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Il 23 luglio il Ministero per il Turismo e le Antichità egiziano ha annunciato la scoperta di un significativo numero di sepolture rinvenute a Damietta, città nel Delta egiziano orientale che affaccia sul Mar Mediterraneo. Gli scavi sono stati condotti dagli archeologi del Supreme Council of Antiquities e hanno portato alla luce ca. 63 sepolture e 60 individui risalenti all’Epoca Tarda e al periodo tolemaico, in una fase storica che va all’incirca dal 672 al 30 a.C.

Insieme alle sepolture sono stati rinvenuti diversi amuleti raffiguranti occhi udjat, pilastri djed, nodi tyet, scarabei, poggiatesta, cuori; e ancora vasellame, specchi, ushabty.

Altri manufatti riguardano amuleti in foglia d’oro che riproducono alcune divinità, tra cui Osiride, Nephthys, Horus nelle sembianze di falco, collari usekh, cuori, serpenti, scarabei, occhi udjat.

Un’altra scoperta importante è stata fatta all’interno di un contenitore d’argilla: 38 monete in bronzo di epoca tolemaica con raffigurazioni di Zeus-Ammone, la divinità che nell’oracolo dell’oasi di Siwa aveva riconosciuto in Alessandro Magno il discendente dei faraoni. Si tratta di una divinità che ha sia le caratteristiche del greco Zeus che dell’egiziano Amon, iconograficamente rappresentato come una divinità maschile greca alla quale sono aggiunte le corna d’ariete, animale sacro e avatar di Amon.

Almeno una moneta raffigura un’aquila e una cornucopia che, secondo Thomas Faucher, direttore del Center for Alexandrian Studies in Egypt, andrebbe collocata nel III sec. a.C. La scoperta è un’importantissima testimonianza archeologica per l’area del Delta orientale in questa fase storica.
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Ulteriori indagini e studi potranno restituire dati che andranno a rimpolpare le attuali conoscenze.
