitaria ancora in corso. Ultimo e non da meno il lancio pubblicitario del “nuovo” Museo Nazionale della Civiltà Egizia che poi tanto nuovo non è, dato che la prima pietra fu posata nel 2002.

La processione delle mummie nel 1900 (ph. UniMi)

Questa cerimonia così sontuosa è stata fortemente voluta dal ministro del Turismo e delle Antichità, Khaled el-Anany, che nelle interviste ha dichiarato di essere rimasto positivamente impressionato dall’accoglienza riservata alla mummia di Ramesse II quando nel 1976 atterrò a Parigi per essere sottoposta a controlli e restauri: fu ricevuta con tutti gli onori dovuti ad un capo di stato (leggi qui l’articolo). E quegli stessi onori era doveroso renderli ad altrettanti capi di stato che in un tempo molto lontano dal nostro hanno reso glorioso il paese che amavano. Un Egitto che se oggi potesse parlare lo farebbe con le parole cantate da Mohamed Mounir all’inizio della parata: “Le lettere del mio nome sono incise nella nascita di ogni civiltà, io sono la voce che è sempre stata ascoltata in silenzio, io sono il sole che ha illuminato il mondo, una civiltà eterna, una storia antica come il tempo … io mantengo l’equilibrio del mondo … io sono l’Egitto

L’arrivo della mummia di Ramesse II a Parigi nel 1976
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