Importante recupero del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale. Rientra in Italia una statua di Afrodite del I sec. d.C.

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Un altro importante reperto appartenente al nostro immenso patrimonio archeologico sta per ritornare in Italia: la dea dell’amore Afrodite raffigurata in una statua del I secolo d.C. rubata nel 2011 dall’Università di Foggia. Il 30 gennaio 2018 è stata rimpatriata da Monaco di Baviera grazie al proficuo e scrupoloso lavoro d’indagine della Sezione Archeologia del Reparto Operativo del Comando Tutela Patrimonio Culturale (TPC).

Nel 2013, un’attività di monitoraggio del mercato antiquariale, ha portato i militari ad attenzionare una vendita sospetta presso una casa d’aste bavarese che riguardava un reperto di chiara origine italica. La comparazione dell’immagine della statua con una foto presente nella Banca Dati dei beni culturali illecitamente sottratti, gestita da Comando TPC , confermava che il bene era provento del furto, perpetrato nell’agosto 2011, ai danni dall’Ateneo pugliese, come confermato dagli approfondimenti, svolti anche in collaborazione con i funzionari del MiBACT.

Una stretta collaborazione con la polizia tedesca ha infine permesso l’identificazione di un trafficante tedesco, frequentatore assiduo del suolo Italiano che  visionava i reperti scavati illecitamente e sceglieva quelli di migliore fattura per le sue attività illegali in Germania. Ulteriori investigazioni hanno inoltre portato all’arresto anche di un venditore di reperti di Ladispoli (RM), molto attivo nel settore e un secondo personaggio, esperto in consegne all’estero e tramite presso il contrabbandiere tedesco che poi rivendeva i beni esportati illecitamente. Nel 2016 tutti i soggetti interessati sono stati tratti in arresto e sono stati recuperati oltre 2.500 reperti, tranne la statua di Afrodite che è stata restituita all’Italia solo in seguito ad attività rogatoriale internazionale promossa dalla Procura della Repubblica di Roma. La statua della dea dell’amore, con un valore commerciale di 350.000.000 di euro, quanto prima potrà essere nuovamente ammirata dal pubblico italiano.

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Alessandra Randazzo

Studia Lettere Classiche presso il DICAM dell’Università di Messina. Ha ricoperto il ruolo di redattrice e social media manager per www.mediterraneoantico.it e attualmente per la testata Made in Pompei, inoltre è Ufficio Stampa per la società di videogames storici Entertainment Game Apps, Ltd.
Durante la carriera universitaria ha partecipato a numerose campagne di scavo e ricognizione presso siti siciliani e calabresi.
Per la cattedra di Archeologia e Storia dell’arte Greca e Romana presso il sito dell’antica Finziade, Licata (AG) sotto la direzione del Prof. G.F. La Torre, febbraio-maggio 2012; per la cattedra di Topografia Antica presso Cetraro (Cs) sotto la direzione del Prof. F. Mollo, luglio 2013; per la cattedra di Topografia Antica e Archeologia delle province romane presso il sito di Blanda Julia, scavi nel Foro, Tortora (Cs) sotto la direzione del Prof. F. Mollo, giugno 2016.
Ha inoltre partecipato ai corsi di:
“Tecnica Laser scanning applicata all’archeologia” in collaborazione con il CNR-IPCF di Messina, gennaio 2012;
Rilievo Archeologico manuale e strumentale presso l’area archeologica delle Mura di Rheghion – tratto Via Marina, aprile-maggio 2013;
Analisi e studio dei reperti archeologici “Dallo spot dating all’edizione”, maggio 2014; Geotecnologie applicate ai beni culturali, marzo-aprile 2016.
Collabora occasionalmente con l’ARCHEOPROS snc con cui ha partecipato alle campagne di scavo:
“La struttura fortificata di Serro di Tavola – Sant’Eufemia D’Aspromonte” sotto la direzione della Dott.ssa R. Agostino (Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria) e della Dott.ssa M.M. Sica, 1-19 ottobre 2012;
Locri – Località Mannella, Tempio di Persefone sotto la direzione della Dott.ssa R. Agostino (Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria), ottobre 2014;
Nel marzo 2014 ha preso infine parte al Progetto “Lavaggio materiali locresi” presso il cantiere Astaldi – loc. Moschetta, Locri (Rc) sotto la direzione della Dott.ssa M.M. Sica.

Collabora attualmente con la redazione di: www.osservarcheologia.eu

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