Negrar di Valpolicella, provincia di Verona: non smette di stupire la villa romana risalente al IV sec d.C. Gli scavi, iniziati negli anni ’20 del secolo scorso e poi interrotti, sono ripresi nello scorso 2019 e sono fonte di numerose e importanti scoperte. Proprio di qualche giorno fa è la notizia del rinvenimento di un nuovo pavimento mosaicato con figure di volatili iscritte in medaglioni e ceste di melograni.

Le tessere del mosaico sono composte di marmi locali, paste vitree colorate con rame o ferro e cotto e hanno perfettamente conservato i colori. La piccola porzione rinvenuta potrebbe in realtà estendersi per parecchi metri in quanto sarebbe parte del pavimento che rivestiva il porticato perimetrale del cortile di 400 metri quadrati attinente alla parte residenziale della villa. Inoltre, sono stati ritrovati numerosi di semi di uva e legno di vite, facendo ipotizzare che già a quei tempi la villa fosse legata alla produzione del vino.

La villa, infatti, sorge sotto la proprietà dell’Azienda Agricola Benedetti, produttrice di vino, che proprio lo scorso anno si è fatta carico delle spese per la copertura dei mosaici rinvenuti nella campagna di scavo 2021, rendendo possibile il restauro e la visione pubblica della pavimentazione in attesa della conclusione degli scavi archeologici e della musealizzazione dell’area – di cui si sta occupando il Politecnico di Milano, Polo territoriale di Mantova.

Nel gennaio 2022 lo scavo si è esteso in una nuova area appartenente all’Azienda Agricola Franchini, che, sull’esempio della collega Benedetti, ha rinunciato a coltivare quella porzione di terreno per permettere agli archeologi di fare ricerca, oltre ad aver messo a disposizione i mezzi e sostenuto le spese per le operazioni preliminari di scavo. Il mosaico in questione è emerso proprio dalla proprietà Franchini e corre in parallelo ai mosaici geometrici scoperti lo scorso anno sul lato orientale del cortile.

Lo scavo è stato avviato dalla Sovrintendenza ABAP di Verona e l’intervento è stato eseguito dalla SAP Società Archeologica, sotto la direzione scientifica del dr. Gianni De Zuccato della Soprintendenza. Il finanziamento è stato concesso dal Bacino Imbrifero Montano dell’Adige, grazie all’intervento del Comune di Negrar di Valpolicella, che fin dall’inizio ha affiancato la Soprintendenza nelle nuove ricerche nel sito. L’Università degli Studi di Verona – Dipartimento Culture e Civiltà collabora agli scavi e agli studi, mentre l’Accademia di Belle Arti di Verona si sta occupando del restauro conservativo dei mosaici e dei materiali rinvenuti, con cui il Comune di Negrar di Valpolicella ha già attivato un protocollo d’intesa per la valorizzazione culturale del territorio.

Advertisement

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here