Operazione “Tempio di Hera”
Bersaglio prediletto dei “tombaroli” era il sito archeologico di “Capo Colonna”, uno dei luoghi simbolo della grecità d’occidente; tra i più famosi della Calabria ed uno dei santuari più importanti e meglio conosciuti della Magna Grecia.
Le fasi del traffico illecito, dallo scavo clandestino alla vendita dei reperti ai collezionisti, sono state accertate e documentate grazie a intercettazioni telefoniche e ambientali, riprese video e pedinamenti, arresti in flagranza di reato e sequestri.
Particolarmente efficace si è dimostrata la gestione dei reperti archeologici trafugati che, attraverso una fitta e collaudata rete di contatti, senza difficoltà venivano immessi sul mercato clandestino, garantendo lauti guadagni.
I colori di Pompei al Museo Archeologico di Bologna
I PITTORI DI POMPEI
A cura di Mario Grimaldi
23 settembre 2022 - 19 marzo 2023
Museo Civico Archeologico, Bologna
Intorno alla metà del Settecento prese il...
Ninive risorge: dalle distruzioni del Califfato emergono splendidi rilievi neoassiri
Nuova eccezionale scoperta dall’Iraq settentrionale: otto rilievi neoassiri dall’antico sito di Ninive, presso la cosiddetta “Porta di Mashki”.
di Giulio Vignati
L’antica città di Ninive sorgeva...
Una Roma antica scossa dai terremoti
Trascorrere delle giornate nella bella città di Roma Caput mundi (ipsa, caput mundi, bellorum maxima merces, Roma capi facilisper, Marco Anneo Lucano, Pharsalia, II, 655-666) per un esperto o un appassionato di storia antica rappresenta un vero e proprio “parco giochi dell’archeologia”.
Per S.Valentino il Soprintendente Osanna regala la riapertura dell’Insula dei Casti...
Sarà aperta dall’11 al 14 febbraio l’Insula dei Casti amanti situata nella Regio IX,12. Un’occasione unica visto che l’area è solitamente inaccessibile ai visitatori e resterà chiusa fino al 2020, quando saranno ultimati i lavori di restauro e messa in sicurezza dei fronti di scavo che incombono sull’edificio.
Avvicinarsi a Sparta
Un’aura potentemente suggestiva circonda da sempre l’antica Sparta.
È un luminoso mattino di settembre e dalla terrazza più occidentale dell’acropoli si vede il Taigeto schierare la sua barriera in un maestoso dispiegamento, e Sparta adagiata ai suoi piedi.
La città appare ancora rassegnata, in una grata accettazione del dominio delle cime che sancirono verso occidente i limiti del suo abitare.
Dalla parte opposta, a est, la delimitano le anse del suo fiume Eurota. Ci attrae la sua apertura: la più aperta città della Grecia, l’unica polis senza mura, «abitata per villaggi secondo l’antico modo della Grecia»: così Tucidide (I.10.2) ne fissò per sempre l’eikós, l’aspetto.