Perù. Scoperti nuovi geoglifi

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Il volo di un drone sul deserto peruviano di Nazca, in Perù, ha permesso di far scoprire nuovi geoglifi.

Un geoglifo, è una rappresentazione nel terreno fatta dall’uomo, e una gran quantità di geoglifi sono stati ritrovati, dal 1938, nel deserto meridionale del Perù, che grazie alla scarsa presenza di venti e al clima stabile, ha permesso la loro conservazione.

Gli archeologi con tecniche di archeologia sperimentale hanno mostrato il come, queste linee, venissero realizzate: per prima cosa si costruiva un modello in scala del disegno da creare, si passava poi, tramite un sapiente e consolidato uso di corde a ricrearlo su vasta scala; il procedimento di messa in pratica sul terreno consisteva nel togliere e spostare le pietre, ciottoli alluvionali di varie dimensioni e di colore rossastro, della superfice, definendo i bordi, e scavando per una profondità di circa 15 centimetri, in modo tale da fare comparire la bianca arena esistente al di sotto dello strato superficiale del terreno, formando i disegni di Nazca, dichiarati anche Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco.

I geoglifi conosciuti, tracciati sul suolo della Pampa di Palpa, sono formati da linee o disegni di dimensioni molto grandi, fortemente stilizzati, della lunghezza di kilometri, rappresentano o soggetti di carattere naturalistico: colibrì, balene, scimmie, insetti, piante, …, o soggetti antropomorfi, oppure soggetti di ambito geometrico: spirali, lunghe piste rettilinee, oblique, ecc…

Furono ideati da una popolazione residente nelle Ande Centrali, lungo le coste meridionali del Perù, la regione di Nazca nella quale, visse tra il I e il VII sec d.C., l’omonima cultura chiamata appunto Nazca celebre anche per la produzione ceramica caratterizzata da una ricchissima policromia. Prima di loro, tra il IX-I sec a.C., abitarono, nella valle dell’Ica i Paracas; tra le due popolazioni, esistettero i Topará, definita una popolazione di transizione.

Gli archeologi pensano che le nuove linee e i nuovi disegni scoperti siano  stati creati sia dai Nazca tra il 700 e il 200 d.C. sia dalla civiltà Paracas e  dalla civiltà Topará  tra il 500 a. C. e il 200 d. C.; questa idea è scaturita sia perché, i geoglifi più antichi dei Paracas sono stati realizzati sui fianchi delle colline e visibili dai villaggi sottostanti, sia perché le due culture prediligevano anche soggetti artistici diversi: mentre i Nazca tracciavano prevalentemente linee o poligoni, i nuovi geoglifi scoperti ritraggono anche figure umane.

La scoperta è stata resa possibile grazie all’iniziativa della GlobalXplorer e finanziata dalla National Geographic Society, sotto la guida scientifica dell’archeologo del ministero peruviano della Cultura Johny Isla, responsabile della conservazione e del restauro dei disegni dei Nazca e dell’archeologo peruviano Luis Jaime Castillo Butters Castillo, professore presso l’Università Cattolica Pontificia del Perù ed ex vice ministro per l’eredità culturale.

Si rimane in attesa di nuove scoperte e di studi ancora più approfonditi.

Foto: Arquelogos Trujillo

Video: https://www.facebook.com/larepublicasorprendente/videos/392868641116898/UzpfSTEwMDAwMTI3MzUxNDg1MDozMDYwNjExMjk0OTk0MTQ6NzU6MDoxNTI1MTU3OTk5Oi0zOTE2NTY0ODU3NDA1OTYyOTI/

 

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