Scoperta a Tuna el-Gebel una cachette con 17 mummie
Un susseguirsi di notizie eccezionali giungono dall'Egitto in questo ultimo periodo; l'ultima arriva da Tuna el-Gebel, nel governatorato di Minya, nel Medio Egitto, dove sono state scoperte delle catacombe con un sorprendente numero di mummie non reali del periodo greco-romano. Il Ministro delle Antichità nella conferenza stampa rilasciata ieri parla di diversi pozzi di sepoltura che presentano un certo numero di corridoi lungo i quali è stata scoperta la cachette in cui sono state riposte in antichità 17 mummie, dodici delle quali quasi intatte. (Foto e video)
LE LACRIME DI RA – L’apicoltura e l’importanza delle api nell’antico...
"Il dio Ra pianse, le lacrime scese dai suoi occhi caddero a terra e si trasformarono in api. Le api fecero il loro alveare e si operarono con i fiori di ogni pianta per produrre miele e cera. Così anche il miele e la cera d’api fuoriuscirono dalle lacrime di Ra". Questa iscrizione proveniente da un antico papiro egiziano (Salt 825) ci racconta di come gli Egizi credevano che le lacrime generate dal pianto del dio sole Ra si trasformassero in api mentre colpivano la terra e di come il miele e la cera erano stati quindi associati alle lacrime del dio. Le api, per ciò, erano considerate sacre, un dono di Ra in persona, il quale aveva conferito loro un aspetto prezioso non solo per come queste contribuivano con la loro produzione all’economia e al benessere della società egizia, ma anche perché erano teologicamente importanti. Proprio per questo motivo il miele era utilizzato anche nei rituali di morte, perché, oltre che conferire al defunto un incarnato dorato come d’oro era la pelle degli dei, si riteneva che fosse realmente sacro.
“La Dea del Nilo”, una ballerina di 5500 anni fa
Arriva dall’Egitto predinastico - periodo Naqada II (3500-3400 a.C. circa) - questa statuina neolitica in terracotta dipinta conosciuta come "la Dea del Nilo" o "la danzatrice del Nilo”. La figura senza volto rappresenta una sorta di ballerina preistorica con le braccia alzate sopra la testa, il suo corpo è snello con fianchi larghi.
Come da millenni, anche oggi si è ripetuto il “Miracolo del...
Come ogni anno, come accade ormai da millenni, si è ripetuto oggi ad Abu Simbel il “Miracolo del Sole”, fenomeno che si verifica regolarmente, con una precisione da lasciar ancor oggi stupiti, due volte l’anno: il 22 febbraio e 22 ottobre. In questi due giorni, all’alba, i raggi del sole, oltrepassando la piccola porta incastonata tra i quattro colossi di Ramesse II, penetrano l’oscurità attraversando le due buie sale ipostile del tempio maggiore di Abu Simbel (la prima delle quali è sorvegliata da otto imponenti statue del sovrano nelle sembianze di un Osiride) fino a raggiungere il Santa Sanctorum ed illuminare il volto del grande faraone. Dopo un lungo bacio di ben 20 minuti le statue del sovrano divinizzato e quelle di Amon e Ra-Harakhty, le due divinità a lui affiancate, vengono di nuovo inghiottite dall’oscurità e ritornano a far compagnia al dio ctonio Ptah, rimasto sempre nell’ombra durante questo rituale di rigenerazione.
La musica nell’antica Kemet
La musica in Egitto ebbe origini così remote da rendere la terra del Nilo una delle prime civiltà in cui si hanno testimonianze musicali. La musica, così come la danza, era molto importante; scrittori e filosofi dell’antica Grecia ci hanno tramandato notizie che sottolineano il ruolo fondamentale che questa aveva nella civiltà egizia. Secondo Platone gli antichi Egizi studiavano fin da ragazzi queste due discipline e l’interesse sviluppato per queste due arti era dovuto agli effetti benefici che avevano sul corpo e sull’anima di ogni individuo. Plutarco sosteneva pure che la musica fosse un dono del dio Thot al popolo egiziano.
Christiane Desroches Noblecourt: la madre di Abu Simbel
Sono già passati cinque anni da quando appresi la notizia che la luce di Christiane Desroches Noblecourt si era spenta, era il 23 giugno...