È da uno studio archeologico, come rivela The Guardian, che la raccolta differenziata dei rifiuti fosse già una abitudine, migliaia di anni fa nella conduzione urbana a Pompei. Cumuli di detriti già noti agli studiosi del tessuto cittadino pompeiano erano stati, finora, ricondotti a caotiche macerie, quali effetto  di un terremoto avvenuto alcuni decenni prima della fatale eruzione vesuviana del 79 d. C.

Un’analisi delle caratteristiche sedimentologiche dei suoli, condotta da Allison Emmerson dell’Università di Tulane in collaborazione con l’Università di Cincinnati, porta a considerare, invece, tali cumuli di detriti come ammassi ragionevolmente raccolti per essere poi rivenduti in un ciclo di razionale riuso degli elementi  in manufatti, in riempimenti di strutture,  in costruzione di edifici.

Scaglie di anfore, piastrelle frantumate, piccoli pezzetti di vetro e di ceramica, residui di malte di allettamento, grumi di gesso, resti ossei animali e avanzi di legname avevano, dunque, diritto ad una nuova vita. Un esempio, questo, su cui riflettere, in chiave moderna, sulla gestione dei rifiuti, argomento attualmente vissuto con una  criticità di dimensione planetaria, con una  frettolosa precedenza  allo smaltimento – possibilmente lontano dalla propria comunità – invece di puntare innanzitutto ad un logico e produttivo riutilizzo, in situ, degli stessi.

Source: https://www.repubblica.it/scienze/2020/04/30/news/antichi_romani_maestri_del_riciclo_anche_a_pompei_c_era_la_raccolta_differenziata-255250803/

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