Proprio ieri sono state inaugurate due importanti tombe a Draa Abu el-Naga, sulla riva ovest di Luxor: si tratta delle sepolture di Djehuty e Hurry, due funzionari della XVIII dinastia, vissuti durante il regno della regina Hatshepsut. Il restauro è frutto del “Progetto Djehuty”, un’opera congiunta tra Egitto e Spagna, e la sua presentazione al pubblico ha visto come protagonisti il Dott. Mustafa Waziri, Direttore Generale del Supremo Consiglio delle Antichità, l’Ambasciatore spagnolo in Egitto Alvaro Eranho e il Dott. Eliosa de Elbino, Presidente del Consiglio Supremo per la Ricerca Scientifica in Spagna, il Dott. Fathi Yassin, Direttore Generale delle Antichità dell’Alto Egitto, e il dott. Jose Manuel Galan, Direttore della missione ispano-egiziana del Consiglio supremo per la ricerca scientifica in Spagna presso l’Istituto di lingue e Culture del Mediterraneo e dell’Estremo Oriente. Non poteva mancare il dott. Zahi Hawass, ex Direttore delle Antichità.

Il Dott. Mustafa Waziri assieme al team di operai che ha svolto gli scavi nella necropoli, ph. Ministry of Tourism and Antiquities

Le tombe sono state scoperte durante la missione del 2002, per altro molto fortunata perchè ha portato al rinvenimento di numerose sepolture, mummie e soprattutto un giardino funerario. In modo particolare, le due tombe restaurate presentano la canonica forma a T, tipica di questo periodo, organizzandosi in un ingresso, una sala ipostila e un pozzo sepolcrale, mentre il programma decorativo-pittorico appare differente nell’una e nell’altra sepoltura. Il progetto ha quindi compreso anche il consolidamento architettonico delle pareti, del soffitto e delle colonne, oltre alla realizzazione di un impianto elettrico a pannelli solari e un nuovo pavimento in legno per agevolare il percorso di visita.

Una delle restauratrici nell’atto di restaurare statue di divinità, ph. Ministry of Tourism and Antiquities

Ma a chi appartenevano queste tombe?
La più importante è di un certo Djehuty, Supervisore del tesoro statale e delle opere di artigiani e artisti sotto il regno della regina Hatshepsut, dalla quale è stato anche incaricato di guidare la spedizione verso l’isola di Punt, corrispondente forse al Corno d’Africa, per recuperare l’elettro necessario per realizzare la parte superficiale degli obelischi collocati a Karnak. La stanza che precede la camera sepolcrale è caratterizzata da iscrizioni con 43 capitoli del Libro dei Morti.
Il Dott. Jose Galan, capo della missione da parte spagnola, ha affermato che il nome e il volto di Djehuty, che si trovano sulle iscrizioni dei muri del cimitero, sono stati sistematicamente danneggiati dopo la sua morte con l’obiettivo di cancellare la sua identità, e così ha perso la capacità di essere ricordato e andare alla vita eterna. Inoltre, le iscrizioni presenti nella tomba indicavano che il padre non era di origine egiziana.

La camera sepolcrale di Djehuty, ph. Ministry of Tourism and Antiquities

Per quanto riguarda Hurry, ha ricoperto la carica di Sovrintendente dei negozi reali della Sacra Moglie e Madre Reale, Iahhotep.

Iscrizione che rimanda al processo di imbalsamazione, parte del Libro dei Morti, ph. Ministry of Tourism and Antiquities
Parte dei 43 capitoli del Libro dei Morti, ph. Ministry of Tourism and Antiquities

Per la regina Hatshepsut sono sicuramente giorni fortunati: nello stesso giorno dell’inaugurazione della tomba di Djehuty, sono state aperti al pubblico due stanze del tempio di Deir el-Bahri in seguito al loro studio e restauro operato con la collaborazione del Centro polacco di Archeologia del Bacino Mediterraneo presso l’Università di Varsavia.

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Mara Zoppi

Appassionata fin da piccola alla storia e all’archeologia, dopo la maturità classica si iscrive alla facoltà di Lettere – curriculum Scienze dell’Antichità – presso l’Università degli Studi di Milano, laureandosi nel 2019 con una tesi di carattere archeologico-egittologico dal titolo Imhotep scriba e medico: dall’Egitto del III millennio a.C. ad oggi. Si iscrive successivamente alla facoltà di Archeologia dell’Università degli Studi di Milano dove si laurea nel 2021 con votazione 110/110 e lode sviluppando una tesi in ambito egittologico dal titolo La Casa della Vita nell’Egitto Antico: luoghi, riti, funzionari.

Ha partecipato a due laboratori di scavo archeologico: il primo sul sito di Urvinum Hortense a Collemancio di Cannara (PG) di epoca romana con l’Università degli Studi di Perugia; successivamente sul sito archeologico di Nora (Pula, CA) nella sezione competente all’Università degli Studi di Milano, quindi di epoca romana, contribuendo anche alle operazioni di post-scavo.

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